Viviamo in una fase che è caratterizzata da un forte rialzo dell’inflazione. Una scenario prevedibile alla luce delle premesse e in quanto tale gestibile purchè vengano adotatte le giuste strategie di investimento.

Il fatto che l’argomento sia sempre più sentito è dimostrato dalla crescita delle ricerche di domande specifiche del tipo:

  • come investire se l’inflazione sale
  • come investire proteggendosi dall’inflazione
  • dove investire per difendersi dall’inflazione in aumento

Tutti questi interrogativi nascono in realtà da una sola questione: cosa deve fare l’investitore per proteggere il suo portafoglio dall’inflazione? Proprio a questa domanda proveremo a dare una risposta nella presente guida. Nella seconda parte del post, poi, cercheremo di individuare quali sono i mercati che possono offrire buoni rendimenti in una fase caratterizzata dall’aumento dell’inflazione. 

Inflazione è ai massimi quasi ovunque

Per molto tempo tanti trader (per fortuna non la maggioranza) hanno preferito nascondere la testa sotto la sabbia negando che l’inflazione potesse diventare sempre più grave. Questo è stato un primo grave errore poichè negando l’esistenza del rischio-inflazione, in tanti hanno perso di vista la realtà con il solo risultato di esporre il proprio portafoglio di investimenti a problemi di ogni tipo.

Risultato del boom dell’inflazione è stata l’inevitabile decisione delle banche centrali di alzare il costo del denaro. La FED ha già incrementato i tassi (causando un forte sell-off sui mercati) e la BCE è pronta a fare altrettanto nella riunione di agosto.

Inflazione in aumento e tassi di interesse più alti, possono fare molto male ai portafogli di investimento. Diventa quindi necessario capire come investire se l’inflazione sale

Come investire con l’aumento dell’inflazione 

Assodato che il rally dell’inflazione appare sempre più difficile da contenere, come investire in casi di incremento prolungato dei prezzi al consumo? La prima cosa da fare è verificare la capacità del proprio portafoglio di resistere ad uno scenario inflattivo. In pratica è necessario essere pronti a cambiare la composizione del proprio portafoglio di investimento. A volte si tratta di modificare i vari pesi, altre volte di sostituire alcuni asset con altri.

Tutte queste operazioni sono molto semplici da fare se si opera con un broker CFD (qui la lista dei migliori). Intermediari autorizzati, infatti, consentono di investire su tanti asset diversi da una sola piattaforma e questo è fondamentale quando si tratta di introdurre novità nel proprio portafoglio. Un broker che consente di modificare rapidamente il portafoglio è eToro (leggi qui la recensione). Tra l’altro eToro offre che la demo gratuita da 100 mila euro virtuali per imparare ad investire con l’aumento dell’inflazione e questo rappresenta un grande vantaggio per il trader principiante. Per iniziare a fare trading con eToro è necessario seguire il link in basso. 

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Due suggerimenti per investire con alta inflazione

Prima di parlare di asset e di composizione del portafoglio (anticipiamo già da adesso che in questa guida non solo parleremo di dove investire con l’inflazione -e questo tutti lo fanno- ma anche di non investire) vediamo due suggerimenti pratici per operare in autonomia.

Tanto per iniziare, in presenza di alta inflazione è necessario diversificare tra le varie asset class. Si tratta quindi di inserire in portafogli sia depositi che titoli di Stato, azioni, obbligazioni corporate, materie prime, azioni e così via.

Stando a quanto messo in evidenza in un recente report della Banca d’Italia, la diversificazione è idonea anche a contrastare gli effetti negativi di aumenti dell’inflazione che non sono stati previsti. La regola a cui ci si può ispirare è più o meno questa: nel momento in cui l’inflazione sale, allora a salire sono anche i tassi di interesse e i rendimenti delle attività finanziarie. Fondamentale è quindi investire solo una parte del capitale nei titoli con scadenza a breve termine o a tasso variabile ma soprattutto investire solo in titoli di Stato che sono indicizzati all’inflazione. Mettendo una parte del capitale su strumenti a breve scadenza è possibile, più in là, reinvestirei fondi scaduti o in scadenza a breve beneficiando di tassi che intanto sono aumentati con l’inflazione.

Il secondo suggerimento è quello di fare riferimento solo ai rendimenti reali poichè sono essi che consentono di incrementare il potere di acquisto del capitale. Purtroppo nella maggior parte dei casi quando si parla di rendimenti si fa riferimento a quelli nominali vale a dire a quello che è il crescita del nostro capitale investito. Se invece si vuole sapere quale è il tasso di crescita del potere di acquisto del capitale, è necessario sempre sottrarre ai rendimenti nominali il tasso atteso d’inflazione. Questo è il concetto che via Nazionale ha espresso nel suo report.

Facciamo un esempio. Un capitale investito in uno strumento che rende il 3 per cento, con un’inflazione del 2 per cento, crescerà solo dell’1 per cento in termini di beni e servizi che si potranno acquistare. Il problema è che ultimamente per trovare rendimenti reali attesi positivi è necessario puntare su strumenti di investimento rischiosi che presentano rendimenti più alti, in modo tale da contrastare il boom dell’inflazione. Tali investimenti, però, hanno un livello di rischio più alto che è il prezzo da pagare per potere aver accesso a questa possibilità. Inutile dire che i rischi più alti non sono adatti a tutti, anzi è necessaria una buona preparazione.

Dove investire con l’aumento dell’inflazione: petrolio, oro e banche 

Quali sono gli asset su cui investire con l’aumento dell’inflazione? Mercati come il petrolio, l’oro e il settore bancario possono dare buoni rendimenti nel corso dei periodi di crescita dell’inflazione. Ciò significa che il proprio portafoglio di investimento andrebbe in qualche modo adeguato per dare più spazio a questi asset nel caso in cui ci dovessero essere avvisagli su un prossimo aumento dell’inflazione. 

Nei prossimi paragrafi spiegheremo come investire su ognuno dei mercati citati

Investire in petrolio per proteggersi dall’aumento dell’inflazione

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Il petrolio è il primo asset cu cui investire quando l’inflazione sale. A causa del vastissimo utilizzo che viene fatto dal petrolio nell’economia moderna, l’incremento del prezzo del greggio è uno dei segnali più evidenti della crescita dell’inflazione. 

Il rapporto di azione e reazione è il seguente: con il miglioramento dell’economia, la domanda di petrolio sale e quindi aumenta il prezzo. Ciò a sua volta fa salire l’inflazione. 

Nel corso del 2022, il prezzo del petrolio ha registrato un aumento molto consistente non solo a causa della fine delle restrizioni anti-covid ma soprattutto per effetto della crisi geopolitica causata dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. La decisione dell’Occidente di boicottare il greggio russo ha fatto schizzare molto in alto il valore del greggio. E il trend rialzista potrebbe non essere ancora finito visto che, stando ai report di numerosi analisti, non è detto che per fine anno il valore dell’oil non arrivi a 150 dollari al barile.

Insomma, tutto lascia presuppore che la quotazione petrolio crescerà ancora. E allora come inserire il petrolio in portafoglio per proteggersi dall’inflazione? Le soluzioni possibili sono in reatà molteplici: 

  • E’ possibile aprire una posizione diretta sul prezzo del petrolio attraverso i CFD e quindi speculare sulel variazioni di prezzo (qui il sito ufficiale eToro per fare CFD trading sul petrolio)
  • In alternativa è possibile investire in società petrolifere (inutile dire che se la quotazione petrolio sale allora anche i prezzi delle azioni petrolifere sono in aumento) sempre attraverso i Contratti per Differenza (anche in questo caso non è quindi necessario comprare azioni in senso fisico).
  • Poichè investire in azioni implica un certo livello di rischio legato ai singoli titoli, si può optare per investire su un ETF legato ai titoli petroliferi come ad esempio l’ETF SPDR S&P Oil & Gas Exploration & Production (qui la pagina ufficiale eToro)
  • Quarta alternativa adatta a chi non se la sente proprio di investire in azioni petrolifere, è l’investimento in un CopyPortfolio eToro come ad esempio OilWorldWide che è interamente allocato con esposizione su tuitoli delle principali società globali attive nell’estrazione, esporazione e produzione di petrolio e di prodotti correlati nonchè su ETF del settore. Anche nel caso dell’investimento nei CopyPortfolio eToro è possibile fare prima pratica con un conto demo gratuito. 

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Tirando quindi le somme: è assodato che l’incrementi dei costi dell’energia altro non farà che alimentare le tensioni inflazionistiche e incrementare le ragioni delle banche centrali globali per procedere ad una riduzione degli stimoli nei prossimi mesi.

Attualmente il prezzo del petrolio spinge verso gli 120 dollari al barile e ciò altro non fa che incrementare il rischio di una guerra dei prezzi.

Investire in oro per proteggersi dall’aumento dell’inflazione 

Per difendersi dall’aumento dell’inflazione, non c’è asset migliore su cui investire dell’oro. Il grande vantaggio dell’oro è che è limitato e quindi possiede un grande valore intrinseco che è riconosciuto da tutti in tutto il mondo. 

A differenza delle valute (tutte), non ci sarà mai una banca centrale che un bel giorno si sveglia e decide di incrementare il quantitativo di oro presente sul mercato. E’ per questo motivo che quando c’è paura che l’inflazione possa salire, l’oro diventa super-redditizio. 

E’ sempre stato così e sempre sarà così. Non è quindi un mistero se molti analisti (per la verità non tutti) vedono nell’attuale dinamica dell’oro qualcosa di molto simile con quello che avvenne negli anni Settanta quando si verificò un forte e prolungato aumento dell’oro a causa dell’inflazione. 

Secondo Roberto Gornstein, Investment Operations Specialist di eToro, a differenza delle valute come ad esempio il Dollaro Usa o l’Euro, l’offerta di gold non potrà mai essere aumentata all’improvviso e in modo importante dalle banche centrali. Da ciò ne consegue che l’oro è uno degli asset in assoluto più redditizi da inserire in portafoglio nel momento in cui si teme un rialzo dell’inflazione. 

Assodato che anche l’oro è da inserire in portafoglio per proteggersi dal rischio inflazione, come fare per operare? Come nel caso del petrolio, anche in questo caso ci sono molte strade a disposizione. 

  • Aprire una posizione sull’oro attraverso i Contratti per Differenza (non è quindi necessario comprare oro fisico facendo trading con eToro sito ufficiale). 
  • Investire su ETF oro come ad esempio SPDR Gold e iShares Gold Trust.
  • Investire in società che sono legate all’estrazione dell’oro poichè è ovvio che se il prezzo del gold sale, allora anche le quotazioni di questi titoli sono in aumento. In alternativa è possibile su un ETF che è focalizzato sulle società minerarie come ad esempio l’ETF VanEck Vectors Gold Miners (qui la pagina ufficiale)
  • Investire sull’oro con un CopyPortofolio eToro calibrato sull’oro come ad esempio GoldWorldWide

E se sei un trader alle prime armi? In questo caso è consigliabile usare i servizi che eToro mette a disposizione come ad esempio il Copy Trading grazie al quale è possibile copiare dai traders migliori. Anche il Copy Trading può essere testato in modalità demo. 

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Investire nelle azioni delle banche per proteggersi dall’inflazione

Anche l’inserimento di azioni delle banche in portafoglio trading è un’idea da prendere in considerazione per proteggersi dal rischio inflazione. A fare la differenza, in questo caso, sono i tassi di interesse. Una situazione caratterizzata da alti tassi di interesse, è positiva per il settore bancario e questo perchè gran parte del guadagno delle banche deriva dalla differenza tra tassi attivi e tassi passivi. Più i tassi di interesse sono alti, maggiori sono le probabilità che ci possano essere spread elevati e, di conseguenza, profitti maggiori. 

Quindi nei momenti in cui l’inflazione sale conviene investire in azioni delle banche. Fondamentale è la scelta dei titoli da mettere in portafoglio. Considerando le potenzialità è sempre meglio puntare sulle banche americane. Tra l’altro scegliendo il broker eToro per investire non si dovranno neppure pagare commissioni nel trading sulle azioni. Se il rischio titolo è alto, una alternativa, anche in questo caso, è il CopyPortfoglios. Tra gli asset disponibili su eToro c’è da esempio TheBigBanks che permette di investire sulle 25 più importanti banche mondiali. 

Ad ogni modo, la lezione da ricordare sempre è la seguente: nel momento in cui l’inflazione è in crescita, gli investitori hanno più possibilità di tutelare gli investimenti puntando sulle banche che crescono nel corso dei periodi di inflazione. Le banche, infatti, concedono prestiti sui quali poi riscuotono degli interessi. Quando c’è inflazione i tassi di interesse sono più elevati e quindi le banche riescono ad ottenere profitti maggiori dai prestiti. Una volta fatto proprio questo principio, diventa fondamentale la diversificazione del portafoglio.

Nella scelta delle azioni delle banche su cui investire, è fondamentale evitare quelle che sono esposte in Russia. Lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e il braccio di ferro tra Mosca e l’occidente rappresentano variabili inattese (rispetto a quelle che potevano essere le previsioni di un anno fa) che rendono assolutamente necessario un ulteriore approfondimento prima di posizionarsi.

Dove NON investire quando l’inflazione aumenta 

Fino ad ora ci siamo occupati di dove investire quando l’inflazione è in aumento. Adesso cambiamo punto di vista e cerchiamo di capire quali sono invece i mercati da cui stare alla larga. In poche parole, dove NON investire quando l’inflazione sale? Ci sono tanti asset da cui è bene stare alla larga nelle fasi caratterizzate da una crescita dell’inflazione. Tra questi ve ne sono alcuni che è bene maneggiare davvero con molta attenzione prima di incappare in cocenti perdite. E’ questo il caso dei titoli tech. L’inflazione erode i profitti reali delle società tecnologiche. 

Nel corso dell’ultimo anno il governo americano ha speso oltre 5 miliardi di dollari per i sostegni anti-Covid-19. Questo pacchetto di aiuti si è andato ad aggiungere al normale bilancio federale con il risultato che il debito federale americano oggi è spropositato. 

In questa situazione l’alta inflazione non fa altro che danneggiare le società tecnologiche. Ciò avviene perchè la valutazione di quotate ad alta crescita come le società tecnologiche è basata sulla previsione di un aumento percentuale del flusso di cassa. Tuttavia l’alta inflazione è da sempre una causa di erosione dei profitti reali a lungo termine.

Se a ciò aggiungiamo il fatto che l’incertezza sul futuro dei tassi di interesse impedisce una corretta valutazione dei titoli tech, si deduce il perchè quando l’inflazione sale è consigliabile NON investire in azioni tech. 

Lasciando perdere i titoli tech, sulla piattaforma eToro (qui il sito ufficiale) ci sono tanti asset da inserire in portafoglio nelle fasi di rialzo dell’inflazione. 

Oltre ad alcune categoria dell’azionario, un altro mercato che sembra subire i contraccolpi negativi del boom dell’inflazione è quello delle criptovalute. In questo caso il legame tra crollo delle quotazioni degli asset digitali e boom dei prezzi al consumo è indiretto. In pratica Bitcoin & C. sono andati giù non perchè l’inflazione è salita ma perchè il rialzo dei prezzi al consumo ha causato l’aumento dei tassi che a sua volta ha avuto impatto negativo sulle borse.

In un contesto in cui il rialzo dei tassi causa una diminuzione della liquidità, è logico che gli asset che più ci rimettono sono quelli a più alto profilo di rischio proprio come le criptovalute.

Attenzione, però, perchè i forti ribassi che Bitcoin, Ethereum e la stragrande maggioranza nelle monete virtuali hanno subito negli ultimi mesi, possono essere anche l’occasione per comprare a prezzi stracciati in vista di un possibile rally. Come fare per investire in criptovalute? Anche in questo caso broker come eToro (qui il sito ufficiale) offrono tanti strumenti per esporsi su questa asset class.

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