Il mondo rischia di andare incontro a un esaurimento del rame disponibile, valutato il crescente allargamento tra la domanda e l’offerta. Ad affermarlo è un report di Bank of America, secondo cui i prezzi del metallo potrebbero raggiungere i 20.000 dollari per tonnellata metrica entro il 2025. Una notizia che non dovrebbe certamente inosservata agli occhi degli investitori più attenti.
In una nota di qualche giorno fa, lo stratega delle materie prime di Bank of America Michael Widmer ha infatti evidenziato come le scorte misurate in tonnellate siano ora tornate ai livelli visti 15 anni fa, implicando che le scorte attualmente sono in grado di coprire poco più di tre settimane di domanda. Il tutto, in un momento in cui l’economia globale sta cercando di ripartire.
“Con le scorte (del London Metal Exchange) vicine al pinch-point in cui gli spread possono muoversi violentemente, c’è il rischio che la backwardation, guidata da un rally dei prezzi vicini, possa aumentare” – afferma l’esperto riferendosi alla backwardation, ovvero a quella situazione in cui un’attività sottostante viene scambiata ad un prezzo più alto del mercato dei futures per quell’asset.
Widmer ha poi sottolineato che un aumento della volatilità derivante dal calo delle scorte non è senza precedenti, dato che le carenze di nichel nei magazzini LME nel 2006/7 hanno fatto salire i prezzi del nichel di oltre il 300%. Ora, data la situazione globale e le scorte esaurite, Widmer ha suggerito che il rame potrebbe raggiungere i 13.000 dollari/t nei prossimi anni, dopo aver toccato i 10.000 dollari la scorsa settimana per la prima volta in un decennio.
Quindi, dopo i deficit nel 2021 e nel 2022, BofA si aspetta che il mercato del rame si riequilibri nel 2023 e nel 2024, prima che nuovi deficit e un’ulteriore riduzione delle scorte prendano il via dal 2025.
“A nostro avviso, l’offerta di rame è critica e la nostra analisi suggerisce che l’utilizzo del metallo presso le fonderie/raffinerie potrebbe aumentare da circa 4.200t nel 2016 a 6.700t entro il 2025“, ha detto Widmer. “Se la nostra aspettativa di un aumento dell’offerta di materiale secondario, un mercato non trasparente, non si materializzasse, le scorte potrebbero esaurirsi entro i prossimi tre anni, dando luogo a oscillazioni di prezzo ancora più violente che potrebbero portare il metallo rosso sopra i 20.000$/t”
Insieme alla più ampia ripresa economica, la domanda di rame è anche stimolata dal suo ruolo vitale in una serie di settori industriali in rapida crescita, come le batterie dei veicoli elettrici e il cablaggio dei semiconduttori.
Ricordiamo che i prezzi delle materie prime sono saliti del 3% ad aprile, portando l’indice globale all’80% dall’aprile 2020, e gli analisti delle materie prime di HSBC hanno evidenziato in una nota mercoledì che la domanda di rame è sostenuta dagli investimenti nell’elettrificazione, mentre le strategie di riduzione delle emissioni sono ulteriormente sostenute dai politici.
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