Tra le conseguenze della pandemia da nuovo coronavirus potrebbe esserci anche il rischio di una deflazione.

Ma che cos’è la deflazione? E come investire in un simile contesto?

Cos’è la deflazione

Andiamo con ordine e ricordiamo come la deflazione sia un termine che indica un calo del livello generale dei prezzi. Si tratta pertanto dell’opposto dell’inflazione, ovvero un processo di graduale incremento dei prezzi al consumo.

Nella maggior parte dei casi, come evidente, la deflazione non fa la sua comparsa del contesto macroeconomico di un Paese. Si può insomma assistere a un’accelerazione dell’inflazione o a un suo rallentamento, fino a giungere a una disinflazione, ma è molto più difficile che si sfoci in una vera e propria deflazione.

Calano i prezzi, non è un bene?

Apparentemente una condizione di deflazione potrebbe apparire un bene per l’economia di un Paese. D’altronde, i prezzi calano e, dunque, i beni e i servizi che acquistiamo quotidianamente dovrebbero costare di meno.

In realtà, però, la deflazione è una situazione generalmente negativa per l’economia (tranne alcune eccezioni). Ma perché?

In linea di massima, la flessione del livello dei prezzi è quasi sempre traghettata da una situazione recessiva, in cui la domanda di beni e servizi è in contrazione. Insomma, la deflazione è spesso il risultato del fatto che persone e imprese non consumano, e questo spinge le società a cercare di vendere i propri beni e i propri servizi a prezzi sempre inferiori, per poter stimolare la domanda.

Si innesca in questo modo un circolo ben poco virtuoso. Meno vendite e a minori prezzi significa infatti un calo del fatturato. E un calo del fatturato impone all’imprenditore di dover fronteggiare tale scenario mediante una riduzione dei costi: si verifica in questo modo una flessione dei costi per materie prime, servizi, personale. Si ricorre anche meno al finanziamento bancario, considerate le minori necessità e il bisogno di contrarre gli oneri finanziari.

Risulta dunque chiaro che un simile scenario non produrrà altro che effetti negativi, spesso molto durevoli.

Ci sono opportunità positive?

Naturalmente, esistono anche degli aspetti positivi della deflazione, a patto che questa non sia troppo estesa nel tempo.

Il calo dei prezzi – come abbiamo già sottolineato essere un intuibile aspetto della deflazione – aumenta il potere di acquisto dei redditi, permettendo così a chi ha uno stipendio fisso di poter trarre un vantaggio.

Tuttavia, se la condizione è troppo estesa nel tempo, gli aspetti positivi tenderanno ad esaurirsi rapidamente, lasciando spazio a quelli più gravi e consolidabili.

Come investire in deflazione?

In uno scenario di deflazione esistono alcuni investimenti consigliati.

Per esempio, si può ben notare come le obbligazioni siano la parte più sensibile alle prospettive di inflazione, e che il loro rendimento è fortemente legato alle decisioni delle banche centrali sui tassi. La scelta migliore è dunque, in questo caso, puntare su una massima diversificazione su asset obbligazionari globali, provando a rischiare sulle obbligazioni high yield.

Sul fronte azionario, la scelta vincente è anche in questo caso quella di effettuare una selezione accurata. Lo scenario deflattivo non è certo una condizione ideale per i listini azionari, considerato che è sinonimo di recessione economica. Dunque, meglio puntare solo ed esclusivamente su società sane, magari nei settori tecnologici, farmaceutici e delle telecomunicazioni, che spesso rispondono meglio a una simile valutazione.

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