Una nuova ricerca ha sollevato un interessante paradosso nel mondo della privacy online: rifiutare i cookie potrebbe, ironicamente, rivelare più informazioni su di noi rispetto a quando li accettiamo. Questi piccoli file, conosciuti per tracciare il comportamento degli utenti sul web, sono spesso respinti da coloro che desiderano proteggere la propria privacy.
Navigare in Sicurezza: Tre Passaggi Cruciali per la Privacy Online
Rifiuti i Cookie? C’è una spiacevola sorpresa per te
Lo studio, presentato in anteprima alla prestigiosa conferenza NeurIPS 2023, nota per essere uno dei vertici più importanti sull’intelligenza artificiale, ha rivelato che i “rifiutatori di biscotti” potrebbero non essere così anonimi come sperano di essere, come riportato sulle pagine di sciencefocus. La ricerca ha evidenziato un particolare gruppo demografico che tende a rifiutare i cookie in misura maggiore rispetto agli altri, e gli inserzionisti stanno sfruttando questa informazione.
Ad esempio, negli Stati Uniti, le persone sopra i 34 anni sembrano essere più propense a rifiutare i cookie, aprendo involontariamente una finestra sulla propria identità. Gli inserzionisti, consapevoli di questa tendenza demografica, stanno applicando strategie di filtraggio collaborativo per adattare e personalizzare i contenuti in base a queste preferenze.
Inoltre, la ricerca ha sottolineato che le persone più anziane tendono ad essere più scettiche nei confronti delle aziende tecnologiche e, di conseguenza, sono più propense a rifiutare i cookie. Tuttavia, questa decisione potrebbe non necessariamente garantire la protezione della loro identità online.
Soprattutto negli Stati Uniti, dove le leggi sulla protezione dei dati non sono così rigide come nell’Unione Europea, gli utenti potrebbero essere consapevoli del fatto che le loro informazioni sono meno protette. Questa maggiore consapevolezza potrebbe influenzare la loro decisione di rifiutare i cookie, ma potrebbe anche esporli involontariamente a una maggiore identificazione.
Gli autori dello studio sperano che i risultati possano sensibilizzare i decisori politici, incoraggiandoli a regolamentare in modo più efficace le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, mirano a fornire agli utenti una migliore comprensione su come proteggere la propria privacy online in un mondo digitale in continua evoluzione.
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