Ricordate il polverone che sollevò tempo fa il New York Times in merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la stesura di articoli? A quanto pare ha deciso di fare un passo indietro, arrendendosi a quella che è la realtà di oggi.
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L’IA conquista anche il New York Times
Sempre più sono coloro che decidono di velocizzare o per meglio dire agevolare il lavoro tramite l’uso dell’IA, la quale se addestrata correttamente, è in grado di elaborare testi partendo da zero o prendendo spunto da fonti fornite manualmente, il che nè consegue, meno manodopera e meno tempo per la loro creazione.
Ad ogni modo la notizia arriva direttamente da Sach Seward, il quale sostiene che di recente il New York Times stia assumendo qualcuno per guidare le iniziative tramite l’uso dell’IA, con tecniche di machine learning pensate per aiutare gli articolisti a riportare le notizie ai lettori. Le figure richieste sono specializzazione nel machine learning, ingegnere del software, designer ed editor.
Nonostante questo il Times ha sottolineato che le notizie verranno sempre riportate, scritte ed editate dai giornalisti esperti. L’IA verrà dunque impiegata come supporto, anche se non è chiaro in che modo, se per spunti, correzioni o approfondimenti. Nel caso non lo sappiate Google penalizza gli articoli scritti di sana pianta dall’IA, e ci sono siti che consentono di rilevare se un testo è stato elaborato da ChatGPT.
Ma si sa che le regole di Google per il posizionamento degli articoli sono soggette a modifiche ed aggiornamenti nel corso del tempo, dunque da qui a qualche anno potrebbero anche premiare l’uso dell’IA in modo saggio, specie tramite Bard, non ci resta che attendere per scoprirlo.
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