Un annuncio del Garante della Privacy ha scosso il mondo online, gettando luce sulla pratica sempre più diffusa del webscraping e la sua relazione con la raccolta massiva di dati personali per addestrare algoritmi d’intelligenza artificiale.
L’IA viola la privacy degli utenti?
L’indagine in corso, come dichiarato nel comunicato stampa, mira a valutare se i siti web pubblici e privati in Italia hanno adottato misure adeguate per impedire il webscraping. Questa pratica, che coinvolge l’uso di “spider” per l’estrazione automatica di dati personali liberamente accessibili, sta diventando una questione di rilevanza crescente nell’ambito della protezione dei dati personali.
Il focus dell’indagine include tutti i soggetti pubblici e privati che operano come titolari del trattamento, sia in Italia che nell’offerta di servizi nel paese, e che mettono a disposizione dati online. In particolare, si vuole verificare se tali soggetti hanno adottato adeguate contromisure per proteggere i dati personali da tali pratiche.
La notizia arriva in un momento delicato, coincidendo con una serie di retroscena sul licenziamento di Sam Altman da OpenAI, un’organizzazione di spicco nel campo dell’intelligenza artificiale. Si afferma che il licenziamento sia stato innescato dalla pubblicazione di una lettera inviata dai ricercatori al consiglio d’amministrazione di OpenAI.
Secondo fonti attendibili, la lettera solleva importanti questioni riguardo all’attività di varie piattaforme di intelligenza artificiale che, attraverso il webscraping, raccolgono ingenti quantità di dati, inclusi dati personali provenienti da siti web gestiti da soggetti pubblici e privati. Questi dati, inizialmente pubblicati per finalità specifiche come cronaca e trasparenza amministrativa, vengono utilizzati per l’addestramento degli algoritmi d’intelligenza artificiale.
La convergenza di questi eventi solleva importanti questioni etiche e giuridiche sull’uso dei dati personali e il rispetto della privacy nel contesto della crescente avanzata dell’IA. Si prevede che l’indagine del Garante della Privacy e le implicazioni del licenziamento di Altman susciteranno dibattiti e richiederanno ulteriori chiarimenti sulle pratiche di raccolta e utilizzo dei dati online.
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