ChatGPT ha smesso improvvisamente di funzionare, lasciando milioni di utenti senza il loro interlocutore virtuale preferito. Chi provava ad accedere al sito si trovava davanti a un messaggio di errore che diceva “failed to get service status”, ovvero “impossibile ottenere lo stato del servizio”.
Il problema ha interessato sia gli utenti gratuiti che quelli paganti, e ha suscitato molte lamentele e frustrazioni sui social network. Ma cosa è successo esattamente? E cosa si può fare per risolvere il problema? Vediamolo insieme.
Le cause del down di ChatGPT
Le cause del down di ChatGPT non sono ancora state chiarite ufficialmente da OpenAI, che si è limitata a comunicare sui suoi canali ufficiali che stava lavorando per ripristinare il servizio il prima possibile. Tuttavia, si possono ipotizzare alcune possibili spiegazioni.
Una prima ipotesi è che il down sia stato causato da un sovraccarico dei server di ChatGPT, dovuto all’elevato numero di utenti che hanno affollato il sito in seguito alla sua crescente popolarità. ChatGPT, infatti, ha registrato un boom di accessi negli ultimi mesi, soprattutto in Italia, dove è diventato uno dei servizi più usati e apprezzati dagli appassionati di intelligenza artificiale e di scrittura creativa. Questo ha potuto mettere sotto stress i server di OpenAI, che forse non erano preparati a gestire una tale mole di traffico.
Una seconda ipotesi è che il down sia stato provocato da un attacco informatico ai danni di ChatGPT o di OpenAI. Si tratterebbe di un’azione mirata a sabotare il servizio o a rubare i dati degli utenti, magari per scopi malevoli o per ricattare la società. Questa ipotesi non è da escludere, visto che ChatGPT rappresenta una delle intelligenze artificiali più avanzate e potenti al mondo, e quindi potrebbe essere un bersaglio appetibile per i cybercriminali.
Una terza ipotesi è che il down sia stato determinato da un problema tecnico interno a OpenAI o a Microsoft Azure, la piattaforma cloud su cui si basa ChatGPT. Si potrebbe trattare di un guasto hardware, di un bug software o di una configurazione errata dei sistemi. In questo caso, la responsabilità sarebbe da attribuire ai tecnici delle due società, che avrebbero dovuto garantire una maggiore affidabilità e sicurezza del servizio.
Come risolvere il problema
A prescindere dalle cause del down di ChatGPT, la domanda che molti utenti si pongono è: come risolvere il problema? Cosa fare per poter tornare a chattare con il chatbot?
Purtroppo, la risposta non è molto confortante: non c’è molto che gli utenti possano fare, se non attendere pazientemente che OpenAI risolva il problema e riattivi il servizio. Infatti, il down di ChatGPT non dipende da un malfunzionamento del sito o dell’applicazione, ma da un problema a monte, che riguarda i server e i sistemi che gestiscono il servizio. Quindi, non basta aggiornare la pagina, svuotare la cache o cambiare browser per risolvere il problema.
L’unica cosa che gli utenti possono fare è controllare lo stato del servizio sul sito status.openai.com, dove OpenAI comunica in tempo reale le eventuali anomalie e i tempi previsti per il ripristino. Inoltre, possono seguire i canali ufficiali di OpenAI su Twitter e Facebook, dove la società fornisce aggiornamenti e informazioni sul down di ChatGPT.
Nel frattempo, gli utenti possono cercare di sfruttare delle alternative a ChatGPT, ovvero altri servizi di conversazione basati su intelligenza artificiale che offrono funzionalità simili o complementari.
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