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Ci sono ancora opportunità di investimento tra gli ETF farmaceutici - BorsaInside

Le azioni del settore farmaceutico hanno sempre regalato grandi soddisfazioni ai trader che le hanno inserite nei loro portafogli. A prescindere dal caso covid, infatti, il comporto è sempre riuscito a coniugare due esigenze molto diffuse tra i trader: la garanzia di apprezzamento nelle fasi di crescita economica e la capacità di tenere la posizione nei momenti di incertezza che è invece propria delle azioni più difensive.

Per chi non volesse farsi carico degli eccessivi rischi che comporterebbe la selezione delle specifiche azioni, c’è sempre l’alternativa degli ETF farmaceutici. I fondi a gestione passiva che replicano i vari indici del settore consentono di investire in modo trasversale spalmandosi sul comparto e riducendo in questo modo il rischio legato ai singoli titoli. Le prestazioni di alcuni ETF farmaceutici sono davvero impressionanti. Ad esempio uno degli strumenti più diffusi e popolari, Xtrackers MSCI World Health Care negli ultimi 5 anni ha registrato una crescita del 70 per cento.

Saranno certamente contenti di questa performance quei trader che hanno questo ETF nel loro portafoglio. E chi invece non lo ha mai avuto? Su questo punto, il ragionamento che andiamo a fare è simile a quello che facciamo sulle azioni: per capire se si è in tempo a comprare un asset che è cresciuto così tanto come l’ETF farmaceutico in questione, è necessario capire se ci sono o no spazi di upside.

Prima di procedere ricordiamo ai lettori che sulla piattaforma Fineco (parliamo di una banca e non di un broker) è presente una vastissima selezione di ETF farmaceutici, alcuni dei quali anche senza commissioni. Torneremo a parlare successivamente degli ETF Fineco. Per ora concentriamoci sulle potenzialità degli ETF farmaceutici in generale e dell’ETF Xtrackers MSCI World Health Care in particolare.

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Quali sono le caratteristiche degli ETF farmaceutici

Gli ETF farmaceutici sono fondi che replicano principalmente indici formati da azioni di aziende del settore farmaceutico. Grazie a questi ETF è possibile ottenere un’esposizione a un ampio paniere di titoli di imprese attive nella produzione di farmaci, vaccini, dispositivi medici e altre tecnologie sanitarie, senza dover acquistare singole azioni di ogni azienda.

Sono quattro le principali caratteristiche degli ETF farmaceutici:

  • La diversificazione: ogni ETF contiene molteplici azioni, riducendo il rischio associato al singolo titolo. Investire in un ETF farmaceutico permette quindi diversificare il proprio portafoglio con aziende leader nel settore della salute ovvero in un comparto che, come mostrato da dati storici e tendenze, non conosce crisi.
  • La composizione: gli ETF farmaceutici sono focalizzati su aziende farmaceutiche e biotecnologiche e possono comprendere grandi multinazionali (come Pfizer, Novartis, Johnson & Johnson) ma anche società più piccole e innovative nel campo della biotecnologia.
  • La performance legata alla saluta globale: il settore farmaceutico è influenzato da fattori come l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e le innovazioni biotecnologiche. Da ciò ne consegue che gli ETF farmaceutici potrebbero beneficiare di una crescita costante.
  • I rischi contenuti: tra i principali rischi intrinsechi degli ETF farmaceutici ci sono la regolamentazione dei farmaci, lo sviluppo di nuove terapie e il successo dei brevetti. Questi rischi sono però più forti sulle singole azioni del settore che sui fondi che inglobano decine se non centinaia di titoli del settore.

L’ETF Xtrackers MSCI World Health Care tra i migliori del settore farmaceutico

Per chi vuole investire in ETF farmaceutici, Xtrackers MSCI World Health Care è una delle soluzioni più interessanti. Si tratta di un fondo quotato da marzo 2016 e quindi dotato di una certa anzianità di mercato che spiega anche l’ammontare molto robusto delle masse gestite pari a 2,67 miliardi di euro. L’indice replicato è il MSCI World Health Care TRN Index che comprende società ad alta e media capitalizzazione di mercati sviluppati globali, appartenenti al settore sanitario secondo la classificazione GICS.

Molto concorrenziale per quello che riguarda i costi (il TER è dello 0,25 per cento), l’ETF presenta performance molto stimolanti. XDWK (questo il ticker) dall’arrivo sul mercato ha registrato una performance positiva del 127 per cento mentre negli ultimi anni è salito del 70 per cento. E’ quotato anche su Borsa Italiana oltre che sui mercati europei.

Per quello che riguarda la composizione, l’indice replicato include ben 130 azioni. Pur essendo un ETF globale, la focalizzazione è sul mercato azionario farmaceutico americano. Gli Stati Uniti pesano al 70 per cento, a seguire ci sono Regno Unito e Svizzera che assieme pesano per il 10 per cento. Le azioni europee del settore farmaceutico in questo ETF hanno peso trascurabile.

Per quanto concerne invece i nomi, il colosso Usa Eli Lilly ha un peso dell’8 per cento. Al secondo posto c’è United Health con il 6 per cento e quindi (sorpresa) l’europea Novo Nordisk con il 5 per cento. Ad ogni modo le prime 10 azioni per meso valgono il 40 per cento dell’ETF.

L’influenza americana sull’ETF è evidentissima della performance. Negli ultimi 5 anni, infatti, le azioni del settore farmaceutico Usa sono cresciute dell’80 per cento e non è quindi stato un caso se la prestazione di Xtrackers MSCI World Health Care nello stesso range di tempo è stata positiva per il 70 per cento. Nello stesso arco di tempo, invece, le azioni europee del comparto si sono apprezzate del 63 per cento facendo peggio sia delle concorrenti Usa che dell’ETF stesso. Il fatto, però, che la controparte europea sia poco rappresentata nell’ETF XDWK ne ha limitato il condizionamento.

Confrontando l’indice globale rispettivamente con quello europeo ed americano, scopriamo chi ha contribuito in modo decisivo al successo di questo settore. I farmaceutici americani negli ultimi 5 anni hanno guadagnato l’80%, quelli europei il 63%. Dal lancio dell’ETF globale nel 2016 il ritardo si amplia. Si ferma a +100% la performance delle azioni europee, oltre 50 punti percentuali in più la performance delle azioni americane.

C’è spazio per investire in ETF farmaceutici?

Ogni ETF farmaceutico fa storia a sé stante, tuttavia ci sono delle tendenze di settore. L’attuale rialzo delle azioni del comparto, in atto da anni, potrebbe proseguire anche se il rapporto prezzo/utili non è che sia così conveniente come in passato. Ma qui stiamo parlando di ETF farmaceutici e non di singole specifiche azioni.

E allora il discorso cambia perchè negli indici su cui investono i fondi ci sono sia società farmaceutiche tradizionali che società che continuano ad avere un ampio margine di crescita essendo connesse con il discorso biotech e intelligenza artificiale. Nel caso specifico dell’ETF analizzato in questo articolo, da non tralasciare il fatto che il rischio cambio è decisamente alto vista la scarsa presenza di azioni europee.

Per investire in ETF farmaceutici non ha senso usare i broker visto che è possibile operare con Fineco che ha il vantaggio di offrire la piattaforma numero uno tra quelle delle banche italiane.

Non solo ma Fineco consente anche di operare in duplice modo: effettuando ordini singoli su ETF specifici oppure attivando il Piano Replay che altro non è che un Piano di Accumulo Capitale (PAC) che permette agli investitori di destinare automaticamente una piccola somma di denaro a uno o più ETF in modo graduale nel corso del tempo.

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Per quanto concerne i costi, le commissioni partono da 19€ per le operazioni dall’Italia con possibilità di scendere fino a 2,95€ per gli operatori molto attivi. Quindi con Fineco più si fa trading e più i costi si abbassano.

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