Negli ultimi giorni i media generalisti hanno dato ampio risalto alle opinioni di alcune importanti banche d’affari americane sullo stato di salute dell’economia globale e dei mercati finanziari internazionali.
Un giorno fa a parlare è stato il numero uno di JP Morgan, Jamie Dimon, il quale, senza usare mezzi termini, ha consigliato di prepararsi all’uragano economico causato dalla FED e della guerra in Ucraina. Con il suo solito tono profetico, il CEO di JP Morgan, ha aggiunto che l'”uragano è proprio là fuori, in fondo alla strada, in arrivo sulla nostra via“. Come vadano le cose nel mondo dell’informazione è noto e infatti non c’è da stupirsi se anche reti che si rivolgono ad un pubblico con nullo interesse per le questioni economiche, abbiamo dato spazio a Dimon e alla parolina “uragano”.
Neppure 24 ore dopo le dichiarazioni del Ceo di JP Morgan, sono arrivate quelle dell’altra big Goldman Sachs. La banca d’affari americana, nel nostro paese, era già finita nel ciclone delle polemiche per i soliti alert a votare bene alle prossime politiche per evitare cataclismi (francamente anche essi oramai hanno stufato come pure le reazioni scontatissime che generano tra i tifo-politici nostrani) e per non farsi mancare nulla ha bissato (forse per non perdere il passo di JP Morgan). John Waldron, presidente di GS, ha infatti affermato che troppi shock si stanno concentrando sui mercati aggiungendo che arriveranno “tempi difficili, più difficili di quelli attuali”. Anche in questo caso è inutile spendere parole su quella che è stata la reazione dei media.
Se ai rumorosi allarmi di Goldman Sachs e di JP Morgan aggiungiamo anche le strane mail riservate che Musk si è lasciato sfuggire in merito alla decisione di Tesla di bloccare le assunzioni e tagliare il personale, il quadro che ne scaturisce è quello di un pessimismo leopardiano.
Insomma tutto sembra essere destinato ad andare male e una crisi durissima appare inevitabile. Una prospettiva quasi da incubo che, ricordando le parole di personaggi del calibro di un Warren Buffett (ricorda di essere avido quando gli altri hanno paura, ed avere paura quando gli altri sono avidi),ci spingono a sollevare una domanda polemica: e se fosse arrivato il momento di comprare?
Nel prossimo paragrafo cercheremo di fare chiarezza su questo punto fornendo elementi utili (e razionali) per risolvere questo enigma. Prima di procedere ricordiamo che oggi per investire in borsa non è necessario avere grandi capitali. Anche un investitore con risorse limitate può speculare sugli indici di borsa mediante uno strumento derivato come i CFD (contratti per differenza). Fondamentale, però, è scegliere un broker affidabile per operare come eToro. Siamo solito suggerire spesso questa piattaforma perchè offre la demo gratuita per fare pratica senza rischi.
Perchè può essere il momento di comprare in borsa
Ragionamenti come quelli due ceo di JP Morgan e di Goldman Sachs potrebbero indurre a pensare che sia meglio restare abbottonati o sia addirittura il caso di vendere tutto per non farsi trovare scoperti all’arrivo dell’uragano. Dimon e Waldron, però, dovrebbero dare un’occhiata al recente andamento delle borse. Nelle ultime due settimane, in un contesto caratterizzato da un pessimismo crescente, i mercati finanziari hanno iniziato a risalire. Su questo sito parlavamo di bear market quando le banche d’affari pubblicavano liste sui titoli da comprare subito e quindi ci sembra giusto ora dare risalto al tentativo di ripresa in atto. Intendiamoci: non si tratta di un rimbalzo vero e proprio, non c’è alcun rally irresistibile, tuttavia è un dato di fatto che tutti i panieri della borsa Usa abbiano recuperato circa 1/3 del valore perso durante la caduta durata fino a metà maggio.
Questo è un segnale a sostegno della tesi sulla convenienza a comprare in una fase di alto pessimismo? Non ce la sentiamo di dare una risposta precisa a questo dubbio perchè, in realtà, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, tutto può accadere.
Premesso ciò, riteniamo però che l’effetto scontato che l’ondata di pessimismo può procurare ossia disinvestire tutto, vada tenuto a bada. La nostra opinione è che sia preferibile restare investiti utilizzando una strategia forte basata sulla diversificazione. Solo in questo modo è possibile riuscire a gestire i danni nelle fasi negative e cogliere le opportunità che si possono creare in quelle positive.
Adottando questa prospettiva, per il pessimismo ben fomentato dai media è solo gossip.
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