A causa dell’insorgere di tante problematiche (inflazione, crisi geopolitica e recessione), un vecchio nodo ereditato dallo scorso anno, la crisi dei semiconduttori, è come rimasto in sospeso. Che fine ha fatto il problema nato dall’emergenza covid19 che, già da due anni, sta mettendo a dura prova il sistema delle forniture?
Secondo i grandi gruppi industriali, la fine della crisi dei chip sarebbe solo una questione di tempo. Durante la presentazione dei rispettivi conti trimestrali, molti colossi del settore industrial hanno evidenziato come le tensioni sulle forniture di semiconduttori si stiano progressivamente allentando. Volvo, Hyundai, Electrolux, Abb e Nokia sono i gruppi ottimisti sull’imminente fine del problema delle forniture dei chip.
In particolare, secondo Bjorn Rosengren, Ceo della svizzera Abb, la crisi dei chip, dopo aver messo a dura prova lo sviluppo del sistema industriale, si starebbe gradualmente risolvendo anche perchè gli stessi produttori di chip avrebbe assunto formale impegno ad incrementare le forniture nella seconda parte del 2022. Anche i management di Electrolux e di Nokia, nel corso delle relative presentazione dei conti trimestrali, hanno rilasciato dichiarazioni simili.
Più in generale, è abbastanza evidente che la bilancia dei chip è al centro di un processo di riequilibrio. Fino a non pochi mesi fa, le grandi fonderie privilegiavano soprattutto gli ordini delle aziende di elettronica (molto più lucrativi). Tuttavia, con l’arrivo dell’inflazione prima e della recessione dopo, la domanda dei consumatori per smartphone e ogni sorta di pc ha registrato un calo. Risultato è la riduzione delle commesse da parte dei produttori e la possibilità per le fonderie di smaltire il carico di ordini dell’industria tradizionale che si è accumulato nel corso degli ultimi anni. Per la serie, non tutti i mali vengono per nuocere. Grazie a questa liberazione di capacità produttiva, grandi gruppi dell’automotive come ad esempio la casa Hyundai, hanno annunciato il ripristino dei turni di lavoro nel fine settimana. Stando alle ultime indiscrezioni, anche Volvo Cars potrebbe adottare un provvedimento simile.
Nonostante il prevalente ottimismo, non mancano gli esperti che invitano alle prudenza evidenziando come il cammino per l’effettiva fine della crisi dei semiconduttori sia ancora molto lungo. A sostegno di questa loro tesi, i pessimismi citano il fatto che la domanda ancora sopravanza, in modo molto marcato, l’offerta aggiungendo che il distacco tra le due voci potrebbe restare in area 10 per cento per tutto l’anno in corso. Secondo questi analisti saranno necessari anni per poter vedere gli effetti degli investimenti effettuati e programmati dai produttori di semiconduttori nonchè per arrivare ad un più sostanziale allineamento tra la capacità dell’offerta e la richiesta di case automobilistiche, aziende di elettronica e degli sviluppatori di infrastrutture 5G.
Ad ogni modo, va comunque preso atto che con all’orizzonte la fine della crisi dei semiconduttori, diventa interessante tornare a fare trading online sulle più importanti quotate del comparto. Parliamo di titoli come ad esempio Volvo, Hyundai, Electrolux, Abb e Nokia sui quali oggi è anche possibile fare trading grazie al broker eToro (qui il sito ufficiale). In più con questa piattaforma il deposito minimo per iniziare ad investire è molto basso essendo pari a soli 50 dollari.
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