Anche se ci sono centinaia di ottimi ETF tra cui scegliere quando si vuole investire nella crescita a lungo termine dell’economia americana, uno su tutti sembra avere colto le attenzioni di parte degli analisti o, almeno, di Matthew Frankel, secondo cui chi vuole puntare sul business a stelle e strisce potrebbe mettere nel mirino il Vanguard S&P 500 ETF che, come intuibile, punta sulle performance a lungo termine dell’S&P 500, l’indice di riferimento delle azioni a grande capitalizzazione di mercato.
Sui motivi che spingono l’analista a suggerire il fondo Vanguard, su tutti sembrano prevalere le commissioni. Tutti gli ETF hanno delle commissioni di investimento, espresse come percentuale del patrimonio del fondo su base annua. Ad esempio, un expence ratio dell’1% equivale che quest’anno 10 dollari su 1.000 investiti nel fondo saranno destinati alla gestione e ad altre spese.
Ebbene, l’ETF Vanguard S&P 500 ha un rapporto di spesa di appena lo 0,03%. Ciò significa che se investi 1.000 dollari, le spese di investimento per l’anno sono di soli 0,30 dollari.
Naturalmente, non è questo l’unico motivo per cui l’analista consiglia il fondo. Frankel ricorda ad esempio come Warren Buffett abbia dichiarato che l’investimento nell’S&P 500 è una scommessa sul successo a lungo termine dell’economia americana nel suo complesso e che è una scommessa che ha funzionato bene per centinaia di anni, e che infine non vi sia motivo di credere che i prossimi 100 anni saranno diversi. Non tutte le singole aziende andranno bene – ovviamente – ma come gruppo le grandi società americane dovrebbero continuare a prosperare. In effetti, Buffett ha affermato che un fondo indicizzato S&P 500 a basso costo, come il prodotto Vanguard, è il miglior investimento che la maggior parte delle persone possa fare.
Di contro, un’idea sbagliata piuttosto comune è che investire in un ETF sullo S&P 500 come questo sia “noioso” e non sia il modo migliore per ottenere rendimenti a lungo termine nel proprio portafoglio. A dire il vero, potrebbe essere monotono solo nel senso che non sarà più necessario tenersi al corrente delle notizie sulle società o occuparsi di questioni legate alle singole aziende. Per il resto, non vi sono noie nel fruire di questo strumento.
Rileviamo in tal merito come per lunghi periodi di tempo, l’S&P 500 abbia registrato rendimenti totali annui compresi tra il 9% e il 10%, a seconda dell’intervallo esatto a cui si guarda. Dividendo la differenza (9,5%), ciò significa che un investimento di 1.000 dollari potrebbe crescere fino a circa 6.140 dollari dopo 20 anni, 15.220 dollari dopo 30 anni e 37.720 dollari dopo 40 anni.
Evidentemente, questi sono i rendimenti totali teorici che presuppongono che si reinvestano i dividendi. Inoltre, come abbiamo sempre l’abitudine di condividere, le performance passate non garantiscono i risultati futuri. Ma nel lungo periodo, l’affidabilità storica dell’S&P 500 nel creare ricchezza è una vera e propria garanzia di qualità.
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