In una recente nota a cura di Paul Greene, Portfolio Manager di T. Rowe Price, la società ci ricorda che il 2022 è stato un anno particolarmente difficile per i titoli Growth, che hanno sottoperformato rispetto al segmento Value.
Nonostante ciò, le cose potrebbero farsi molto interessanti per gli investitori nei Growth, alla luce dei seguenti tre fattori che dovrebbero supportare la loro crescita nel 2023.
La ciclicità nelle Big Tech
Lo scorso anno alcune delle Big Tech più celebri come Alphabet, Amazon.com, Meta Platforms e Netflix, hanno subito notevoli pressioni e una battuta d’arresto rispetto alla loro crescita più che decennale.
Insomma, il 2022 ha ribadito che anche i titoli che sembrano essere più forti in termini di crescita non sono certamente immuni alle perturbazioni e alla debolezza dell’economia in generale, con un netto cambiamento rispetto alla narrativa che circondava queste società prima e durante la pandemia di coronavirus.
Peraltro, sebbene alcuni venti contrari siano stati specifici del settore, dall’altra parte è emersa l’evidenza che le dimensioni e la maturità delle grandi aziende di Internet sembrano aver reso le loro attività principali più cicliche, ovvero sensibili alle fluttuazioni dell’economia.
C’è però almeno un aspetto positivo: le Big Tech hanno generato un flusso di cassa significativo e stanno cercando di inserirsi in mercati con grandi potenzialità. Pertanto, le valutazioni interessanti e la ciclicità della pubblicità e degli acquisti online potrebbero garantire ai titoli di queste aziende tech un significativo rialzo in un’eventuale ripresa.
Inflazione e tassi di interesse
Un secondo elemento di supporto ai titoli Growth è legato all’inflazione e ai tassi d’interesse, che dopo le accelerazioni recenti dovrebbero finalmente moderarsi.
Per gli esperti di T. Rowe Price è improbabile che emergano soluzioni facili a causa di alcuni fattori alla base della carenza di manodopera negli Stati Uniti e della recente inflazione salariale: l’invecchiamento della popolazione e il calo dell’immigrazione negli USA, l’epidemia degli oppioidi e gli effetti a lungo termine del Covid-19, saranno fattori che rimarranno a lungo come elementi condizionanti il mercato.
Per l’analista, livelli di inflazione più alti suggeriscono che l’era dei tassi di interesse prossimi allo zero sia terminata.
In questo contesto, la valutazione avrà probabilmente maggiore importanza, considerato anche che l’aumento dei rendimenti obbligazionari offre agli investitori più alternative alle azioni.
In un simile scenario, l’aumento degli utili e dei free cash flow diventerà un importante motore di rendimento.
Trend futuri
Concludiamo questo breve richiamo alla nota T. Rowe Price con il terzo fattore, determinato dai trend futuri.
Guardando ai prossimi anni, è sotto gli occhi di tutti il fatto che l’ascesa dell’intelligenza artificiale (IA) abbia suscitato molto scalpore, con particolare riferimento ai modelli di IA generativa, che possono produrre risposte testuali e grafiche a domande o richieste dell’utente e che sembrano avere tanti risvolti per l’industria e gli investitori.
Dunque, bisognerà prestare molta attenzione al modo in cui l’IA generativa e gli algoritmi di autoapprendimento potrebbero influenzare l’innovazione e la disruption nell’economia digitale e nel mondo reale.
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