Comprare sui minimi o “buy the dip” è una delle strategie trading ever-green. Per quanto ogni situazione di mercato non sia mai uguale a quella precedente, il buy the dip rappresenta sempre un punto di riferimento. Inutile dire che la seconda parte di questa strategia trading è il rivendere a prezzi alti (e quindi ottenere un profitto).
Secondo Victor Verberk e Sander Bus, co-responsabili del team credito di Robeco, nell’attuale fase dei mercati stanno emergendo una serie di interessanti opportunità di acquisto sui minimi. Già ad ottobre i due esperti comprarono sui minimi aumentando fino a poco più di uno il beta sul portafoglio investment grade e a quasi neutral quello sull’high yield. A distanza di tempo quella loro scelta si è rilevata azzeccata. Per la cronaca gli esperti hanno ridotto questa posizione nel primo trimestre del 2023.
Secondo i due analisti, lo scenario di fondo continua ad essere caratterizzato da una prosecuzione del ciclo di inasprimento monetario deciso dalla FED. Non ci sono dubbi sul fatto che questo sia il trend in atto poichè tanto i dati macro generali Usa quanto quelli relativi alla sola inflazione americana non si sono ancora raffreddati e quindi l’approccio da falco del FOMC non può cessare.
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A ciò si vanno ad aggiungere i classici cigni neri che spesso fanno la loro comparsa nella fase finale di un ciclo di inasprimento monetario. Intanto il mercato continua ad ondeggiare tra i timori di una forte recessione e l’auspicio che il calo economico possa essere gestibile.
In merito alle crisi delle banche i due esperti di Robeco si sono detti convinti che questa volta non ci sia il rischio di alcuna crisi del settore anche perchè molte banche negli anni passati hanno costantemente lavorato per il rafforzamento dei coefficienti patrimoniali assumendo anche un profilo più prudente.
In merito all’andamento dell’economia, i due analisi di Robeco hanno evidenziato come, dopo tanto tempo, stiano finalmente arrivando dei segnali di normalizzazione del surriscaldamento. Il numero dei licenziamenti è salito e parallelamente anche le ore lavorate sono in diminuzione. In questo contesto, la sola reale fonte di preoccupazione riguarda l’approccio dei mercati. Guai se essi iniziassero a diventare eccessivamente ottimisti (il rischio di una nuova delusione è quindi alto).
Per quello che riguarda la Federal Reserve, nell’ultimo comunicato del Fomc sembra essere emerso un cambiamento di tono. La banca centrale Usa adesso ritiene possibile che possano essere necessari altri rialzi dei tassi di riferimento a ciò è comunque subordinato ai dati macro e alla valutazione della crisi bancaria in atto.
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Questo significa che la posizione della FED sui tassi di riferimento è diventata più equilibrata anche se va precisato che si è ancora in una fase caratterizzata da una politica monetaria non amica. Per i due esperti di Robeco, sono oramai anni che “le banche centrali conducono esperimenti di politica monetaria e hanno inventato molti nuovi strumenti e strategie. Questo processo ha prodotto un contesto di rendimenti bassi o negativi per un periodo troppo lungo. Il sistema economico ha creato debito in tutte le pieghe della società“.
Il ruolo della strategia buy the dip
E torniamo adesso al punto di partenza ovvero alla strategia buy the dip. Secondo Robeco i mercati dei prodotti a spread, danno l’impressione di riflettere uno scenario di recessione a causa dei rialzi dei rendimenti ma anche a causa delle tensioni finanziarie e di un restringimento del credito per le imprese. Come detto in precedenza la FED resta nel solco della sua politica monetaria e quindi le aspettative di un calo dei tassi di riferimento in tempi rapidi peccano di eccesso di ottimismo.
Viceversa gli esperti suggeriscono di prepararsi a considerare i tassi risk-free. Per quello che riguarda le asset-class, potrebbe essere il momento del rilancio di quelle che in questi ultimi anni hanno fatto i conti con rendimenti negativi e bolle speculative.
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