Il 2022 è stato un anno molto difficile per chi ha investito. A fare i conti con perdite più o meno diffuse sono stati tanti investitori retail ma anche tanti super professionisti dei mercati. Gli stessi uomini più ricchi del mondo hanno dovuto fare i conti con perdite spesso anche molto ampie. Ad esempio il profeta del metaverso Mark Zuckerberg ha visto crollare il suo patrimonio di circa 100 miliardi di dollari a causa del collasso delle azioni Meta che da inizio anno ad oggi hanno perso oltre il 65 per cento del loro valore.
Non è andata poi tanto meglio ad Elon Musk che resta si l’uomo più ricco del mondo ma che ad oggi ha rimediato perdite pari ad oltre 85 miliardi dollari. Anche il patron di Amazon Jeff Bezos è costretto a leccarsi le ferite visto che non solo è sceso al quarto posto nella classifica generale dei più ricchi ma addirittura si posiziona al terzo posto nella poco edificante classifica dei magnati che hanno dovuto fare i conti con le perdite maggiori (72 miliardi di dollari è stato l’ammontare del suo rosso da inizio anno ad oggi).
Il fatto che siamo propri tre nomi legati al tech quelli che hanno dovuto fare i conti con le perdite più ampie nel corso dell’anno corrente non è un caso. A causa infatti della precaria situazione economica, i titoli tech hanno dovuto confrontarsi con una volatilità estrema. Inevitabile la destabilizzazione dei patrimoni di tutti quei magnati, come Bezos, la cui fortuna è legata al settore tech.
E per quello che riguarda la prestazione dei grandi magnati che non sono legati al tech? Warren Buffett (che non ha bisogno di presentazioni) è stabile a metà classifica. L’oracolo di Omaha, infatti, ha subito minor perdita (circa 1.5 miliardi di dollari) ma soprattutto è riuscito a sovraperformare l’azionario USA del +21 per cento nel 2022. Un risultato niente male (soprattutto perchè maturato in un contesto decisamente avverso) che dimostra la diversità di Buffett rispetto a quella dei magnati tech.
Perchè Warren Buffett è riuscito a tenere la posizione in un anno così difficile per i mercati? In molti potrebbero rispondere citando la diversificazione eppure l’oracolo di Omaha è uno che, su questo punto, va decisamente controcorrente. Buffett, infatti, non è mai nascosto i pregi del concentramento delle posizioni ergo sembrerebbe che a tenere meglio la posizione nel 2022 sia stato chi ha diversificato di meno.
La Berkshire Hathaway ha una impostazione tutta sua nel diversificare. La holding di Buffett, infatti, ha investito per il 40 per cento in un solo titolo finanziario, ossia Apple. Ci sono poi tutta una serie di partecipazioni molto più limitate. Ad ogni modo la BH nel corso dell’anno corrente ha puntato solo su azioni societarie.
Nel corso del terzo trimestre, Buffett ha effettuato 3 nuovi acquisti: Taiwan Semiconductor Manufacturing, Louisiana-Pacific Corporation e Jefferies Financial Group Inc.
La Berkshire Hathaway ha aumentato le partecipazioni in Chevron Corp (+2.6 per cento), Occidental Petroleum Corporation (+22.6 per cento), Paramount (+16.3 per cento), Celanese (+6 per cento) e RH (+8,7 per cento).
A livello settoriale l’oracolo di Omaha si è rivolto sulle attività energetiche (Chevron e Occidental Petroluem rappresentano il 12 per cento del portafoglio) che, per ovvi motivi, potrebbero essere caratterizzate da prezzi alti ancora a lungo.
Parallelamente la holding sta anche aumentando la sua posizione nei titoli tech che sono orientati all’hardware. Oltre ad Apple e HP, è cresciuta la quota di investimento in Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.
Come diversificare gli investimenti nel 2023
Alla luce di quanto fin qui detto, come diversificare i propri investimenti nel corso del 2023? Una strategia molto interessante potrebbe essere quella di considerare pochi titoli in settori che non sono tra loro collegati facendo attenzione al cosiddetto valore beta. In poche parole la diversificazione non deve essere compiuta a casaccio ma in modo ragionato.
Diversificare in modo selettivo implica la protezione dal rischio. Tuttavia è sempre bene tenere a mente che anche con la diversificazione non si è protetti dal cosiddetto rischio sistemico che si impone nel momento in cui va tutto al ribasso.
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