I biglietti aerei potrebbero diventare più costosi a causa della mancanza di capacità di raffinazione e dello stato finanziario delle compagnie aeree. A sostenerlo è William Walsh, direttore generale dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), secondo cui il calo della capacità di raffinazione durante la pandemia e l’aumento dei prezzi del carburante per aerei causato dall’aumento della domanda di carburante sono giudicati come “preoccupanti” per l’industria aerea.
In particolare, la IATA sottolinea come la capacità di raffinazione degli Stati Uniti sia scesa del 5,4% nel 2022 dal picco raggiunto nel 2019 – il minimo degli ultimi otto anni. Walsh ha aggiunto che mentre i consumatori pagano prezzi più alti per i biglietti, le compagnie aeree non necessariamente sono in grado di realizzare più profitti.
I prezzi dei biglietti aerei hanno infatti subito un’impennata del 25% nell’ultimo anno, il più grande balzo annuale dal 1989. Nel solo mese di aprile, le tariffe aeree sono aumentate del 18,6%, secondo il Bureau of Labor Statistics.
Tuttavia, ci sono anche altri fattori che potrebbero contribuire a far lievitare ulteriormente i prezzi dei biglietti: l’annuncio di una mobilitazione militare da parte della Russia e l’ampliamento ulteriore del conflitto, che potrebbe aumentare l’inflazione, mettendo più pressione sulla catena di approvvigionamento”.
Un altro elemento determinate potrebbe essere l’instabilità del prezzo del petrolio, già balzati di oltre il 2% dopo l’annuncio di Putin, a seguito dei timori di un’escalation della guerra in Ucraina e della compressione delle forniture di petrolio e gas.
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