L’anno che si appresta a volgere al termine è stato ricco di avvenimenti. L’irruzione sulla scena della variante Omicron del covid19 è stato il classico evento inatteso (ma neppure più di tanto) che ha introdotto un elemento di incertezza in un quadro che veniva ritenuto abbastanza stabile.
L’anno che si chiude lascerà in eredità al 2022 almeno tre questioni centrali:
- l’andamento dell’inflazione
- le tempistiche di rialzo dei tassi di riferimento
- la gestione di Omicron
Come messo in evidenza dagli analisti di M&G Capital, a catturare l’attenzione degli investitori, oltre ai tre fattori che abbiamo citato in precedenza, è anche la questione dei prezzi delle attività di rischio (come azioni ma anche obbligazioni societarie e high yield). Ebbene, nel contesto che verrà, questi prezzi sono sostenibili oppure sono destinati ad essere rivisti al ribasso? A questa domanda proveremo a dare una risposta nei prossimi paragrafi. Punto di partenza della nostra analisi è però la situazione che il 2021 lascerà in eredità all’imminente 2022.
L’eredità del 2021
Per tantissimi classi di asset, il 2021 è stato un anno ricco di soddisfazioni. Ad esempio le materie prime, grazie alla fine del lockdown e alla ripresa molto forte dell’economia globale, sono riuscite a registrare apprezzamenti molto forti. Dall’inizio dell’anno ad oggi l’indice CRB ha messo a segno un rialzo di oltre il 35 per cento. Il boom dell’inflazione, all’inizio considerata transitoria dalle banche centrali ma sulla cui natura duratura non esistono più dubbi, ha poi permesso ai prezzi delle commodities di consolidarsi ancora di più. ha permesso il mantenimento dei valori attuali.
Il trend delle materie prime, però, non è stato tutto uguale ed è necessario operare una distinzione tra beni come ad esempio l’Oro e l’Argento, in evidente ribasso grazie alla ripresa economica, e le commodities energetiche a partiere dal petrolio e dal gas naturale che invece hanno segnato un forte apprezzamento. In merito a questa dinamica divergente è necessario evidenziare che l’oro, tradizionale bene rifugio nei momenti di alta inflazione, svolge bene il suo ruolo solo se la dinamica inflattiva è strutturalmente tendente verso l’alto. Secondo molti analisti, oggi siamo solo all’inizio di questo trend ed è per questo motivo che il prezzo dell’oro non è crseciuto.
E per quello che riguarda l’azionario, quale sarà l’eredità dell’anno in corso? Anzittutto c’è da evidenziare che molti trader che avevano attivato posizioni ribassiste hanno incassato solo delusione (e perdite). Il loro ragionamento secondo il quale, dopo il rally del 2020 (in piena fase covid), le borse nel 2021 sarebbero dovute crollare, si è mostrato inesatto. Il rally delle borse oramai dura dal 2009, ovviamente alternando fasi di rally o momento caratterizzati da prese di profitto. Le cassandre su bolle e affini sono sempre state smentite dai fatti.
E’ vero che è arrivato omicron ma le borse sono destinate a chiudere l’anno su valori molto alti.
Prima di passare alla seconda parte del post, ossia all’analisi delle previsioni per il 2022, ricordiamo che oggi grazie a broker come ad esempio XTB (leggi qui la nostra recensione) è possibile investire su tutti i mercati che abbiamo fin qui citato (quindi metalli, energetici e azioni) operando da una sola piattaforma. XTB è un broker autorizzato che mette a disposizione un conto demo gratuito per consentire di fare pratica senza rischi. Inoltre grazie alle analisi di mercato e una sezione dedicata alla formazione molto robusta, è possibile accrescere le proprie competenze in modo continuo.
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Come investire nel 2022: previsioni
Alla luce di quella che sarà l’eredità del 2021, come investire nel nuovo anno?
Secondo quanto affermato da Amundi è consigliabile iniziare l’anno con una allocazione prudente cercando di sfruttare le opportunità che possono arrivare dai vari settori. Amundi ritiene che l’attuale composizione standard del portafoglio (60 per cento azioni e per 40 per cento obbligazioni) potrebbe essere messo a dura prova. Sarà necessario, hanno spiegato da Amundi, puntare su un’asset allocation più dinamica.
In assenza di alternative, hanno poi aggiunto gli analisti, il mercato azionario continuerà ad essere privilegiato ma sarà necessario rivolgere molta attenzione alle aree che, per loro natura, sono più esposte al rialzo dei tassi, preferendo, invece, i mercati più a sconto come quello Europeo ed Emergenti.
Secondo gli esperti di Goldman Sachs Group, invece, sarà l’aumento del costo del denaro il tema centrale dell’anno prossimo. Rialzi anticipati dai tassi potrebbero fornire rendimenti più alti.
Sempre ragionando in termini di previsioni, UBS Group ritiene che il 2022 sarà un anno a due velocità. Nel primo semestre la crescita più alta e l’inflazione favoriranno i mercati ciclici a partire da quello dell’area Euro. Nel secondo semestre, invece, la riduzione della crescita e l’inflazione, avranno effetti sui settori difensivi a partire da quello sanitario. Allargando ancora più l’orizzonte, la rivoluzione tecnologica e la transizione energetica saranno i temi portati. La prospettiva, in questo caso, è però di lungo termine.
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