Stando a quanto afferma un recente dossier di Scope Ratings, le obbligazioni ESG emesse dalle società potrebbero rappresentare oltre un quarto di tutte le emissioni corporate non finanziarie europee nel 2021, trascinate dalla transizione energetica e dagli aumenti degli investimenti legati a sostenibilità e politiche ambientali.

Si tratta, evidentemente, di un notevole passo in avanti rispetto all’8% dello scorso anno, e una progressione lineare dopo aver toccato il 27% nel terzo trimestre.

È sempre l’agenzia di rating berlinese a ricordare che nei primi nove mesi del 2021 le emissioni sostenibili abbiano occupato una quota di mercato del 23% del totale, per complessivi 110 miliardi di euro, quasi il doppio del totale nel 2020.

Per quanto invece riguarda i principali emittenti di obbligazioni ESG-linked da inizio gennaio, Scope afferma che il primato spetta a Enel, per 10,1 miliardi di euro, davanti alla società immobiliare CTP NV per 2,5 miliardi di euro, e ancora a Mondelez International Inc per 2,0 miliardi di euro.

Stando alle dichiarazioni di Eugenio Piliego, analista di Scope Ratings, le società nei settori dei servizi di pubblica utilità, immobiliare, beni di consumo, dei trasporti e della logistica hanno continuato a essere gli emittenti più attivi di obbligazioni ESG nel terzo trimestre del 2021 in termini di volume. Le utility hanno dominato in gran parte le emissioni ESG quest’anno e lo scorso anno, ma anche le società immobiliari hanno recuperato rapidamente.

Fanno eco a tali dichiarazioni quelle di Klaus Kobold, analista di Scope, secondo cui “stanno emergendo emissioni verdi in modo regolare da alcuni altri settori, ed in particolare da quello chimico. Nobian NV ed Evonik Industries hanno partecipato al mercato del debito ESG con prestiti da 525 e 500 milioni di euro nel terzo trimestre, dopo aziende del calibro di Air Liquide SA, DSM NV e Lanxess“.

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