In un contesto in cui è sempre più importante cercare un rendimento coerente con il proprio profilo di rischio, in un’ottica di migliore diversificazione del proprio portafoglio, gli investimenti obbligazionari sembrano potersi candidare per poter soddisfare entrambe e le esigenze. E, all’interno di tale ventaglio di alternative, le obbligazioni convertibili Contingenti Aditional Tier 1 (AT1) potrebbero rappresentare una buona opportunità. Ma per quale motivo? Per rispondere a questa domanda è anzitutto necessario chiarire cosa si intende con obbligazioni AT1. Sarà proprio questo ciò che faremo nel prossimo paragrafo. Successivamente spiegheremo anche perchè da inizio marzo, il tema dei bond Aditional Tier 1 è tornato ad essere di così forte attualità.
Cosa sono i bond AT1?
Le AT1 sono obbligazioni high yield emesse dagli istituti di credito europeo. Considerato che sono di norma redimibili dopo cinque anni, hanno un tasso di interesse relativamente basso. La gran parte degli istituti bancari che li emette, però, hanno un rating IG (Investment grade). Il maggiore rendimento dipende così dalla loro subordinazione alla struttura del capitale dell’emittente, piuttosto che dalla qualità del credito della banca emittente.
Per quanto attiene le altre principali caratteristiche, di solito si tratta di titoli di tipo perpetuo, senza rimborso pianificato, se non dopo un certo numero di anni prestabiliti, a discrezione dell’emittente. In caso di perdita non pagano alcuna cedola. Dunque, con queste specificità, si tratta di uno strumento di difesa del capitale da parte della banca, con la differenza che rispetto ad altre forme ibride questa obbligazione non viene mai convertita in capitale.
Ne deriva che, come dovrebbe essere intuibile dalle righe di cui sopra, queste obbligazioni hanno un rating di credito più basso rispetto ai titoli di debito più senior dello stesso istituto di credito emittente, offrendo rendimenti maggiori per poter compensare tale rischio.
In questo scenario, i titoli AT1 potrebbero pertanto costituire una buona scelta in uno scenario di grande volatilità, tanto da stimolare l’interesse di quegli investitori che sono maggiormente orientati al rendimento.
I titoli AT1 sono dunque un utile strumento di diversificazione nel proprio portafoglio, grazie alla loro bassa correlazione con i titoli obbligazionari tradizionali, governativi o societari IG.
Fin qui abbiamo descritto i punti di forza dei bond AT1. Purtroppo c’è anche un rovescio della medaglia che soprattutto chi è alle prime armi con il mondo degli investimenti dovrebbe tenere in debita considerazione.
Rischi dei bond AT1
Sono almeno 6 i rischi che caratterizzano le obbligazioni AT1:
- Rischio di conversione: i bond AT1 possono essere convertiti in azioni della banca emittente in determinate circostanze. Ciò significa che, se la banca si trova in difficoltà finanziarie, gli investitori che detengono questi bond potrebbero perdere il loro investimento o vedersi diluire la loro partecipazione nella banca.
- Rischio di cancellazione: in alcune situazioni, la banca emittente può decidere di annullare i bond AT1. Ciò potrebbe accadere, ad esempio, se la banca sta per essere liquidata o se si verifica un evento di default. In tal caso, gli investitori che detengono i bond AT1 potrebbero subire una perdita totale del loro investimento.
- Rischio di tasso di interesse: come per ogni obbligazione, i bond AT1 sono sensibili ai cambiamenti dei tassi di interesse. Se i tassi di interesse aumentano, il valore dei bond AT1 potrebbe diminuire, poiché i nuovi bond emessi con tassi di interesse più elevati diventerebbero più attraenti per gli investitori.
- Rischio di credito: come per qualsiasi obbligazione emessa da un’istituzione finanziaria, esiste il rischio di default dell’emittente. Se la banca emittente non è in grado di onorare i propri obblighi di pagamento sui bond AT1, gli investitori potrebbero subire perdite finanziarie.
- Rischio di liquidità: poiché i bond AT1 sono emessi in quantità limitate e spesso sono detenuti da investitori istituzionali, potrebbe essere difficile vendere rapidamente questi bond in caso di necessità di liquidità.
A chi sono adatti i bond At1 (profilo investitore)
Tirando quindi le somme, le obbligazioni AT1 hanno pochi importanti vantaggi e tanti fattori di rischio. E allora a chi sono indicati?
Trattandosi di strumenti finanziari ad alto rischio sembrano essere più adatti per gli investitori con un profilo di rischio elevato. Gli investitori interessati a questi strumenti dovrebbero quindi cercare il supporto di professionisti del settore finanziario per valutare attentamente i rischi e i benefici prima di investire.
In generale va messo in evidenza che in Italia non ci sono tante piattaforme specializzate nel trading sulle obbligazioni.
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- procedere con l’immissione dell’ordine indicando, eventualmente, anche il limite di prezzo
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L’operazione effettuata verrà subito inserita nel portafoglio.
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Perchè i bond AT1 sono tornati di attualità ad aprile 2023?
Diciamo la verità: per anni le obbligazioni AT1 sono state un argomento riservato ad una nicchia di risparmiatori. Improvvisamente a marzo ecco che i termini bond AT1 sono finiti sulle labbra di tantissimi investitori in correlazione alla crisi del Credit Suisse. Cosa è avvenuto?
In pratica nel corso degli anni, Credit Suisse emesso diversi bond AT1 con l’obiettivo di raccogliere fondi da investitori. Nel 2021, la banca elvetica ha incontrato una serie di problemi, tra cui perdite legate ad un hedge fund americano, il fallimento di una società di finanziamento in Australia e il crollo del fondo Archegos. Tutti questi eventi hanno avuto un impatto significativo sul bilancio della banca e anche sulla capacità di onorare i propri obblighi di pagamento sui bond AT1.
In questo contesto il prezzo delle AT1 di Credit Suisse è crollato e quindi molti investitori hanno subito perdite finanziarie. A marzo 2023 lo scoppio del caos: il fallimento del CS è stato evitato dal salvataggio condotto dalla vecchia rivale di UBS ma ad un prezzo salato per gli investitori: l’annullamento delle obbligazioni AT1.
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