Investire nelle small cap? Potrebbe essere (molto) conveniente. E, secondo Yoram Lusting, Head of EMEA Multi-Asset Solutions, e Michale Walsh, Multi-Asset Solutions Strategist di T. Rowe Price, ci sarebbero almeno 5 validi motivi per poterlo continuare a farlo anche nei prossimi giorni.
Cerchiamo allora di saperne un po’ di più, riepilogando quali siano queste motivazioni, e perché le small cap potrebbero essere ottime destinazioni per i propri impieghi.
Le small-cap sono immuni alle turbolenze globali
Il primo motivo di conveniente per l’investimento nelle small cap è il fatto che queste azioni sono praticamente immuni alle turbolenze globali. T. Rowe Price condivide come il mondo stia affrontando molte sfide, e che la pandemia abbia pesato sulla crescita economica, tanto da aver spinto molte economie in forte recessione.
A ciò si aggiunga anche il fatto che l’ascesa delle tensioni geopolitiche è un altro fattore destabilizzante, con Cina e Stati Uniti che rimangono coinvolte in una guerra commerciale divisiva. Valutato che ci stiamo avvicinando a grandi passi alle elezioni presidenziali USA, le tensioni potrebbero cresce ulteriormente.
Tuttavia, gli esperti di T. Rowe Price ricordano anche come le turbolenze dell’economia mondiale e dei mercati valutari abbiano un impatto maggiore sulle aziende che dipendono maggiormente dall’export, mentre le small cap sono tendenzialmente più focalizzate sui mercati domestici, con un approccio che le rende più immuni alle fluttuazioni delle valute e alle turbolenze economiche.
Le valutazioni delle small cap sono attraenti
Anche se le prestazioni azionarie sono in buona parte influenzate dal sentiment nel breve termine, è anche vero che a pesare maggiormente su un orizzonte più lungo sono le valutazioni. T. Rowe Price, usando un paniere di indici di valutazione ugualmente ponderati (P/E, price-to-book e price-to-cash flows) e paragonando gli attuali livelli agli ultimi 15 anni, ha calcolato come le small cap al momento siano uno dei segmenti con le valutazioni più attraenti nel mercato azionario.
I motivi per cui le small cap hanno sottoperformato sono numerosi ma, tra i vari, spicca il fatto che sono state più sensibili ai rallentamenti economici nei loro specifici Paesi, che hanno minori probabilità di ricevere aiuti fiscali dai governi, e che infine tendono a essere più concentrate nei settori dei beni di consumo, finanziario ed energetico (ovvero, segmenti che non hanno avuto performance positive nell’attuale contesto).
Le speranze di una ripresa economica
Il terzo motivo che spinge T. Rowe Price ad affermare che potrebbero esserci buone ragioni per poter puntare con convinzione sulle small cap è il fatto che sta faticosamente maturando la prospettiva di una ripresa economica.
Ora, è evidente e risaputo che le small cap tendono a performare meglio quando il ciclo economico entra in una fase di ripresa, con interessanti ritorni positivi. Valutato poi che le small cap sono in “ritardo”, questo potrebbe essere il momento giusto per investire su di loro.
Le small cap potrebbero diventare big
Le large cap non diventano tali da un giorno all’altro. Dunque, è ben possibile che molte delle small cap che oggi si stanno valutando positivamente in termini di investimento, potrebbero nel lungo termine dare l’opportunità di prendere parte al percorso di alcune delle aziende che avranno successo domani.
Liquidità e alpha i fattori da considerare
In passato il fattore dimensionale era considerato molto importante per poter scegliere i propri investimenti, valutato che le aziende più piccole venivano considerate come business meno diversificati e con bilanci meno solidi, e dunque con un premio per il rischio più elevato.
Con il passare degli anni, però, le dimensioni hanno perso importanza, ma non certo il ruolo delle small cap nei portafogli, che tendono ad essere meno liquide delle large cap.
Inoltre, conclude l’analisi di T. Rowe Price, l’universo delle small cap è ampio, offrendo una vasta scelta, con società meno note e analizzate. Ciò rende possibile individuare tesori nascosti per i gestori attivi più competenti – il fattore alpha.
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