Mattinata di rimbalzo per l’oro, che nei mercati asiatici ha subito un incremento concomitante all’indebolimento del dollaro statunitense.
La valuta verde ha infatti perso terreno, scendendo al suo livello più basso da maggio 2018, probabilmente sulla scia delle mosse della Federal Reserve, con il presidente Jerome Powell che si è assicurato un più ampio margine di manovra per mantenere i tassi di riferimento più bassi per un periodo più lungo rispetto alle attese iniziali.
Tale atteggiamento ha intuibilmente indotto molti investitori a ritirarsi dal biglietto verde e, di controbilanciamento, l’oro sembra averne guadagnato in slancio.
Nel frattempo, i dati fondamentali che sono stati rilasciati in Cina e in Giappone hanno evidenziato una costante ripresa economica in entrambi i Paesi. Il Caixin Manufacturing Purchasing Managers’ Index (PMI) cinese per il mese di agosto è salito a 53,1 punti, mentre e il Manufacturing Purchasing Managers’ Index (PMI) giapponese ha registrato un aumento a 47,2 punti in agosto. Sebbene il dato del Giappone sia stato inferiore ai 50 punti (un livello che indica l’espansione economica), è stata la contrazione più lenta dell’indice da febbraio.
Gli investitori stanno anche tenendo d’occhio le crescenti tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti, oltre che in Australia.
In particolar modo, le tensioni di Pechino con gli Stati Uniti sono aumentate dopo che lunedì gli USA avevano preannunciato l’intenzione di instaurare un nuovo dialogo economico bilaterale con il Paese, mentre le tensioni con l’Australia sono aumentate in seguito alla detenzione del giornalista australiano Cheng Lei, trattenuto dalle autorità cinesi alla fine di agosto.
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