Il 19 aprile il prezzo del greggio è sceso a 14,47 dollari al barile, toccando il minimo da 21 anni a questa parte. Il giorno dopo, il prezzo del WTI è diventato addirittura negativo, a causa di un eccesso di offerta nel mercato globale dell’energia e di una scarsa capacità di stoccaggio negli USA. Il crollo dei prezzi del petrolio può certamente essere attribuito a un crollo della domanda, a sua volta “favorito” dai blocchi indotti nelle principali economie per poter fronteggiare la pandemia ma… come poterlo fronteggiare adeguatamente con una buona politica di investimento?
Approfittare dei prezzi energetici in calo
È evidente che alcuni investitori potrebbero voler approfittare di questi bassi prezzi storici investendo in fondi tematici o settoriali, come gli ETF incentrati sull’energia. Ma è davvero così semplice?
In realtà, no. Ed è proprio per questo motivo che il nostro suggerimento è quello di fare grande attenzione alla scelta dei “giusti” ETF.
Alcuni fondi settoriali e tematici si concentrano sull’energia senza che abbiano alla propria base uno schema incentrato esclusivamente sul petrolio e sul gas, due delle commodity più in “vista” del momento. Dunque, all’interno di questi fondi ci sono consistenti impieghi in favore di aziende non petrolifere, come le aziende del carbone o dell’energia elettrica, le aziende di energia rinnovabile e gli operatori del settore petrolifero a valle, che non beneficiano direttamente di una ripresa del prezzo del petrolio.
Qualche esempio
Gli esempi non mancano di certo, soprattutto se avrai l’opportunità di investire sui mercati internazionali attraverso la piattaforma di trading di broker professionali e abilitati come eToro (qui il sito ufficiale).
Per esempio, il DSP Natural Resources and New Energy Fund investe in una serie di azioni del settore dell’energia, come Reliance Industries, Coal India, Hindustan Zinc e HPCL. Attualmente, inoltre, ha circa il 10% in Blackrock Global Funds e nella sua “divisione” per l’energia sostenibile con sede in Lussemburgo, e che investe in aziende che operano nel settore dell’energia sostenibile, compresi gli operatori del settore eolico e solare.
Un altro esempio è costituito da DSP World Energy Fund, che è un altro fondo tematico per l’energia, il cui investimento ammonta – per il 57% – in Blackrock Global Funds – World Energy Funds, che si concentra in gran parte sulle major del petrolio e del gas. Un altro 40% è invece destinato al Blackrock Sustainable Energy Fund di cui abbiamo detto poche righe fa. Ed entrambi i fondi, proprio per questo motivo, hanno risentito pesantemente della flessione del mercato dell’energia.
Investire si, ma con cautela
Molti esperti si sono peraltro dichiarati fortemente critici nei confronti di qualsiasi iniziativa di investimento in fondi tematici per l’energia, non consigliando di entrare in fondi settoriali o in fondi tematici a causa della difficoltà di ponderare il corretto market timing, un tema del quale ci siamo recentemente occupati in questo approfondimento.
Insomma, le eccessive incertezze sui fondi settoriali potrebbero scoraggiare gli investitori da un ingresso in “grande” stile, privilegiando invece quello, più mediato, dei piani di accumulo. Peraltro, alcuni osservatori sottolineano come i fondi settoriali non siano il modo più efficiente per cavalcare il possibile recupero del prezzo del petrolio, perché spesso posizionamenti ancora più efficienti potrebbero essere più facilmente conseguiti mediante un fondo azionario che investa proprio nelle compagnie energetiche.
Ancora, se si desidera puntare sulla ripresa di specifiche materie prime, come il petrolio, si può direttamente puntare su un ETF che replica il prezzo del greggio, piuttosto che entrare in un mondo più ampio e meno direttamente monitorabile come quello dei fondi settoriali (anche gli ETF sul petrolio possono essere negoziati con eToro – qui trovi la nostra recensione completa).
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