Nella giornata di ieri Anima ha compiuto un importante balzo in Borsa Italiana sulle voci di un interesse da parte dei transalpini di Amundi. Che sia l’anticamera di un possibile avvio di una nuova stagione di consolidamenti nel risparmio gestito?

Anima – Amundi, si può fare?

Le indiscrezioni di stampa elaborate nella giornata di ieri sostengono che il gruppo francese Credit Agricole, attraverso la sua controllata Amundi, sarebbe seriamente intenzionato a entrare nel capitale di Anima, acquistando una quota di capitale non esplicitata e anticipata dai media, ma che viene comunque accennata come “rilevante”.

Che possa o meno trattarsi di un primo passo per una scalata non è dato saperlo (d’altronde, stiamo parlando di un mero rumor). Ciò che invece è noto è che il capitale sociale di Anima è sostanzialmente in mano a due player nel mondo bancario – postale come Banco Bpm (con il 14,3%) e – appunto – Poste (con il 10%).

Per quanto concerne Credit Agricole, una simile operazione avrebbe certamente il merito di permettere ai francesi di rafforzare la propria posizione nel risparmio gestito. L’istituto ha già una partnership con la Bpm mediante Agos Ducato, e tre anni fa ha comprato Pioneer da Unicredit, per 3,5 miliardi di euro, rendendo l’Italia il secondo mercato per importanza per Amundi.

I consigli degli analisti

Venuti a conoscenza di tale potenziale operazione, i principali analisti hanno immediatamente rivisto al rialzo la propria raccomandazione su Anima. Quelli di Equita, ad esempio, hanno suggerito di acquistare le azioni stimando un target price di 4,7 euro, rammentando che la società tratta con multipli attraenti, con rapporto P/U per il 2020 pari a 7x, contro i 13x di Amundi.

Tuttavia, è anche vero che per l’operazione sarà necessario avviare un accordo con Bpm, considerato che le due società sono legate da un accordo di partnership a lungo termine che dovrebbe essere corposamente rivisto.

Il primo passo per il consolidamento del gestito italiano, però, forse è già stato compiuto.

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