Le Poste Italiane continuano a rappresentare, con i loro principali prodotti di raccolta, un richiamo irresistibile per molte persone. E così, tra i conti BancoPosta, i buoni fruttiferi postali e altre soluzioni, il ventaglio di scelte presso cui allocare i propri risparmi è piuttosto vario ma… non sempre molto conveniente.

Conto corrente, come erodere il proprio saldo

Iniziamo con il rammentare che, tra le varie soluzioni di deposito che sono concesse ai risparmiatori italiani, quella che generalmente sembra soddisfare di meno le ambizioni di crescita del saldo è quella del conto corrente.

Oggi giorno i conti correnti non hanno praticamente alcun tasso creditore e, anzi, non è da escludere che in un prossimo futuro, come avviene in alcune parti d’Europa, possano essere applicati agli stessi dei “tassi negativi”, facendo pagare la clientela per detenere le giacenze.

Anche senza spingerci oltre nel tempo, è evidente che a fronte di un tasso zero quasi tutti i conti prevedano spese e bolli, individuando così la scelta di lasciare il denaro sul conto come soluzione ben poco appetibile.

I buoni fruttiferi postali

Un’alternativa potrebbe dunque essere rappresentata dai buoni fruttiferi postali, strumenti di risparmio spesso interpretati come alternativi ai titoli di Stato, attraverso cui ottenere rendimenti più interessanti, soprattutto sul lungo termine.

Come molti altri prodotti di raccolta, infatti, anche i buoni fruttiferi postali premiano la scelta di vincolare le proprie somme sul medio – lungo periodo, mentre sul breve termine i tassi sono estremamente bassi, e compressi verso lo zero.

A proposito di confronti con i titoli di Stato, molti risparmiatori sembrano preferire questi ultimi grazie alla possibilità di poter negoziare più semplicemente, sul mercato secondario, gli stessi titoli. Dunque, uno strumento più flessibile, che consente una negoziazione in tutti i giorni di Borsa aperta, anche se – evidentemente – su valori che potrebbero essere ben diversi da quelli di acquisto.

E i conti deposito?

Se non si vuole cedere alla tentazione di lasciare i soldi a (non) maturare sul conto, o imbarcarsi lungo il percorso che può condurre ai titoli di Stato e ai buoni fruttiferi postali, c’è sempre la possibilità di collocare i risparmi sui conti deposito. Ma conviene?

In realtà, con il passare degli anni e con l’abbassamento dei tassi di mercato, la remunerazione prevista per i conti deposito (e soprattutto per quelli che non prevedono vincoli) si è fatta via via sempre meno appetibile.

Il risultato finale è che oggi i conti deposito convengono soprattutto nelle loro formule promozionali, spesso riservate alla sola clientela di nuova acquisizione, mentre perdono molto appeal in tutti gli altri casi…

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