Quando si investe sul lungo termine, l’asset allocation diventa un fattore ancor più strategico per un coerente raggiungimento dei propri obiettivi di impiego.
Ma a cosa puntare? Meglio le azioni o le obbligazioni? Meglio seguire un criterio di diversificazione geografica o uno settoriale?
Si tratta, in buona evidenza, di domande più che legittime da parte degli investitori che sono congruamente preoccupati dal comprendere quali titoli inserire in portafoglio.
Come procedere?
Conoscere i prodotti finanziari
Il primo passo che l’investitore dovrebbe compiere è, evidentemente, quello di conoscere quali sono i prodotti finanziari che può acquistare e inserire in portafoglio.
Riassumendo la disponibilità delle principali asset class di investimento, possiamo sintetizzare la possibilità di scegliere:
- azioni,
- obbligazioni,
- immobili,
- liquidità.
Si tenga poi conto che su di esse si può scegliere di investire con varie soluzioni. Una strada privilegiata è ad esempio quella dei fondi comuni di investimento o degli ETF, che possono assicurare una diversificazione professionale grazie al lavoro dei gestori.
Valutare i rischi
Una volta che l’investitore ha ben chiare quale sono le soluzioni alternative, dovrà valutarle con attenzione in riferimento al livello di rischio che ciascuna asset class ingloba.
Evidentemente, il concetto di rischio di un’azione è generalmente maggiore di quella di un prodotto di liquidità. E, all’interno delle azioni, alcune saranno evidentemente contraddistinte da volatilità e VaR maggiori rispetto ad altre.
Il secondo step che l’investitore che desidera perseguire una migliore asset allocation sul lungo termine dovrebbe fare è dunque quella di valutare con particolare attenzione il livello di rischio che può sostenere. E che, in sostanza, dipenderà sia dall’asset class che dalle proprie preferenze, che potrebbero peraltro mutare nel tempo.
La durata dell’investimento
Una volta definito il proprio livello di rischio e ben consci del livello di rischio delle soluzioni che si possono sottoscrivere, si procederà alla costruzione del proprio portafogli avendo come principale riferimento la durata dell’investimento.
È indubbio che la durata degli impieghi dovrà essere pienamente coerente con l’asset allocation, nel senso che il portafoglio deve “avere il tempo” di arrivare al rendimento atteso.
Un investimento azionario richiede un periodo di ritorno che è generalmente maggiore rispetto ad altre forme di impiego.
Gli obiettivi dell’investimento
C’è poi il secondo criterio che dovrà guidare la costruzione del portafoglio, legato all’obiettivo di investimento, inteso come la finalità che si desidera perseguire mediante l’investimento.
Superata questa fase, si potrà procedere alla definizione del proprio portafoglio, avendo sempre in mente la necessità di coniugare il tempo con l’obiettivo di investimento.
Fin qui, qualche indicazione di massima. Si ricorda tuttavia che perseguire una corretta asset allocation per il proprio portafoglio potrebbe non essere facile. Meglio dunque parlarne con un consulente finanziario o, se si ritiene che possa essere una strada perseguibile, valutare la consulenza di un robo advisor.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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