I fondi monetari sono strumenti di investimento della propria liquidità, su cui spesso si investe in caso di orizzonti temporali di breve o brevissima estensione, o nel caso in cui vi sia particolare turbolenza sui mercati finanziari, e si desideri allocare la propria liquidità in qualche strumento a ridotta variabilità di rendimento.

Proprio per questi motivi, premettiamo che spesso dai fondi monetari è bene non attendersi rendimenti elevatissimi, bensì ritorni che sono in linea con il paniere di strumenti obbligazionari di breve termine su cui vanno a investire. Ritorni limitati, dunque, che in un contesto di bassi tassi di interesse come quello attuale potrebbero essere definitivamente erosi dalle commissioni di gestione.

Cosa sono

I fondi monetari sono fondi comuni di investimento che investono il capitale raccolto in obbligazioni a breve termine.

Il loro obiettivo è intuibilmente quello di permettere la conservazione del capitale investito e la generazione di un rendimento in base alla situazione dei mercati. All’interno del loro paniere sono presenti certificati di deposito, obbligazioni a breve termine e titoli di Stato a breve termine. Non è certamente raro che siano presenti altri strumenti, a patto che siano caratterizzati da liquidità e sicurezza nel mercato monetario.

A chi si rivolgono

Come abbiamo anticipato, i fondi monetari si rivolgono prevalentemente a quegli investitori che desiderano approcciare a un investimento a basso rischio, con scarse oscillazioni del capitale investito. L’orizzonte temporale è dunque quello di breve termine.

Commissioni fondi monetari

L’elemento più annoso dei fondi monetari è rappresentato dalle loro commissioni. Non che non siano legittime (anzi), ma purtroppo in strumenti finanziari con rendimenti piuttosto contenuti, i costi della società di gestione del risparmio rischiano di essere pari o maggiori ai ritorni ottenuti in contesti con bassi tassi, come quelli attuali.

Quando convengono

L’investimento in fondi monetari potrebbe convenire in una lunga serie di ipotesi, fermo restando che tutto dipenderà dalle caratteristiche specifiche dell’investitore e, in particolar modo, dal suo profilo di rischio e dal suo orientamento o meno alla scelta di prodotti volatili.

Detto ciò, una scelta di investimenti in fondi potrebbe essere quella del timore del bail in. I risparmiatori che hanno più di 100.000 euro sul proprio conto corrente potrebbero infatti non vedersi rimborsata la somma eccedente tale soglia dal fondo interbancario di tutela dei depositi. Investire le eccedenze presso i fondi monetari potrebbe dunque essere una buona scelta per poter tutelare il proprio patrimonio. Naturalmente – ma questo è un altro discorso, del quale ci occuperemo in separato approfondimento – il rischio effettivo di bail in, e dunque il fatto che la propria banca venga posta in liquidazione, è sempre piuttosto basso.

Una seconda ipotesi è quella del “parcheggio” della propria liquidità in eccesso. Se infatti l’investitore è incerto sul da farsi, perché magari deve rivalutare la propria strategia, potrebbe trovare convenienza ad allocare i propri risparmi nel fondo monetario in attesa di comprendere quale sia la migliore strada per i propri risparmi. Al fine di risparmiare sulle commissioni, se l’investitore ha già allocato dei risparmi sui fondi, potrebbe dunque trovare di convenienza effettuare uno switch dal fondo più rischioso a quello meno rischioso, ovvero quello monetario.

Ulteriore scelta strategica potrebbe essere quella legata ai timori di un rialzo dei tassi. Un incremento potrebbe infatti far scendere il valore delle obbligazioni in circolazione. Maggiore è la scadenza, più forte sarà la pressione al ribasso, se i rendimenti saliranno. I fondi monetari permetteranno d iridurre l’impatto dei tassi in salita grazie alla breve estensione dei titoli in portafoglio.

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