In una recente nota a cura di Tad Rivelle, Chief Investment Officer Fixed Income, TCW ci rammenta come le obbligazioni high yield (HY) statunitensi abbiano reso quasi il 7% nei primi tre mesi del 2019.

Il dato è evidentemente molto positivo e, ad alcuni investitori, ha suggerito che la fine del ciclo del credito potrebbe essere più lontana di quanto non sembrasse appena qualche mese fa.

Tuttavia, TCW invita ad analizzare tale dato più nel dettaglio, facendo così emergere alcuni elementi che possono contribuire a realizzare un quadro leggermente diverso. L’analista sottolinea in tal proposito come i bond con rating CCC, ovvero la fascia più bassa dei titoli ‘junk’, in realtà non abbiano partecipato a questo rally, mantenendo invece uno spread di circa 850 punti base rispetto ai Treasury. Un elemento da non sottovalutare, poiché ci indica come i timori sperimentati dagli investitori nell’ultimo trimestre del 2018 non siano stati del tutto dissipati. Ovvero, nel corso dell’attuale trimestre, gli investitori stanno selezionando i bond con maggiore attenzione di quanto non abbiano fatto in altri periodi storici che sono stati identicamente contraddistinti da rendimenti elevati, come avvenuto nel 2017.

Partendo da tale spunto, la nota si occupa poi di compiere una focalizzazione su un esempio quale quello di EP Energy. EP Energy ha attualmente oltre 4 miliardi di dollari di debito, e il valore dei suoi bond è crollato di 40 centesimi in soli due giorni, dopo che sono stati annunciati utili ben sotto le attese. Tale delusione è stata sufficiente a scatenare un immediato riprezzamento dell’intera struttura del capitale, dimostrando pertanto come l’atteggiamento degli investitori sia mutato.

Il passo successivo è dunque quello di domandarsi quanto il mercato del credito sia effettivamente distante da una contrazione o una inversione. Sebbene un paio di mesi fa il mercato sembrasse muoversi con decisione in tale direzione, la situazione è cambiata quando il Presidente Powell ha deciso che ci si stava arrivando troppo rapidamente e ha preso iniziativa, facendo invertire marcia alla Fed. Ora, la domanda cruciale – sottolinea la nota TCW – è se la Federal Reserve sia realmente in grado di rimandare la fine del ciclo all’infinito, o se si tratti solo di un rinvio temporaneo cosa che, evidentemente, sembra essere l’opzione più probabile.

Agli investitori, TCW suggerisce di adottare un atteggiamento difensivo, concentrandosi soprattutto sui bond con rating più elevato e “combinando strumenti risk-off tradizionali – come Treasury e agency mortgage – a quelli che definiamo ‘bendable asset’ –ovvero degli asset che in caso di crisi sperimentano una riduzione graduale del proprio valore, all’opposto dei ‘breakable asset’, che invece tendono a subire un riprezzamento brusco e ‘catastrofico’”.

Di contro, in questa specifica fase bisognerebbe evitare l’adozione di una strategia tipicada inizio ciclo’, ovvero prevedendo allocazioni significative verso HY, Mercati Emergenti e fasce più basse della struttura del capitale, con elevata leva finanziaria e operativa.

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