Dopo un buon inizio dell’anno, che è seguito a un’inversione di tendenza del processo di allentamento monetario dei mesi di novembre e di dicembre 2018, i mercati del credito sembrano essere tornati a un contesto molto più simile a quello che ha caratterizzato una gran parte del 2018. La situazione è infatti contraddistinta da un mix di spread di mercato in contrazione, tassi di default non ancora in ripresa, e altri elementi recentemente analizzati da una nota di Pierre Verlé, head of credit di Carmignac.

Secondo Verlé, con l’avanzare di questo ciclo del credito, già molto lungo, l’avversione al rischio dovrebbe crescere ancora, mentre la dispersione dovrebbe crescere. A questo punto, l’analista si aspetta che si accentui sempre più il divario tra ciò che è considerato rifugio e ciò che è considerato rischioso e che, “quando un emittente smette di essere percepito come privo di rischio, i prezzi calino con la possibilità di generare interessanti rapporti rischio/rendimento”.

In aggiunta a tale riflessione, Verlé osserva anche come la composizione dei mercati del credito sia mutata in maniera radicale nel corso degli ultimi anni. Di fatti, mentre all’epoca della crisi finanziaria globale, gli istituti di credito accentravano l’attività di finanziamento, oggi invece sono le istituzioni buy-side (come i fondi pensione, amministrazioni comunali, fondazioni ecc.) a detenere la maggior parte del rischio di credito, sotto forma di ETF o fondi con un approccio constrained rispetto ai benchmark. Un nuovo contesto che – precisa ancora Verlé – dovrebbe far aumentare la volatilità nella prossima fase ribassista del ciclo.

Insomma, in tale scenario di fase avanzata del ciclo economico, i mercati del credito dovrebbero essere osservati in maniera più approfondita e specifica. Tuttavia, è anche vero – conclude l’esperto – che quello attuale è “un contesto che favorisce gli stock picker obbligazionari. Poiché la dispersione è destinata a protrarsi, prevediamo di mantenere un profilo di rischio complessivamente prudente e di investire in modo redditizio ai margini dei mercati, dove la combinazione di avversione al rischio e calo della liquidità creerà opportunità idiosincratiche per l’investitore con un approccio di gestione flessibile”.

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