Il mese di gennaio 2019 è stato il primo periodo in cui la BCE non ha incrementato il proprio bilancio acquistando obbligazioni. Considerato che tutto ciò avviene proprio nel momento in cui alcune economie dell’area euro stanno entrando in recessione, molti richiedono all’istituto monetario di Francoforte di adottare nuove misure per sostenere il sistema bancario e rilanciare così la crescita del credito. Ma servirà davvero=
Secondo quanto afferma una recente nota di Nick Wall, gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond, di Merian Global Investors, infatti, una correlazione non implica necessariamente un rapporto causale.
Pertanto, sebbene sia innegabile che la crescita è debole, è anche vero che gran parte di questa debolezza è legata a un contesto esterno più debole a causa della Brexit, e ancora al venire meno del programma di stimolo statunitense e in particolar modo al rallentamento della Cina, piuttosto che essere dunque dovuta alla fine del quantitative easing da parte della Banca Centrale Europea.
Per Merian Global Investors la valutazione è semplice: Mario Draghi è abile, ma non può risolvere i problemi di tutto il mondo.
Dunque, in un quadro domestico che sembra essere ancora solido, con la disoccupazione in calo, i salari in aumento e il prezzo del petrolio su livelli bassi rispetto alla storia recente, tutto ciò che la BCE può (e deve) fare è mantenere condizioni finanziarie il più accomodanti possibili, svalutando l’euro, fornendo una forward guidance chiara e determinata per il futuro e riacquistando le obbligazioni che giungono in scadenza.
Naturalmente, il contesto esterno potrebbe invertirsi, e dunque impattare diversamente sul contesto in cui la Banca Centrale sceglierà la sua policy, nel caso in cui gli Stati Uniti e la Cina riuscissero a mettere fine alla guerra commerciale e tecnologica, o se le misure di allentamento della Cina facessero ripartire il credito.
Il punto fondamentale, per gli analisti di Merian, è che Draghi ha fatto bene a non essere reattivo nel corso dell’ultima riunione BCE, considerato che – come abbiamo già rammentato – l’Eurozona sta attualmente subendo gli effetti di un rallentamento globale influenzato da Stati Uniti e Cina, e che non sono certo le mosse della BCE in ottica QE ad aver impattato negativamente sulla zona.
In ogni caso, conclude Merian, chiari sembrano essere gli strumenti che la BCE ha potenzialmente a disposizione, e che sono realisticamente limitati alla forward guidance e alle TLTRO. Meglio dunque risparmiare tali munizioni per i prossimi mesi, cruciali per l’economia globale.
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