Sottoscrivere una rendita integrativa conviene? Prima di dare una risposta a questa domanda, è bene fare una premessa e spiegare il perchè in Italia oggi si parla così tanto di rendita integrativa come strumento di risparmio gestito.
Il nostro paese da un lato va incontro ad un continuo decremento demografico mentre dall’altro subisce gli effetti del naturale allungamento delle aspettative di vita. L’età media degli italiani è sempre più lunga e, secondo le ultime previsioni, traguardi impensabili fino a pochi decenni fa, potrebbero presto essere tagliati. In particolare l’Istat ritiene che entro l 2065 l’età media degli uomini possa arrivare a 86 anni e quella delle donne addirittura a 90 anni.
Questo trend, da un certo punto di vista, è fantastico e consacra l’epoca attuale come quella in cui si vive più a lungo. Tuttavia l’allungamento dell’età media ha dei costi non solo sociali ma anche personali. Può reggere l’attuale sistema pensionistico all’allungamento delle aspettative di vita? Su questo punto c’è tutto un dibattito che certamente si protrarrà per i prossimi anni. Il tempo delle scelte personali però è oggi ed è per questo motivo che in tanti preferisco agire già da ora rivolgengo la propria attenzione alla rendita integrativa da affiancare alla pensione pubblica.
Il settore della rendita alternativa e della previdenza complementare sarà certamente uno dei cardini dello sviluppo dell’industria previdenziale per i prossimi anni.
Quando si parla di rendita alternativa, il riferimento è ad una pluralità di strumenti oggi presenti sul mercato. Sono strumenti di rendita alternativa le tantissime forme di previdenza complementare ma anche gli svariati strumenti di gestione del risparmio. Nel macro-area della rendita alternativa si trovano, al tempo stesso, fondi pensione chiusi, i fondi pensione aperti, i piani individuali pensionisti, le polizze vita e fondi comuni di investimento. In pratica c’è di tutto tra gli strumenti per creare oggi una rendita alternativa. Ovviamente non tutti gli strumenti sono ideali per tutti visto che ci sono tantissimi fattori di cui tenere conto dalla durata, ai costi fino alla flessibilità e ovviamente alla tassazione. A ogni modo, giusto per chiudere il discorso iniziale, la rendita integrativa conviene, questo è certo.
Rendita integrativa quanto versare?
La domanda che a questo punto viene spontanea è: quanto versare nella rendita alternativa? Premesso che il calcolo lo può fare solo il diretto interessato poichè solo lui sa quella che è la situazione, ecco alcune indicazioni. Per stabilire l’importo della rendita integrativa da affincare alla pensione, è necessario tenere conto di tante variabili come l’età del lavoratore, tasso annuo di rendimento dello strumento scelto, il coefficiente di trasformazione e gli importi versati.
Le variabili sono così tante che l’unica conclusione alla quale è possibile arrivare è che oggi non è possibile su due piedi stabilire quanto versare al mese per avere una rendita alternativa. Attenzione però perchè se mancano indicazioni precise, quelle che non mancano sono le proiezioni. Ognuno infatti grazie alle proiezioni può calcolare quella che è la sua rendita integrativa indicativa.
Volendo però fare un esempio che renda l’idea di quanto si potrebbe comunque ottenere, si può prendere in considerazione un case study elaborato dalla società di consulenza previdenziale Progetica. Si tratta di proiezioni che però possono contribure a farsi un’idea.
Se l’obiettivo è quello di avere circa 1000 euro in più al mese (appunto una rendita integrativa da affiancare alla pensione tradizionale) allora si dovranno versare circa 100 euro al mese a partire dal 30esimo anni di età. Ovviamente man mano che l’età di apertura dello strumento di rendita integrativa sale, anche la somma da versare al mese aumenta. E così se si inizia a versare a partire dai 40 anni, per avere 1000 euro al mese di rendita integrativa, sarà necessario versare 200 euro al mese.
Logicamente man mano che si sale con l’età, è necessario versare sempre di più per avere somme dignitose come rendita da affiancare alla pensione. Appunto per questo motivo è sempre consigliabile aprire uno strumento di rendita integrativa quando si è più giovani. Non ci sono scuse per non farlo ma al contrario ci sono tantissime buone ragioni a partire dalla sostenibilità dell’attuale sistema pensionistico italiano.
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