Il Marocco è stato scosso da un violento terremoto una settimana fa, con conseguenze tragiche. Secondo quanto riferito dal media marocchino medias24, il bilancio delle vittime ha raggiunto quota 2.497, mentre i feriti sono almeno 2.476. Un disastro di tale portata richiede una risposta immediata e coordinata per soccorrere le persone colpite e mitigare i danni. Tuttavia, la situazione attuale è caratterizzata da una serie di controversie riguardo alle offerte di aiuto da parte di diversi paesi.
Il bilancio delle vittime e dei feriti continua a salire in modo preoccupante. Oltre alle persone già contate come vittime, molte altre sono intrappolate sotto le macerie, rendendo urgente l’arrivo dei soccorsi. La rapidità dell’intervento nei primi giorni dopo un terremoto è cruciale per massimizzare il numero di vite salvate e garantire l’assistenza necessaria a coloro che sono riusciti a sopravvivere. Tuttavia, sembra che i soccorsi stiano procedendo a un ritmo più lento del dovuto, soprattutto nei villaggi più colpiti.
Perché il Marocco accetta aiuti solo da 4 Paesi
La controversia principale riguarda la decisione del Marocco di accettare aiuti internazionali solo da quattro paesi: Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. La versione ufficiale del governo marocchino sostiene che questa scelta è stata fatta per evitare la mancanza di coordinamento, che potrebbe ostacolare gli sforzi di soccorso. Tuttavia, molti ritengono che ci siano motivi politici dietro questa decisione.
I resoconti dei testimoni sul campo dipingono un quadro in cui la macchina organizzativa sta lottando per far fronte alla situazione. A Marrakech, le vittime del terremoto si trovano ancora per la terza notte consecutiva in strada, mentre le squadre di soccorso internazionali cercano di raggiungere i villaggi di montagna remoti, gravemente colpiti dalla catastrofe. La disperazione cresce, e molte persone cercano di estrarre i sopravvissuti dalle macerie da sole, poiché l’assistenza ufficiale tarda ad arrivare.
È importante notare che molti volontari, italiani e provenienti da altri paesi, stanno aiutando in modo indipendente nei villaggi isolati. Un esempio è il presidente del Raggruppamento Operativo Emergenze (Roe), Cicchetti Marchegiani, che si trova in Marocco con un team di quattro persone per offrire assistenza alle comunità colpite. Ha dichiarato: “Siamo qui in forma privata, non c’entra niente lo Stato italiano”. Questo dimostra l’importanza dell’impegno individuale in situazioni di emergenza.
Le possibili motivazioni politiche
Alcuni esperti e giornalisti avanzano ipotesi più profonde sulle motivazioni dietro la selezione limitata dei paesi da parte del Marocco per ricevere aiuti. In particolare, si fa notare il deterioramento delle relazioni tra il Marocco e la Francia, che è in corso da almeno due anni, in seguito allo scandalo Pegasus, un’inchiesta sulle conversazioni telefoniche del presidente francese. Alcuni ritengono che questa situazione possa aver influito sulla scelta dei paesi dai quali accettare aiuti.
Fonti diplomatiche marocchine cercano di placare le polemiche, affermando che il paese segue un approccio responsabile ed efficace nella gestione delle richieste di sostegno internazionale. Sottolineano che una volta individuata la necessità, vengono contattati coloro che hanno offerto il loro aiuto in base alle esigenze specifiche.
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