Nella giornata di oggi negli USA le primarie 2024 giungono all’appuntamento del Super Tuesday, ma di cosa si tratta esattamente e perché ha così tanta importanza anche fuori dagli USA?
Cos’è il Super Tuesday delle primarie degli Stati Uniti?
Quella del Super Tuesday è una data chiave delle primarie, perché si inizia a capire quali saranno i candidati in corsa per la Casa Bianca per i Repubblicani e per i Democratici.
Ed è proprio con il Super Tuesday che si inizia ad entrare nel vivo della sfida per l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti. Si tratta di una delle tappe principali che scandiscono il percorso che a novembre 2024 decreterà il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Ed è proprio tra queste tappe che emergeranno i nomi dei due candidati che si contenderanno la presidenza. Il candidato di ciascuno dei due schieramenti verrà definito attraverso due modalità: le elezioni primarie e i caucus.
E per quel che riguarda le primarie, ricordiamo che si tengono ogni quattro anni e durano in tutto cinque mesi, tra gennaio e giugno. Le date, le modalità e le regole delle primarie possono comunque variare da Stato a Stato, quindi non esiste un unico regolamento ufficiale cui fare riferimento.
Eccoci qundi al Super Tuesday, vale a dire al giorno in cui va al voto la maggior parte degli Stati sia per quel che riguarda i Democratici che i Repubblicani. Al termine della giornata di oggi quindi sarà un po’ più chiaro a tutti chi potrebbe emergere come candidato di ciascuna delle due fazioni, ed è quindi un dato di grande interesse non solo per gli USA ma per tutto il mondo.
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Dove si vota per il Super Tuesday e chi può votare
In tutto, gli Stati in cui si voterà nella giornata di oggi sono 15: Alabama, Alaska, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachussets, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont e Virginia. A questi si aggiunge anche il territorio delle Samoa americane.
A definire con esattezza chi sono gli aventi diritto ad esprimere una preferenza attraverso le primarie sono i regolamenti statali, quindi ciò non dipende da decisioni in capo alla direzione del partito, tanto nel caso dei Democratici quanto nel caso dei Repubblicani.
Vi sono però delle regole universali, cioè che valgono per qualsiasi Stato. Una di queste è quella che stabilisce che ogni elettore può esprimere una sola preferenza tra i delegati che supportano i candidati del partito.
Occorre infatti precisare che negli USA, a differenza di quanto accade in Italia, l’elettore non sceglie direttamente il candidato presidente del proprio partito, bensì il delegato che lo supporta e che esprimerà per lui la sua preferenza al Congresso nazionale del partito.
Quanto agli aventi diritto ad esprimere il proprio voto alle primarie USA, in questo caso ogni Stato ha le sue regole. Una però è in comune a tutti, e cioè che per votare bisogna fare una registrazione. Possono quindi prendere parte al voto solo i cittadini che s sono registrati per il voto, e in alcuni Stati occorre risultare iscritti alle liste del Partito Democratico o del Partito Repubblicano.
Come funziona il meccanismo di voto delle primarie USA
Come accennato, gli elettori che prendono parte alle primarie USA non scelgono direttamente il candidato presidente ma scelgono il delegato da mandare al Congresso nazionale, dove verrà scelto appunto il candidato del partito.
Inoltre spetta sempre al partito scegliere il sistema con il quale si andrà al voto alle primarie. Si può trattare di un modello proporzionale, coi candidati che ottengono un numero di delegati proporzionale al numero di voti ricevuti, o del modello winner-take-all (il vincitore prende tutto) in cui il candidato che totalizza il maggior numero di preferenze si aggiudica tutti i delegati previsti per quello Stato.
Naturalmente esiste in genere un vincolo che i delegati devono rispettare, e che impone il voto a favore del candidato che ha vinto le primarie nel loro Stato. Tuttavia non è da escludere del tutto che ai delegati venga lasciata totale libertà di scelta.
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