Entro la fine di questa settimana il decreto Aiuti dovrebbe superare l’esame del Senato, ma il Movimento 5 Stelle ha già preso una posizione chiara in occasione del voto alla Camera, dove il testo è passato con 266 Sì e 47 No, ma senza l’appoggio dei pentastellati che hanno deciso di non prendere parte.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi nel frattempo si appresta ad incontrare i sindacati, e nel corso dell’incontro tra i temi che saranno affrontati anche quelli cari al M5s che vanno dalla questione del salario minimo al taglio del cuneo fiscale.
Silvio Berlusconi intanto chiede al premier di aprire una verifica della maggioranza e parla di ricatto dei pentastellati, mentre dalla Lega arrivano attacchi su questioni come immigrazione e cannabis.
Il voto alla Camera, M5s non avalla le scelte del governo Draghi
Il voto alla Camera dei Deputati ha mostrato una spaccatura che si fa sempre più profonda tra le posizioni del Movimento 5 Stelle e quelle del governo guidato da Mario Draghi. I pentastellati guidato da Giuseppe Conte non ci stanno e fanno muro sui temi più spinosi, quelli su cui l’esecutivo ha chiuso tutte le finestre di dialogo ponendo per l’ennesima volta la questione di fiducia.
Quanto alle operazioni di voto che si sono svolte alla Camera dei Deputati, complessivamente non hanno preso parte al voto 227 deputati, oltre agli 88 assenti giustificati in quanto in missione. Tra i Parlamentari del M5s sono stati 85 quelli che non hanno preso parte al voto come da indicazioni di partito. A questi si aggiungono 41 assenti ingiustificati della Lega, 28 di Forza Italia, 16 del Pd e 11 di Italia Viva.
Ma sono le assenze del M5s a pesare sulla stabilità del governo di Mario Draghi, mettendo in dubbio la composizione della maggioranza che appoggia questo esecutivo. D’altra parte, come lo stesso ex presidente del Consiglio ha fatto notare, quella di non votare alla Camera il decreto Aiuti “era una decisione già chiara, perché c’è una questione di merito per noi importante che avevamo anticipato, c’è una questione di coerenza e linearità, quindi nulla di nuovo. Era stato anche anticipato, è tutto chiaro” ha detto infatti Giuseppe Conte.
Dalla frattura sul decreto Aiuti alla verifica della maggioranza
È stato Silvio Berlusconi a chiedere al presidente del Consiglio di procedere con una verifica della maggioranza alla luce del mancato appoggio del Movimento 5 Stelle sul decreto Aiuti alla Camera.
“Chiediamo al presidente Mario Draghi di sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria, e di prendere atto della situazione che si è creata. Così come siamo stati responsabili nel far nascere il governo Draghi, altrettanto lo saremo nell’ultimo scorcio di legislatura” ha dichiarato infatti il leader di Forza Italia.
“Ecco perché chiediamo che ci sia una verifica della maggioranza al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli Italiani” ha inoltre aggiunto Berlusconi.
Un clima di incertezza quindi, percepito non solo da FI ma anche dalle altre forze politiche che sostengono questa maggioranza, inclusa la Lega di Matteo Salvini che appoggia la richiesta da parte dei forzisti perché si proceda con una verifica della maggioranza. “Bene la richiesta di chiarimento sull’attività del governo, a cui aggiungiamo la necessità di stoppare le leggi su droga libera e cittadinanza facile” dicono fonti del Carroccio “non è questo che si aspettano gli italiani da questa maggioranza”.
Dalle forze che sostengono Draghi ferma condanna della decisione del M5s
Per fare il punto della situazione il leader di Forza Italia ha convocato un vertice d’urgenza che si è poi svolto ad Arcore con la partecipazione del coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani e i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli. All’incontro hanno preso parte anche i dirigenti azzurri e la squadra di governo.
Nel corso del meeting si è parlato di “crisi energetica, inflazione che erode il potere di acquisto delle famiglie, contagi da Covid, tensioni internazionali” recita una nota emessa da Forza Italia, nella quale si legge anche la ferma condanna della scelta operata dai pentastellati. “Il momento politico richiede serietà e pragmatismo, non le provocazioni o i distinguo dei Cinquestelle, che mettono a rischio il lavoro svolto da questo governo di unità nazionale. La decisione di uscire dall’Aula sul Dl Aiuti è gravissima” si legge ancora nella nota “e non potrà essere senza conseguenze”.
Simile la posizione della Lega, ma con un pensiero ai temi che turbano i sonni del suo elettorato storico, che vanno dalla lotta all’immigrazione al proibizionismo sull’uso della cannabis.
“Abbiamo votato la fiducia e voteremo il Dl Aiuti per un patto di governo di assoluta emergenza e per le sue misure. Ma dico anche quello che non vi voteremo. Non vi voteremo la droga facile, la cittadinanza facile, l’immigrazione e gli sbarchi facili, il ritorno alla Fornero facile o la riforma del catasto ai valori di mercato. Saremo responsabili sui temi economici e gli aiuti, ma basta demagogia, non faremo sconti” dice il deputato leghista Massimo Bitonci.
Non passa inosservata poi la dichiarazione rilasciata qualche giorno fa da Matteo Salvini che, in occasione di una festa del partito ad Adro in provincia di Brescia, aveva affermato: “da domani in avanti noi voteremo solo e soltanto quello che serve all’Italia e agli Italiani, il resto lo lasciamo votare a Pd e M5s”. Una dichiarazione che sembra lasciar intendere che fino ad oggi la Lega ha votato anche cose che, evidentemente, non servivano all’Italia e agli Italiani. A chi servivano allora?
“Marcucci: “mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati”
Tanta preoccupazione per le sorti dell’attuale esecutivo è stata esternata anche da esponenti del Partito Democratico, con il senatore dem, Andrea Marcucci, che dopo aver preso atto del mancato voto del M5s al decreto Aiuti, ha condannato fermamente la linea dei compagni di governo.
“La scelta politica del M5s è grave” ha quindi dichiarato Marcucci “indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l’esecutivo Draghi”.
Massima indignazione anche da parte della nuova realtà politica sotto la guida di Luigi Di Maio. “Assurdo voltare le spalle agli italiani, non votando un provvedimento importante come il dl Aiuti che stanzia decine di miliardi contro il caro bollette e il caro energia” dice una nota emessa da Iolanda Di Stasio e Primo Di Nicola, rispettivamente capigruppo di Camera e Senato di Insieme per il Futuro “davanti a provvedimenti che contrastano un’emergenza nazionale servirebbe compattezza da parte di tutte le forze politiche, ma c’è ancora una volta chi pensa solo ai sondaggi e si nasconde dietro a egoismi di partito. Così si porta il Paese a sbattere”.
Non poteva mancare il commento di Italia Viva, con il presidente del partito, Ettore Rosato, che rievoca la crisi del secondo governo Conte. “Il M5s non vota il Dl Aiuti. Inizia il Papeete di Conte. Almeno nel 2019 non avevamo covid, guerra in Ucraina e inflazione all8%” dice Rosato, come se si trattasse di disgrazie volute dal fato e non di problemi legati a scelte politiche.
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