Nella settimana dal 20 al 24 novembre, la Camera dei Deputati si prepara a discutere le proposte di legge riguardanti la ratifica del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.
Questo importante passo nel processo legislativo segna la ripresa dell’iter parlamentare dopo una sospensione voluta dalla maggioranza, che è stata votata lo scorso luglio. L’attenzione sull’Italia è palpabile, dato che è l’unico Paese dell’area euro che non ha ancora dato il via libera a questo nuovo Mes.
La mancata ratifica del Mes e le sue implicazioni politico-economiche
Il tema della mancata ratifica del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità da parte dell’Italia sta richiamando l’attenzione non solo a livello nazionale ma anche all’interno del vertice dei leader dell’eurozona. A sollevare la questione, in linea con quanto scritto nella lettera inviata al presidente Charles Michel, è il presidente dell’eurogruppo, Paschal Donohoe.
Egli sottolinea l’importanza di portare a termine la riforma del Mes e i benefici che questa comporterebbe per l’architettura istituzionale europea. Donohoe afferma che negli ultimi mesi sono stati ricevuti aggiornamenti regolari sull’iter parlamentare in corso per la ratifica del Trattato del Mes in Italia, e si attende con impazienza la sua conclusione il più presto possibile.
Il presidente dell’eurogruppo evidenzia che la ratifica di questo trattato rappresenta un passo avanti verso un’Unione bancaria più resiliente e un’Unione economica e monetaria più completa.
Inoltre, si apre anche la possibilità di riflettere collettivamente sul ruolo e sugli strumenti futuri del Mes, rispondendo a una richiesta espressa soprattutto dall’Italia, che è stata molto critica sull’uso del Fondo salva-Stati per attuare politiche d’austerità durante la crisi dell’Eurozona.
Mentre il governo italiano sta prendendo tempo e preparando una possibile “exit strategy”, la questione del Mes rimane divisiva anche tra i partiti di opposizione. Partito Democratico, centristi e +Europa hanno sostenuto la ratifica fin dall’inizio, mentre il Movimento 5 Stelle è tradizionalmente stato contrario al Mes, sebbene Giuseppe Conte mostri una certa prudenza sul tema.
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Le preoccupazioni dell’Ue sulla ratifica del Mes da parte dell’Italia
La mancata ratifica dell’Italia è vista con preoccupazione in Europa, soprattutto in vista della scadenza di fine anno, quando scadono gli accordi bilaterali sugli aiuti finanziari messi a disposizione dagli Stati per supportare il Fondo unico di risoluzione.
Questo fondo, noto anche come “salva banche”, avrà una dotazione di quasi 80 miliardi di euro versati dalle banche stesse entro la fine del 2023. Il Mes potrebbe fornire ulteriori 68 miliardi di euro in linea di credito di emergenza.
La preoccupazione è che gli 80 miliardi del Fondo unico di risoluzione potrebbero non essere sufficienti in caso di eventi simili a quelli verificatisi a metà marzo presso il Credit Suisse. In assenza del Mes come riserva, le finanze pubbliche dei Paesi potenzialmente coinvolti dovrebbero intervenire in caso di crisi finanziaria. Questa situazione ha generato preoccupazione sia per la possibile limitazione dell’uso dello strumento sia per l’impatto potenziale sui mercati finanziari di fronte a questa incertezza.
Inoltre, c’è un aspetto politico rilevante da considerare: il rispetto dell’impegno alla ratifica del trattato, sottolineato dalla firma. Alcune fonti europee mettono in discussione la posizione dell’Italia all’interno dell’Unione europea, al punto che sembra inimmaginabile persino considerare l’ipotesi di non ratifica.
La decisione sull’approvazione del Mes rappresenta quindi una scelta cruciale per l’Italia, con implicazioni significative sia a livello nazionale che europeo.
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