La situazione economica dell’Italia è tutt’altro che rassicurante, e le prospettive per il prossimo futuro continuano ad essere quanto mai preoccupanti, specie in considerazione dei possibili sviluppi della crisi ucraina e dei rapporti con Mosca apparentemente destinati a non migliorare.
Giungono in questo contesto le raccomandazioni della Commissione Ue nel pacchetto di primavera del semestre europeo, che mette in evidenza le fragilità del sistema Italia in particolare, per via di “elevato debito pubblico e debole crescita della produttività” con un mercato del lavoro permeato da profonde vulnerabilità e contraddizioni.
Da Bruxelles parlano di possibili “sfide” per il settore bancario, e si torna sul tema del Patto di Stabilità, che resterà sospeso ancora per il 2022 e 2023, ma dall’anno seguente i vincoli torneranno in vigore con tutto ciò che ne consegue. Nel frattempo viene lasciato “spazio affinché la politica di bilancio nazionale reagisca, passando dal sostegno all’economia alla prudenza di bilancio”.
In Italia crescita debole ed elevato debito pubblico
La Commissione Ue ha evidenziato che l’Italia “sta vivendo squilibri eccessivi” precisando che “le vulnerabilità riguardano l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera”.
Nell’analisi svolta dalla Commissione europea nell’ambito delle raccomandazioni del pacchetto di primavera del semestre europeo, viene altresì evidenziato che “il rapporto tra debito pubblico e Pil ha iniziato a diminuire nel 2021 e si prevede un ulteriore declino, ma rimane un rischio per la sostenibilità fiscale, il settore finanziario e la crescita economica”.
Qualche ombra all’orizzonte potrebbe addensarsi soprattutto per il settore bancario, che “potrebbe trovarsi di fronte a sfide per l’impatto della graduale eliminazione delle misure di sostegno temporaneo in risposta alla crisi pandemica”.
Per la Commissione Ue, fondamentale accelerare sul Pnrr
Una situazione di profonda instabilità quindi per l’economia italiana, e secondo la Commissione Ue proprio per questo è fondamentale accelerare sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Pnrr “sta affrontando le vulnerabilità, anche stimolando la competitività e la produttività” spiega la Commissione Ue “tuttavia l’effetto di crescita degli investimenti e delle riforme richiederà probabilmente del tempo per svilupparsi e dipende in modo cruciale da un’attuazione rapida e sana”.
Nelle raccomandazioni della Commissione Ue del pacchetto di primavera si legge che “i piani di bilancio degli Stati membri per il prossimo anno dovrebbero essere ancorati a percorsi prudenti di aggiustamento a medio termine che riflettano le sfide della sostenibilità di bilancio associate agli elevati livelli di debito-Pil che sono ulteriormente aumentati a causa della pandemia”.
Naturalmente, più che la pandemia in sé, ad aver determinato questo aumento vertiginoso del rapporto debito Pil è stata la gestione della pandemia, sulla strada di lockdown e restrizioni che dal punto di vista sanitario ben pochi risultati hanno prodotto.
E se fino ad ora la sospensione del Patto di Stabilità ci aveva tenuto al riparo almeno da una parte di quelle scelte politiche che hanno determinato la più grave crisi economica in Italia dal dopoguerra, presto si dovranno fare i conti anche con il ripristino dei paletti della Bce.
Patto di Stabilità sospeso fino al 2023 ma nel 2024 tornano le regole
Tutti quei rigidi paletti che fino alla finanziaria 2020 dovevano necessariamente essere rispettati, sono stati sospesi ‘con un click’ fino al 2023 compreso. Nel frattempo il rapporto debito Pubblico – Pil è schizzato intorno al 155% registrando un aumento di circa 20 punti percentuale, in parte per via del vertiginoso aumento della spesa pubblica e in parte per via del calo del PIL.
Le regole che imponevano il rispetto di alcuni standard ben precisi però sono state messe da parte e lo sono tuttora. Il Patto di Stabilità è stato infatti sospeso fino alla fine del 2023, ma per il 2024 i vari obblighi torneranno in vigore e dovranno essere rispettati.
“L’accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Ucraina, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue perturbazioni della catena di approvvigionamento giustificano l’estensione della clausola di salvaguardia generale” che è quella che sospende gli obblighi imposti con il Patto di Stabilità per il 2023, ma non per il 2024, quando la clausola sarà disattivata come tengono a precisare dalla Commissione Ue.
“L’attivazione della clausola di salvaguardia generale anche nel 2023 garantirà lo spazio affinché la politica di bilancio nazionale reagisca prontamente quando necessario, garantendo nel contempo una transizione graduale dal sostegno ampio all’economia” che abbiamo visto “durante il tempo della pandemia, verso una crescente attenzione a misure temporanee e mirate alla prudenza di bilancio necessarie per garantire la sostenibilità a medio termine”.
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