La Casa Bianca
Joe Biden appoggia Kamala Harris - BorsaInside.com

Ufficialmente non è ancora detto che sarà Kamala Harris, l’attuale vice presidente degli Stati Uniti, a sostituire Joe Biden per la corsa alla Casa Bianca alle prossime elezioni presidenziali che si terranno il 5 novembre 2024.

A stabilire chi correrà per i democratici sarà infatti la convention di Chicago che si terrà il 19 agosto prossimo, tuttavia in pochi si aspettano che qualche altro candidato possa rivelarsi più forte di Kamala Harris.

Kamala Harris nuovo “burattino di Alexander Soros” alla Casa Bianca

Elon Musk ha pubblicato un commento sul suo social network X in cui ringrazia Alexander Soros, figlio del noto miliardario statunitense George Soros, per aver già rivelato chi sarà il suo prossimo burattino “puppet” alla Casa Bianca.

Sembra quindi che i giochi siano già fatti, ma d’altra parte il vantaggio della Harris è evidente sugli altri possibili candidati per il partito democratico. Intanto ha ottenuto l’appoggio del presidente uscente, Joe Biden, e al tempo stesso potrà contare su risorse e infrastrutture già a disposizione del comitato Biden.

Tra i punti a suo favore anche il fatto che fa già parte dell’amministrazione. Da non sottovalutare poi il fatto che, nel caso in cui dovesse vincere, sarebbe la prima donna a diventare presidente degli Stati Uniti.

Ma quali potrebbero essere le alternative? Tra i possibili candidati alla Casa Bianca per il partito democratico troviamo Andy Beshear, 46 anni, governatore del Kentucky eletto e poi rieletto in uno stato storicamente Repubblicano; Josh Shapiro, 51 anni, governatore della Pennsylvania; Roy Cooper, governatore del North Carolina; Wes Moore, governatore del Maryland; Mark Kelly, senatore dell’Arizona ed ex astronauta.

Si tratta di uomini bianchi, fatta eccezione di Moore, e negli ambienti democratici questo potrebbe risultare uno svantaggio. Non dimentichiamo infatti che la Harris non solo è una donna, ma è per metà di origini giamaicane e per metà indiane.

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Donald Trump resta il favorito nella corsa per la Casa Bianca

Il fatto di aver cambiato candidato a pochi mesi dall’election day potrebbe ridurre lo svantaggio che il partito democratico aveva accumulato nel corso degli ultimi mesi, anche per via delle sempre meno incoraggianti performance pubbliche del presidente uscente.

L’attentato cui l’ex presidente repubblicano è riuscito a scampare per miracolo ha ovviamente assegnato un ulteriore vantaggio a Donald Trump, e quel vantaggio sembra essere tuttora presente, nonostante il passo indietro di Joe Biden.

Di certo la candidatura di Kamala Harris riaprirebbe la partita, ma la verità è che difficilmente i democratici si ritroveranno un candidato con probabilità di successo inferiori a quelle che aveva il presidente uscente.

In ogni caso vale la pena sottolineare che queste elezioni presidenziali negli Stati Uniti potrebbero determinare la fine della guerra in Ucraina, oppure un’ulteriore escalation delle tensioni con Russia e Cina.

Se dovesse vincere il candidato democratico, che presumibilmente raccoglierà l’eredità politica di Biden, la spaccatura tra il blocco occidentale e quello guidato da Russia e Cina si amplierà ancora, con profonde ripercussioni non solo sotto l’aspetto economico-finanziario.

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