Si è discusso molto nelle scorse settimane di quanto sia importante accelerare il processo per il raggiungimento di un’indipendenza energetica dalla Russia, ma all’atto pratico è risultato evidente fin dall’inizio che un simile traguardo, ammesso che sia raggiunto, di certo non lo sarà nel breve termine.

L’Italia, e non solo lei tra i Paesi Ue, non può assolutamente permettersi il lusso di ritrovarsi dall’oggi al domani senza le forniture di gas dalla Russia, ed ora siamo arrivati alla resa dei conti perché il pagamenti per le forniture del mese di aprile viene pagato proprio in questi giorni.

Mosca pubblica la lista dei Paesi che pagheranno il gas in rubli

L’Ue ha tentato fino ad oggi di fare la voce grossa contro la Russia, ma per ora si è limitata a inviare aiuti economici e armi all’Ucraina, ma di fatto guardandosi bene dall’andare oltre, e ha imposto sanzioni contro Mosca che hanno danneggiato l’economia europea più di quanto non abbiano fatto con quella russa, ulteriore prova ne è che il rublo risulta essere la valuta che ha meglio performato nel 2022.

La Russia insomma sta vincendo su tutti fronti e dopo aver posto la condizione che i Paesi ostili pagassero in rubli le forniture di gas, ecco che si appresta a pubblicare la lista di quelli che hanno accettato.

In questi giorni infatti il vice primo ministro russo, Alexander Novak, ha reso noto che “ci sono 54 aziende, tra grandi, medie e piccole, che hanno contratti con Gazprom Export” precisando “mi risulta che circa la metà di loro ha già aperto conti, uno in valuta estera e uno in rubli“.

Questi conti “doppi” cui ci si riferisce come conti K, servono per adempiere alla richiesta di Mosca di pagare il gas in rubli, e al tempo stesso risultare adempienti, quanto meno nella forma ma decisamente non nella sostanza, alle sanzioni imposte contro la Russia.

Come funziona l’escamotage dei due conti, in euro e rublo

Il vice primo ministro Novak ha ricordato che l’elenco definitivo degli acquirenti di gas russo che hanno accettato il sistema di pagamento in rubli sarà pubblicato nei prossimi giorni.

Ricordiamo che i pagamenti per le forniture di gas vengono effettuati ogni 30 giorni, il giorno 20 del mese successivo a quello della consegna. Infatti le forniture di aprile devono essere saldate entro il 20 maggio, cosa che le compagnie petrolifere che hanno avviato l’apertura dei conti K faranno regolarmente, e tra queste troviamo l’italiana Eni, la francese Engie e le tedesche Rwe e Uniper.

In un articolo di approfondimento pubblicato in questi giorni su MilanoFinanza leggiamo a tal proposito che “per mantenersi al riparo dalle sanzioni, la regola è avere la fattura dell’avvenuto pagamento espressa nella valuta prevista dal contratto originale, e quindi prima del cambio in rubli. Alcuni gruppi avrebbero già avuto rassicurazioni da Gazprom, ma dalla Commissione Ue arrivano ancora segnali contrastanti sull’interpretazione delle nuove regole contrattuali”.

Bruxelles insomma mal digerisce che le sanzioni decise contro Mosca di fatto non saranno applicate perché comporterebbero un inevitabile tracollo dell’economia, mentre la Russia potrà sempre, come peraltro sta già facendo, dirottare le forniture di prodotti energetici altrove.

Commissione Ue, Timmermans: “pagare il gas in rubli viola le sanzioni Ue”

Dal momento che quello di restare senza forniture di gas russo è un lusso che né l’Italia né la maggior parte dei Paesi Ue possono permettersi, non restava altro da fare che aprire un conto in rubli e adempiere alle richieste di Mosca.

Su Adnkronos leggiamo che “di fatto Eni ha comunicato che aprirà un conto denominato in rubli, come preteso dalle autorità russe, chiarendo però che le fatture riportano prezzi in euro, che il rischio di cambio non è a suo carico e che il pagamento del gas viene considerato concluso al momento del versamento del corrispettivo nella valuta comunitaria”.

Alla Commissione Ue questa soluzione però non piace, come lo stesso Frans Timmermans, vicepresidente dell’esecutivo comunitario, ha sottolineato: “voglio essere molto, molto chiaro su questo: pagare il gas in rubli viola le sanzioni Ue, è molto semplice”.

Il pagamento in rubli, ha spiegato ancora, costituisce “in ogni caso una violazione dei contratti, nei quali è indicata chiaramente la valuta nella quale il corrispettivo deve essere pagato. È chiaro nei contratti: si dice euro o dollari, mai rubli, quindi semplicemente” pagare in rubli “non è in linea coi contratti e non è in linea con il regime di sanzioni”.

Il commissario all’economia Paolo Gentiloni però sembra essere di un parere completamente diverso. “Che noi sappiamo la quasi totalità dei contratti sono denominati in euro o in dollari” ha spiegato Gentiloni “i pagamenti delle compagnie europee avvengono secondo questi contratti e avvengono in euro e in dollari. Punto. E questo non costituisce una violazione delle sanzioni”.

Insomma secondo Gentiloni il fatto che a Gazprom il pagamento arrivi in rubli come deciso da Mosca, e che affinché ciò sia possibile le compagnie energetiche si sono affrettate ad aprire i cosiddetti conti K è del tutto irrilevante dal punto di vista del rispetto delle sanzioni.

Insomma la soluzione perfetta, evidentemente, perché accontenta tutti, tanto la Russia, che riceve il pagamento in rubli, che i Paesi Ue che ricevono il gas russo. Viene da domandarsi se quanto meno Gentiloni convenga sul fatto che l’embargo dei prodotti energetici russi si è rivelato a questo punto completamente inutile.

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