Una cartina politica dell'Europa con la bandiera dell'Unione Europea in alto a destra
Elezioni europee 2024 - BorsaInside.com

Le elezioni europee 2024 si sono svolte lo scorso fine settimana allo scopo di rinnovare il Parlamento e indicare quindi i nuovi rappresentanti dei cittadini UE nelle istituzioni. In Italia, a vincere è stato, ancora una volta, l’astensionismo, che ha conquistato la maggioranza assoluta.

Oltre metà degli aventi diritto al voto ha infatti ritenuto che esprimere il proprio parere nell’urna non fosse particolarmente utile. Come biasimarli, visto che, specie negli ultimi anni, l’impalcatura democratica nel Vecchio Continente ha mostrato una quantità impressionante di limiti e contraddizioni.

Ma non è su questi temi, che pure meriterebbero ampio spazio, che andremo a soffermarci in questo momento, limitandoci invece a delineare il quadro emerso dalla tornata elettorale nella sua oggettiva e, mi sia concesso il termine, imbarazzante realtà.

I risultati delle europee: chi ha vinto in Italia?

I risultati delle elezioni europee sono ormai definitivi, quanto meno in Italia, mentre si dovrà attendere qualche giorno ancora perché terminino gli spogli negli altri Paesi dell’Unione.

In Italia il primo partito è Fratelli d’Italia, con un 28.8% delle preferenze che conferma il primato conquistato alle precedenti politiche. Il dato quindi non fa che rafforzare il governo di Giogia Meloni, la cui alleanza con Forza Italia e Lega sembra tenere bene, avendo i tre partiti di centro destra conquistato, complessivamente, oltre il 45% delle preferenze.

Il secondo partito è il PD, con il 24,1% delle preferenze, seguito da Movimento 5 Stelle con il 10% e, a breve distanza, Forza Italia (che supera la Lega) con il 9,6% e Lega al 9%.

Sopra il 5%, al 6,7% per l’esattezza, si piazza Alleanza Verdi Sinistra, mentre tutti gli altri partiti restano sotto il 4%. Tra questi abbiamo Stati Uniti d’Europa, che è l’alleanza siglata tra Più Europa e Italia Viva, (3,8%), Azione (3,4%), Pace Terra Dignità (2,2%), Libertà (1,2%), mentre un restante 1,3% viene diviso tra altri piccoli partiti.

Tutti i partiti al di sotto del 4% non superano la soglia di sbarramento, quindi non eleggono alcun europarlamentare. Una sonora sconfitta anche per Matteo Renzi, a cui non è bastata l’alleanza con Più Europa per ottenere qualche rappresentante a Bruxelles.

I risultati delle elezioni europee 2024: chi ottiene la maggioranza a Bruxelles

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Risultato delle europee 2024: composizione provvisoria del Parlamento UE in attesa dei dati definitivi. Fonte: Europa.eu (BorsaInside.com)

I dati che arrivano dagli altri Paesi europei non sono ancora definitivi, ma il quadro sembra comunque essere abbastanza chiaro, con una netta maggioranza dei seggi che viene assegnata al PPE (gruppo del Partito Popolare Europeo) mentre il secondo gruppo risulta S&D (Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo).

Il dato più interessante, astensione a parte, è la netta avanzata dei partiti cosiddetti di estrema destra, e per quel che riguarda le conseguenze, è interessante notare che in Francia il presidente Emmanuel Macron ha già fatto sapere che occorre indire nuove elezioni nazionali in considerazione del risultato delle europee.

Proprio in Francia infatti la maggioranza relativa dei consensi è stata ampiamente conquistata da un partito di estrema destra, fortemente euro scettico, vale a dire il partito fondato da Jean-Marie Le Pen, ex Front National, in seguito rinominato Rassemblement National. RN ha ottenuto oltre il 31,3% delle preferenze, contro il 14,6% di Besoin d’Europe e il 13,8% di Réveiller l’Europe.

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In Italia e in Europa record di astensione

Se lo stato di salute di una democrazia si evince in buona parte dal livello di partecipazione del popolo, allora la democrazia europea è in fin di vita. Inoltre, se proprio vogliamo scendere nel dettaglio del “quadro clinico”, la forte crescita dei consensi nelle formazioni di estrema destra può sicuramente essere considerata una complicanza da non sottovalutare.

Va detto che le elezioni europee hanno sempre avuto un’affluenza tendenzialmente più bassa delle elezioni politiche nazionali, ma il trend indica un netto calo sia per le une che per le altre.

In particolare, per quanto riguarda il dato dell’affluenza relativo alle elezioni europee in Italia, siamo intorno al 48%, il che significa che hanno votato meno della metà degli aventi diritto. Un record storico mai raggiunto nel nostro Paese, come si evince da questo grafico.

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L’affluenza più alta si registra in Beglio (89,2%), Lussemburgo (82,9%) e Malta (73%). Non esattamente i Paesi più popolosi dell’Unione. Intorno al 60% troviamo invece Germania (64,78%), Ungheria (59,26%), Cipro (58,86%), Danimarca (58,25%) e Austria (56,3%).

Ci sono poi Svezia, Francia e Romania che sono poco al di sopra del 50%, mentre in tutti gli altri Paesi al 50% non si arriva nemmeno. Il record di astensione lo conquista la Croazia con il 21,34%, seguita da Lituania con il 28,3%, Bulgaria con il 33,79% e Lettonia con il 33,82%.

Il risultato delle europee in Italia sul totale degli aventi diritto

Ma tornando al dato dell’astensione in Italia, al fine di osservare il reale valore politico di questa tornata elettorale, riteniamo sia utile dare un’occhiata all’elaborazione di YouTrend, che ha calcolato le percentuali di consenso dei vari partiti, non sulla base del totale dei votanti, ma sul totale degli aventi diritto.

Il quadro che ne emerge è abbastanza eloquente. Il primo “partito” è quello degli Astenuti, nel quale confluiscono anche schede nulle e bianche, con il 53,05%. In altre parole oltre 5 italiani su 10 preferiscono non votare; sulle ragioni del non-voto poi sicuramente ci sarebbe tanto da dire, ma qui ci limitiamo a guardare dati e numeri.

La “grande vittoria” di Fratelli d’Italia (28,8%) si riduce a un misero 13,53%, e in termini concreti, non è altro che la preferenza di poco più di 1 italiano su 10, contro gli oltre 5 su 10 che di fiducia non ne hanno, evidentemente, né in FdI né negli altri partiti.

Così pure il dato del PD, che dal 24,1% scende all’11,31%, e siamo sempre intorno a 1 italiano su 10, mentre si scende a meno di 1 italiano su 20 se andiamo a contare gli italiani che danno fiducia a M5S, Forza Italia e Lega, fermi rispettivamente al 4,69%, 4,52% e 4,23% se si calcola la percentuale sul totale degli aventi diritto.

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