In questi giorni si sta svolgendo, di nuovo dal vivo con la fine dell’emergenza sanitaria Covid-19, il World Economic Forum di Davos, dove tra i partecipanti abbiamo anche il famoso investitore George Soros, che ha confermato i timori che in molti già da settimane nutrivano un po’ ovunque nel mondo.

Un intervento piuttosto allarmistico che, tuttavia, appare al tempo stesso alquanto verosimile a giudicare dai segnali che continuano ad arrivare intorno alla gestione della crisi ucraina. Il famoso imprenditore ha avvertito dei rischi della depressione globale, per poi pronosticare l’inizio della terza guerra mondiale e il conseguente declino della civiltà così come la conosciamo.

Tutto sarebbe dovuto all’intervento della Russia nel contesto della guerra in Ucraina che, come sappiamo, ha avuto inizio ormai ben 8 anni addietro, dopo la rivoluzione arancione eterodiretta dagli Stati Uniti e l’insediamento di un governo politicamente vicino a Ue e Nato nella prospettiva di un progressivo accerchiamento della Federazione Russa.

Soros: “l’invasione russa potrebbe rivelarsi l’inizio della terza guerra mondiale”

L’intervento di George Soros non può lasciare indifferente nemmeno lo spettatore più disinteressato. Il noto industriale ha infatti tenuto a sottolineare come il corso della storia sia radicalmente mutato con l’intervento armato della Russia in Ucraina che “ha scosso l’Europa nel profondo”.

“L’Unione Europea è stata creata per impedire che una cosa del genere accada” ha poi aggiunto Soros “anche quando i combattimenti si fermeranno, come alla fine accadrà, la situazione non tornerà mai più allo status quo antea. L’invasione russa potrebbe rivelarsi l’inizio della Terza Guerra Mondiale e la nostra civiltà potrebbe non sopravvivere”.

Tutte le altre questioni fino a ieri di primaria importanza passano così in secondo piano. Sparisce così la pandemia di Covid-19, e dopo oltre due anni di bombardamento mediatico continuo, persino in Italia la copertura dei media si riduce drasticamente lasciando spazio all’unica vera emergenza del momento: la guerra in Ucraina.

Transizione ecologica ed emergenza sanitaria passano in secondo piano

In secondo piano, come abbiamo visto, passa anche la transizione ecologica. Tace Greta Thunberg, e tacciono gli ambientalisti della prima e dell’ultima ora di fronte al rischio, legato alla decisione politica di schierarsi apertamente al fianco del governo di Volodymyr Zelensky contro la Russia di Putin, di ritrovarsi dall’oggi al domani senza le risorse energetiche fondamentali per imprese e famiglie.

Si va verso un ritorno al carbone senza troppi complimenti, e verso un risparmio energetico non per preservare l’ambiente o per contrastare il riscaldamento globale, ma per non terminare le scorte in un clima che ricorda sempre più quello dell’economia di guerra.

Eppure i cambiamenti climatici, a detta dello stesso Soros, non sono esattamente un problema risolto, anzi sono “sul punto di diventare irreversibili”. “Questa potrebbe essere la fine della nostra civiltà” ha affermato ancora il noto industriale nel corso del suo intervento al World Economic Forum dove ha parlato apertamente di una situazione “particolarmente spaventosa”.

“La maggior parte di noi accetta l’idea che un giorno dovremo morire, ma diamo per scontato che la nostra civiltà sopravviverà” ha detto ancora George Soros “pertanto, dobbiamo mobilitare tutte le nostre risorse per porre fine alla guerra rapidamente. Il miglior, e forse l’unico, modo per preservare la nostra civiltà è sconfiggere il presidente russo, Vladimir Putin. Questa è la questione principale”.

Non un cenno al fatto che la guerra con la Russia poteva anzitutto essere evitata, ad esempio rispettando gli accordi che stabilivano che la Nato non avrebbe esteso la sua alleanza ad Est, cosa che, inevitabilmente, viene considerata dal Cremlino come una concreta minaccia per la sicurezza del Paese.

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