In questi giorni si è tenuto l’incontro tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, e le principali sigle sindacali del Paese, vale a dire Cgil, Cisl e Uil. Al centro del dibattito naturalmente la grave crisi economica in cui l’Italia è stata sprofondata dalla gestione dell’emergenza Coronavirus prima e dalla guerra in Ucraina poi.
La decisione di unirsi alle sanzioni contro la Russia naturalmente non ha aiutato, peggiorando ulteriormente la già grave situazione economica del nostro Paese che, nel frattempo, si trova ad aumentare la spesa militare per poter meglio fronteggiare eventuali minacce ora quanto mai verosimili.
Sul tavolo dell’incontro tra il governo e i sindacati il Documento di Economia e Finanza (Def) nel quale sono state inserite le misure che dovrebbero ridurre i danni che la situazione sopra sommariamente descritta rischia di causare all’economia del Paese. Il primo elemento lampante su cui le parti sono convenute è che i 5 miliardi per gli aiuti messi in campo dal governo non sono sufficienti.
Arriva la tassa patrimoniale? La proposta dei sindacati
Ed ecco che tra le proposte si fa strada, ancora una volta, la vecchia ricetta della tassa patrimoniale, con il prelievo forzoso dai conti correnti con il dichiarato intento di offrire al Paese qualche chance in più per uscire dall’impasse in cui si trova in questo momento.
A proporre il vecchio ‘rimedio’ della tassa patrimoniale sarebbe stata in particolare la Cgil, ma anche le altre sigle sindacali sembra abbiano un parere positivo sull’idea di tassare i patrimoni dei più ricchi, così come si erano dichiarate d’accordo sulla tassazione degli extraprofitti delle società energetiche.
Il governo di Mario Draghi si è infatti messo subito al lavoro per preparare un provvedimento parametrato sulla base Iva che, tuttavia, secondo molti osservatori rischia di essere passibile di ricorsi davanti alla Corte Costituzionale.
Nel frattempo dalla Uil, stando a quanto il segretario Pierpaolo Bombardieri ha dichiarato nel corso della trasmissione Un Giorno da Pecora, chiedono un nuovo scostamento di bilancio e l’impegno del premier in sede comunitaria affinché “ci sia di nuovo un’emissione di bond europei per rifinanziare un programma”. Il segretario della Uil ha poi fatto sapere: “Draghi ha condiviso la nostra proposta”.
Prelievo forzoso sui conti correnti, chi riguarda
Non solo la proposta di una nuova tassa patrimoniale quindi, sul tavolo tra governo e sindacati, tra i punti messi sul tavolo infatti troviamo anche, come precisato dalla Cisl in una nota, “la riattivazione del tavolo sulle pensioni, finalizzato a definire strumenti di protezione previdenziale per i giovani penalizzati dalla discontinuità lavorativa”.
Sul tema pensioni i sindacati chiedono quindi “forme di maggiore flessibilità in uscita, nuove tutele per le lavoratrici madri, una specifica attenzione alla previdenza integrativa e infine la tutela dei trattamenti in essere, adempiendo a tutti gli aspetti contenuti nei patti sottoscritti nei mesi scorsi”.
Ma ecco che si arriva al tema più caldo, quello della tassa patrimoniale, con il segretario della Cgil a metterlo sul tavolo. “In questo momento riteniamo necessario un intervento sui redditi e i patrimoni più alti con dei prelievi di solidarietà per tutelare chi sta peggio, chi ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese” dice Maurizio Landini.
E come dovrebbe funzionare questa nuova tassa patrimoniale? Si tratterebbe di un prelievo forzoso dai conti corrente che però dovrebbe, e qui il condizionale è quanto mai d’obbligo, riguardare esclusivamente i patrimoni sopra i 2 milioni di euro. Secondo il sindacato di corso Italia in questo modo dovrebbe essere possibile recuperare circa 6 miliardi di euro.
Prelievo forzoso conti correnti: chi è a favore e chi contro
In un contesto politico nel quale forze di maggioranza e di opposizione finiscono per sostenere posizioni che differiscono solo per qualche sfumatura spesso impercettibile, sulla tassa patrimoniale per ora emergono idee divergenti, che tuttavia si appianeranno come di consueto uniformandosi alla linea che l’esecutivo di Mario Draghi deciderà di seguire.
Il Partito Democratico sembrerebbe sin da subito piuttosto incline ad accogliere di buon grado l’idea di una tassa patrimoniale. quantomeno Enrico Letta nei giorni scorsi aveva già sottolineato l’esigenza di mettere in campo un “progetto di redistribuzione”. Aveva però specificato che questo sarebbe dovuto avvenire “sulla base di un mandato elettorale”.
Se in linea teorica ci sembra di poter intravedere una comunione d’intenti tra il sindacato e i dem, Sinistra Italiana, che però non fa parte della maggioranza, si mostra apertamente favorevole ed accoglie l’idea della Cgil del prelievo forzoso sui conti corrente con entusiasmo. “Landini ha ragione da vendere: siamo di fronte a un’emergenza sociale ed è necessaria una redistribuzione della ricchezza, intervenendo su redditi e patrimoni più alti”.
Un’idea che invece non piace a Forza Italia, con Renato Schifani che dichiara: “la patrimoniale non è e non sarà mai una via percorribile. Non si può immaginare che tassare gli Italiani sia la ricetta per uscire dal difficile momento di crisi che stiamo attraversando”.
La proposta della Cgil di operare un prelievo forzoso dai conti correnti più ricchi trova contraria inoltre Confedilizia, con il presidente Giorgio Spaziani che parlando con l’Agi ha affermato: “al di là di percentuali ed entità dei patrimoni, sconcerta l’idea che in questo momento si pensi ad ulteriori tassazioni”.
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