Una via d’uscita dalla guerra Mosca l’ha già indicata in passato e continua a farlo ora, la palla passa ancora una volta al fronte occidentale, e nello specifico al governo di Kiev nato dalla “rivoluzione arancione” che nel 2014 ha strappato il Paese all’area d’influenza russa per avvicinarlo all’Unione Europea.

La continua espansione della Nato ben oltre i confini concordati a suo tempo tra Mosca e le forze del blocco occidentale rappresentano una concreta minaccia per il Cremlino, e la militarizzazione di un’Ucraina guidata da un governo dichiaratamente ostile alla Russia ha segnato il superamento della linea rossa.

Nonostante i ripetuti tentativi da parte di Mosca di risolvere la questione attraverso il dialogo, fino ad oggi le richieste avanzate sono state del tutto ignorate. Oggi l’Occidente ha davanti a sé ancora una opportunità di far cessare il fuoco definitivamente, di porre fine alla guerra che spaventa il mondo intero tanto più che si sta svolgendo in un territorio su cui la minaccia di un incidente nucleare è quanto mai realistica.

Mosca offre una via d’uscita dal conflitto

Ma qual è la strada per uscire subito dal conflitto e far cessare la guerra che sta infiammando l’Europa intera? Vladimir Putin non era mai stato così chiaro. Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov ha spiegato a Reuters nella mattinata di ieri che tutto quello che serve per porre fine alle ostilità è la neutralità dell’Ucraina, il riconoscimento delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk, e l’appartenenza della Crima alla Russia.

All’agenzia britannica il portavoce del Cremlino ha anche riferito che Mosca ha già comunicato al governo di Kiev le condizioni, informandolo di essere disposta ad interrompere “immediatamente” le sue azioni militari nel momento in cui l’Ucraina le sottoscriverà.

Si tratta oggettivamente della dichiarazione russa più esplicita fatta finora da Mosca per trovare una soluzione pacifica. Se Kiev accetterà le condizioni allora quella che Putin definisce “operazione militare speciale per la smilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina” che segna oggi il 13esimo giorno di durata, giungerà a termine.

Dimitry Peskov ha riferito inoltre che il governo di Volodymyr Zelenskyy “è a conoscenza delle condizioni” in quanto gli è stato comunicato con chiarezza che “tutto questo può essere fermato in un momento”.

Quanto al punto della neutralità dell’Ucraina, sarà necessario eventualmente apportare una modifica alla Costituzione del Paese, come lo stesso Peskov ha spiegato. “Dovrebbero apportare modifiche alla Costituzione, con cui viene specificato che l’Ucraina rifiuta qualsiasi obiettivo per entrare in qualsiasi blocco. Questo è possibile solo modificando la costituzione” ha affermato il portavoce.

Ed è stato sempre Dimitry Peskov a sottolineare che Mosca “non sta cercando di avanzare ulteriori rivendicazioni territoriali sull’Ucraina”. “Stiamo davvero portando a compimento la smilitarizzazione dell’Ucraina. La porteremo a termine. Ma la cosa più importante è che l’Ucraina cessi la sua azione militare. Dovrebbero fermare la loro azione militare e poi nessuno sparerà” ha spiegato ancora il diplomatico russo.

“Abbiamo anche parlato di come Kiev debba riconoscere la Crimea come territorio russo e le province di Donetsk e Lugansk come Stati indipendenti a tutti gli effetti” ha spiegato Peskov a Reuters, concludendo: “e questo è tutto. Poi tutto si fermerà in un momento”.

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