I nomi sono ancora tutti lì sul tavolo, compreso quello di Mario Draghi e dello stesso presidente uscente, Sergio Mattarella. Siamo ancora alla terza chiama, quindi tutto sommato si tratta di una situazione relativamente normale, se non altro per quel che riguarda l’esito della votazione, ancora tutt’altro che scontato.
Draghi ancora in corsa per il Quirinale
Qualcuno è del parere che si stia “perdendo tempo” come evidenzia lo stesso direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che a tal proposito svolge alcune considerazioni ricordando che “le prime tre giornate sono dedicate ai tre scrutini che richiedono i 2/3” evidenziando che “finché non si arriva alla quarta chiama, non si sta perdendo tempo”.
“Si sta facendo quello che è successo 10 volte su 12 nelle precedenti elezioni presidenziali” spiega ancora il direttore del noto quotidiano storicamente vicino al M5s “se c’è stallo, lo vedremo dalla quarta chiama. Se c’è stato stallo finora è perché irritualmente, contro le regole, contro i numeri, prima Berlusconi e poi Draghi si sono candidati al Colle e al momento non ce l’hanno fatta”.
E mentre su Berlusconi al Colle scommettono in pochi, il nome di Draghi potrebbe tornare in corsa, come lo stesso Travaglio evidenzia “se lo stallo continua fino ai prossimi 10 giorni”.
Scheda bianca per la terza chiama
Dopo la seconda chiama ancora nessun indirizzo su quale possa essere il nome del nuovo presidente della Repubblica, restano tutti in corsa da Mario Draghi a Silvio Berlusconi, da Maria Elisabetta Alberti Casellati a Carlo Nordio, fino all’ex presidente del Senato Marcello Pera, e perfino il nome dell’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella resta in corsa.
Mentre l’ex premier Giuseppe Conte invita ad evitare “il muro contro muro”, e Matteo Salvini commenta l’opzione Casellati ricordando che “è la seconda carica dello Stato” e che pertanto “non ha bisogno di essere candidata“, dal segretario dem Enrico Letta arriva allora la proposta di un ‘conclave’ tra i partiti di centrosinistra e quelli di centrodestra per indicare un nome che possa accomunare le diverse forze politiche che siedono in Parlamento, e nel frattempo arrivano le disposizioni per la terza chiama.
Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia voteranno scheda bianca alla terza chiama, così pure Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali.
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