In Italia la corsa per la somministrazione dei vaccini e l’inasprirsi delle restrizioni e delle limitazioni delle libertà individuali procede a ritmi sempre più sostenuti. La circolazione della variante Omicron, molto meno letale della Delta ma più contagiosa, resta un valido pretesto per inasprire le misure restrittive ed estendere gli obblighi da quello di Green Pass all’obbligo vaccinale.

Questo quanto meno è ciò che accade in Italia, ma nella vicina Spagna la direzione che il governo si appresta ad imboccare sembra essere quella opposta. È stato infatti il primo ministro Pedro Sanchez in persona ad avanzare una proposta che porterebbe il Paese verso una gestione della cosiddetta ’emergenza Coronavirus’ completamente diversa.

Nel corso di una intervista rilasciata alla radio Cadena Ser il primo ministro spagnolo ha infatti dichiarato: “abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora”.

A Madrid insomma si sta pensando di gestire la pandemia come una semplice influenza anche in considerazione del notevole abbassamento del tasso di letalità visto con la variante Omicron.

In Spagna quindi non si andrebbero ad attivare protocolli particolarmente restrittivi e si andrebbero a cancellare le classiche operazioni di test preventivi effettuati indiscriminatamente alla comparsa dei primi sintomi, senza per questo trascurare l’importanza dell’approccio precoce attraverso terapie mirate.

Per quanto riguarda i test PCR tra l’altro non dimentichiamo che negli Usa il CDC ha già indicato la data del 31 dicembre scorso come capolinea del loro utilizzo per determinare il contagio e la contagiosità del soggetto.

Ma tornando alla Spagna, l’obiettivo dell’attuale esecutivo sembra proprio essere quello di monitorare l’evoluzione della situazione della diffusione delle varie varianti del Covid-19 come se si trattasse di una comune malattia respiratoria.

Amparo Larrauri, capo del gruppo di sorveglianza per l’influenza e altri virus respiratori al CNE ha spiegato a tal proposito che “ora, data l’enorme trasmissibilità del covid, è una sfida molto grande rispettare rigorosamente i protocolli di sorveglianza universali, sta diventando impossibile”.

“infatti i protocolli hanno già cominciato ad allentarsi e non sono più richiesti i test dei contatti diretti dei positivi se ad esempio non presentano sintomi” spiega ancora Larrauri nel corso dell’intervista rilasciata a El Pais “di fronte a questa nuova realtà, stiamo lavorando al passaggio dalla sorveglianza universale a una sentinella di infezione respiratoria acuta lieve nelle scuole primarie e grave negli ospedali”.

Il tentativo che sembra essere in atto in Spagna stando a queste ultime dichiarazioni andrebbe a conciliare il bisogno di un ritorno ad una qualche forma di normalità e di conseguenza ad una auspicabile ripresa economica nel contesto dell’economia reale, con la necessità di salvaguardare comunque la salute dei cittadini e la qualità della vita a tutto tondo.

Un passo che nell’interesse della collettività è necessario compiere il prima possibile ma verso il quale l’Italia ad esempio non sta facendo alcun progresso.

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