Sul tavolo del governo presieduto da Mario Draghi ci sono diverse novità importanti che dovranno approdare in Consiglio dei Ministri questo pomeriggio. Si parla soprattutto dell’estensione dell’obbligo di Super Green Pass ad altre categorie di lavoratori, con particolare attenzione a quelli a contatto con il pubblico, ma anche dell’obbligo vaccinale almeno per gli over 60.
Tra le novità anche il via libera alla somministrazione della terza dose del vaccino nei ragazzi da 12 anni in su, e nuove regole per lo smart working, per il quale si prevede un maggior ricorso nelle prossime settimane.
Sono queste le maggiori novità emerse nel corso del confronto tra il governo guidato da Mario Draghi e i presidenti di Regione. Ora resta da trovare l’accordo con i partiti e all’interno della maggioranza sarà necessario ricongiungere le posizioni di Lega e Movimento 5 Stelle con quelle di Pd, Forza Italia e degli altri partiti che sostengono l’attuale esecutivo.
Il documento della Conferenza delle Regioni
Il decreto cui il governo sta lavorando in queste ore passa per nuove restrizioni imposte non solo ai lavoratori, quanto meno ad alcune categorie non meglio individuate per il momento, ma anche alle fasce più anziane della popolazione.
Questo dovrebbe servire a scongiurare il rischio che le strutture ospedaliere, quelle stesse strutture che negli ultimi anni sono state interessate da ripetuti tagli delle risorse, possano finire in affanno.
L’idea di spingere su un potenziamento strutturale del sistema sanitario stanziando ingenti risorse non viene nemmeno lontanamente presa in considerazione, la tutela della salute pubblica continua ad essere affidata a misure restrittive delle libertà individuali e ad obblighi sempre più estesi ed invasivi.
Si continua quindi a ragionare sull’estensione dell’obbligo di Super Green Pass per tutti i lavoratori, ipotesi che non è stata ancora tolta dal tavolo, ma che con ogni probabilità sarà ridimensionata. Sullo sfondo resta una parvenza di dibattito politico nel quale alcune forze della maggioranza, in particolare M5s e Lega, continuerebbero ad opporsi ad una estensione dell’obbligo tout court.
Dai presidenti di Regione arriva intanto una richiesta piuttosto chiara inserita in un documento che è stato trasmesso nella giornata di ieri.
“Le Regioni e le Province autonome ritengono che l’attuale andamento epidemico necessiti di una profonda rivalutazione complessiva di tutti gli aspetti di gestione della pandemia, rivalutazione che deve partire da un preciso punto della situazione, anche in termini di proiezioni e simulazioni degli scenari di breve, medio e oungo termine”.
“A tale scopo sarà necessaria una approfondita valutazione di livello scientifico del Comitato Tecnico Scientifico e dell’Istituto Superiore di Sanità, manifestando sin d’ora la disponibilità delle Regioni a collaborare” si legge nel documento.
E ancora “Le caratteristiche dell’attuale contingenza interessano moltissimi aspetti e sono inedite rispetto ad altre fasi della pandemia e necessitano, pertanto, di un approccio nuovo che miri a contenere le ospedalizzazioni, non limitando gli interventi alle sole misure di contenimento del contagio”.
Obbligo vaccinale per over 60
Potrebbe essere limitato ai cittadini dai 60 anni in su l’obbligo vaccinale, o addirittura si potrebbero arrivare a comprendere anche tutta la fascia degli over 50.
Sono gli stessi presidenti di Regione a chiedere che si vada in questa direzione, sollecitando “una valutazione dell’obbligo vaccinale anche tenendo conto della fragilità dei soggetti più a rischio di ospedalizzazione nonché di una eventuale estensione dell’utilizzo del green pass rafforzato”.
Obbligo di Super Green Pass esteso ad altre categorie di lavoratori
Anche su questo punto una decisione non è stata ancora presa, e per avere certezze si dovrà attendere il Consiglio dei Ministri che si terrà questo pomeriggio.
Sul tavolo resta l’ipotesi di estendere l’obbligo di Super Green Pass a tutti i lavoratori, il che includerebbe tutti i dipendenti della pubblica amministrazione e del settore privato cosa che, tuttavia mostra alcune “criticità nella realizzazione come alcuni esperti di diritto hanno fatto notare stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera.
L’ipotesi più probabile è quindi quella di un obbligo di Green Pass che si allarga in maniera graduale fino a raggiungere altre categorie di lavoratori nella prospettiva di una ulteriore estensione nelle prossime settimane attraverso nuovi decreti ad hoc.
Al momento le categorie di lavoratori cui il governo intende rivolgersi sembrano comprendere solo gli allenatori delle squadre sportive, chi lavora nelle palestre e nei circoli, alcuni dipendenti che lavorano a contatto con il pubblico, e quei lavoratori che si trovano a contatto diretto con categorie più fragili.
Nella maggioranza vi sono però ulteriori insistenza sull’estensione indiscriminata dell’obbligo a tutti i lavoratori. “Il record di contagi dovuti alla variante Omicron mette nuovamente a rischio la salute dei cittadini più fragili e non vaccinati e la ripresa delle attività economiche. Per questo FI chiede che venga esteso il Super Green Pass a tutti i lavoratori pubblici, privati e autonomi” si legge in una nota emessa nelle scorse ore dal partito di Berlusconi.
Terza dose per ragazzi da 12 anni in su
Il governo, nell’intento di aumentare il numero di somministrazioni sta spingendo molto sulle vaccinazioni dei più giovani, e a partire dal 10 gennaio anche i ragazzi da 12 a 18 anni potranno prenotare la terza dose del vaccino.
A tal proposito leggiamo infatti su Il Corriere della Sera che “il provvedimento sana una situazione di incertezza che si era creata visto che l’adesione alla campagna vaccinale di questa fascia d’età è stata massiccia, ma i giovani rischiano di perdere il green pass alla scadenza dei sei mesi dall’ultima somministrazione”.
Le nuove regole per lo smart working
Si torna a potenziare lo smart working, misura che era stata quasi messa da parte negli ultimi mesi per via del drastico abbassamento del numero di ricoveri per complicazioni legate al Covid-19 dovuto ad una serie di fattori e quindi al miglioramento complessivo della situazione sotto il profilo sanitario.
A spingere sullo smart working sono in particolare alcune forze all’interno della maggioranza. L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha infatti specificato che “condizione preliminare perché si possano prendere in considerazione ulteriori restrizioni è che si introduca subito il ricorso allo smart working”.
“È inaccettabile che l’Europa faccia ricorso a questa misura, e proprio noi che siamo stati i capofila l’abbiamo dispessa in questa fase della pandemia” ha precisato il leader del M5s.
Per quel che riguarda la questione smart working nella Pubblica Amministrazione, sarà il ministro Renato Brunetta ad intervenire, mentre per l’ambito del lavoro privato sarà compito del ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
In ogni caso se la maggior parte delle misure che il governo prevede di introdurre saranno inserite nel nuovo decreto, per quel che riguarda le nuove regole per lo smart working saranno sufficienti delle semplici circolari amministrative.
Il ministro Brunetta chiarirà che per il settore pubblico “ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile” come riporta Il Sole 24 Ore. Questo permetterà “di prevedere l’utilizzo dello smart working con ampia flessibilità, anche modulandolo, se necessario, sulla base dell’andamento dei contagi”.
La circolare del ministro della PA chiarirà a tal proposito che “fino al 31 marzo 2022, la differenza fondamentale per lo smart working tra pubblico e privato sta nell’obbligatorietà, per il settore pubblico, dell’accordo individuale, mentre nel settore privato è ancora ammessa la forma semplificata di smart working, senza necessità di accordo individuale”.
Nel caso del settore pubblico resterà valido il tetto del 49% per quel che riguarda lo smart working, mentre per il privato si potrà arrivare anche al 100%.
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