Anche in Austria, come in Italia, il vaccino non è obbligatorio, tuttavia per chi non accetta l’inoculazione del siero si va dalla sospensione dello stipendio come da noi, fino agli ‘arresti domiciliari’ come nel caso dell’Austria.

L’annuncio del lockdown per i non vaccinati è arrivato un paio di giorni fa direttamente dal nuovo cancelliere alla guida dell’esecutivo composto da Spd, Verdi e Liberali, Alexander Schallenberg. Chi non ha il vaccino infatti, a partire dalla mezzanotte di ieri, 15 novembre, non può uscire di casa se non per necessità.

In Austria lockdown per i non vaccinati

In Austria il governo ha deciso di utilizzare il pugno duro contro chi non ha ancora ricevuto il vaccino anti-Covid. A partire dalla mezzanotte di ieri infatti chi non è vaccinato non può uscire di casa se non per necessità quali lavoro, spesa o al massimo per una passeggiata, e per chi trasgredisce sono previste multe fino a 1.450 euro.

Su La Stampa si legge che le autorità austriache sono “preoccupate per la tenuta degli ospedali, in difficoltà nel gestire il crescente afflusso di pazienti Covid-19” eppure con un 63% circa di cittadini completamente ‘immunizzati’ che quindi non dovrebbero rischiare il ricovero in ospedale, il sistema sanitario austriaco tutto sommato se la dovrebbe cavare.

A quanto pare invece non basta, nonostante siano solo 2 milioni i cittadini non vaccinati in Austria, gli ospedali temono di finire in affanno, o quanto meno questo è quanto affermano le autorità e riportano i media.

“È nostro compito come governo dell’Austria proteggere le persone” ha dichiarato il nuovo cancelliere, Alexander Schallenberg “quindi abbiamo deciso che a partire da lunedì ci sarà un lockdown per i non vaccinati”.

Un provvedimento questo che riguarda tutti i cittadini di età superiore a 12 anni, e in ogni caso gli studenti sono esclusi dalle sanzioni. Una decisione che “non è stata presa a cuor leggero” dice il cancelliere, che però aggiunge “con i tassi vaccinali che abbiamo, siamo bloccati in un circolo vizioso” di contagi.

In Austria i vaccinati sono infatti circa il 63%, troppo pochi secondo l’attuale esecutivo, infatti si tratta di una delle percentuali più basse di tutta l’Europa occidentale. Il cancelliere ha fatto anche sapere che le Regioni potranno eventualmente introdurre misure persino più severe al fine di spingere un maggior numero di cittadini ad accettare l’inoculazione del vaccino.

Il ministro della Salute austriaco, Wolfgang Mueckstein, ha affermato che l’obiettivo è quello di incoraggiare le vaccinazioni e ridurre i contatti sociali del 30% circa. I controlli verranno fatti a campione, ed il lockdown per i non vaccinati dovrebbe durare solo 10 giorni, salvo proroghe naturalmente.

L’agenzia di stampa austriaca, Apa ha specificato che ad essere confinati nelle proprie abitazioni saranno circa 2 milioni di ‘liberi’ cittadini austriaci che non hanno voluto ricevere l’inoculazione del farmaco su una popolazione che conta in tutto 8,9 milioni di persone.

Il lockdown non riguarderà i soggetti che non possono vaccinarsi in quanto esenti per motivi di salute, né i bambini di età inferiore ai 12 anni in quanto, almeno per il momento, non inclusi nella campagna vaccinale.

La durata del lockdown dovrebbe essere di 10 giorni, ed il cancelliere ha riferito che alla polizia è stato ordinato di controllare le persone in giro e di accertarsi che siano vaccinate secondo quanto riportato ancora da La Stampa.

La misura doveva essere introdotta al raggiungimento dei 600 posti di terapia intensiva occupati, tuttavia il governo ha ritenuto che la rapidità con cui stavano crescendo i ricoveri fosse preoccupante, così nonostante fossero stati di poco superati i 430 posti occupati, si è deciso di anticipare il lockdown per non vaccinati.

Tra le misure che il governo austriaco sta valutando di introdurre anche lo smart working, a meno di comprovate necessità che impongono di recarsi sul posto di lavoro. Di questa e di altre eventuali restrizioni da reintrodurre se ne parlerà in occasione del vertice Stato-Regioni che si terrà giovedì.

In Regno Unito somministrate 2 milioni di terze dosi in una settimana

Se in Austria le vaccinazioni procedono troppo a rilento, in Regno Unito si va abbastanza spediti, tanto che in una sola settimana sono state somministrate oltre 2 milioni di terze dosi.

Il Regno Unito, ci dice La Stampa, è stato il “primo Paese a subire l’aggressività della quarta ondata” ed “è anche il primo a vederne la mitigazione. Grazie, soprattutto, al record di terze dosi di vaccino: oltre 2 milioni in una settimana”.

La terza dose in Regno Unito è già accessibile a tutti gli over 50, e circa 12 milioni di cittadini hanno già ricevuto l’inoculazione. Anche la copertura dei minori è piuttosto estesa, con un milione di ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni che hanno già ricevuto la terza dose.

Per il ministro della Salute, Sajid Javid, si tratta di “un risultato fenomenale” ed il governo sta valutando la possibilità di anticipare da 6 a 5 mesi l’intervallo minimo per la terza dose.

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