Non dovrebbe peggiorare ulteriormente il livello di inflazione che sta attualmente interessando i Paesi membri Ue, anzi secondo la presidente della Bce, Christine Lagarde, la situazione andrà stabilizzandosi con l’arrivo del nuovo anno.

Nel corso di una intervista rilasciata proprio in questi giorni alla Cnbc la numero uno della Bce ha spiegato che i fattori trainanti che hanno causato il picco inflazionistico in area euro sono da ritenersi “temporanei” e che “dovrebbero svanire nel 2022”.

Nel mese di agosto in Europa l’inflazione ha raggiunto il 3%, un livello che va ben al di là della soglia Bce. Ad incidere sono anche le evidenti difficoltà che le catene di approvvigionamento di beni di ogni genere stanno incontrando, con conseguenti rincari generalizzati.

Secondo la Lagarde comunque “ci sarà un ritorno a una maggiore stabilità nell’anno a venire perché molte delle cause dell’aumento dei prezzi sono temporanee”. Il 2022 insomma dovrebbe, almeno secondo la presidente della Banca Centrale Europea, portare ad un sostanziale miglioramento della situazione prezzi in tutta l’Ue.

“Molto ha a che fare con i prezzi dell’energia” ha spiegato ancora la numero uno di Francoforte, che ha poi tenuto a sottolineare che “le cose si sistemeranno” nel momento in cui saranno state trovate “nuove fonti di approvvigionamento”. Quanto ai prezzi elevati dell’energia però, la Lagarde non illude ma avverte: “potrebbero persistere in quanto correlati a una transizione dai combustibili fossili”.

Sul fronte dell’inflazione la Lagarde si aspetta un “movimento” che dovrebbe essere collegato ad una certa ripresa nel mercato del lavoro, ripresa che per ora tuttavia non si vede, infatti è la stessa presidente della Bce ad evidenziare che resta ancora “molto terreno da coprire”. A tal proposito è doveroso ricordare che rispetto al pre-pandemia si registrano oltre un milioni di disoccupati in più.

Fed verso il tapering ma Lagarde assicura: “noi non siamo in quella situazione”

Sulla questione del tapering, cioè quel graduale rallentamento degli acquisti di assets su larga scala, la Lagarde ha assicurato che non riguarda la Bce. Ha invece evidenziato la differenza tra la strada imboccata dalla Federal Reserve e quella scelta da Francoforte.

“C’è un elemento di tapering nel modo in cui la Fed ha strutturato il pacchetto di sostegno all’economia, mentre noi non siamo in quella situazione” ha spiegato Christine Lagarde “siamo in fase di calibrazione, e abbiamo iniziato a calibrare”.

Si sta palesando una divergenza tra le politiche monetarie della Bce e delle colleghe vicine quali Svizzera e Svezia rispetto a quelle adottate nel resto del mondo, cosa che provocando in qualche modo un isolamento delle prime che hanno preferito adottare piani ultra accomodanti con possibili effetti sul fronte valutario.

Le altre grandi banche, quindi non solo la Fed ma ad esempio anche la Bank of England, hanno invece deciso di seguire una direzione ben diversa, accelerando sulla riduzione degli stimoli monetari, e nel Regno Unito la pressione inflazionistica si fa sentire.

Per ora comunque la Bce continuerà sulla sua strada stando a quanto riferito nel corso del meeting di giovedì. Confermati gli strumenti utilizzati fino ad ora dunque, ma sia il tapering che l’aumento dei tassi non sono così lontani, potrebbero infatti arrivare entro la fine dell’anno.

Lagarde sulla questione Evergrande

Il Gruppo Evergrande, la seconda più grande società immobiliare della Cina, resta sorvegliato speciale. Nel corso dell’intervista è stato toccato anche questo tasto, e la Lagarde ha precisato che la Bce sta tenendo d’occhio la società “per il carico di debiti”.

“Oggi ho avuto un briefing su questo” ha fatto sapere la numero uno di Francoforte “perché penso che tutti i mercati finanziari siano interconnessi”.

“Ho ricordi molto vividi degli ultimi sviluppi del mercato azionario in Cina che hanno avuto un impatto in tutto il mondo” ha inoltre aggiunto la Lagarde, ricordando però che “in Europa e nell’area del’euro, in particolare, l’esposizione diretta è limitata”.

Non ci sarebbero quindi dei rischi concreti incombenti per la Bce, cosa che la Lagarde ha confermato rispondendo ad una domanda su eventuali preparativi da parte della banca centrale in caso di default.

Stiamo vedendo un impatto incentrato sulla Cina, non posso parlare per gli Stati Uniti, ma posso dire che per l’Europa l’esposizione diretta è limitata” ha rassicurato Christine Lagarde.

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