Si è svolta nel pomeriggio di oggi la conferenza stampa cui hanno partecipato oltre a Mario Draghi anche il ministro della Salute, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro dell’Istruzione ed il ministro per gli Affari Regionali.
Il tema centrale della conferenza stampa era la linea che il governo intende seguire nelle prossime settimane per quel che riguarda l’andamento della campagna vaccinale anche in vista della riapertura delle scuole.
In particolare sono tre gli argomenti di importanza centrale in questo frangente: obbligo vaccinale, ulteriore estensione del green pass e terza dose dei vaccini. I membri dell’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce hanno fornito su tutti e tre gli aspetti delle risposte piuttosto chiare, in grado di offrire un quadro sufficientemente dettagliato di quali saranno le prossime mosse.
Conferenza stampa, Mario Draghi: estensione Green Pass
L’estensione del Green Pass è prevista dal piano dell’attuale esecutivo che intende spingere con sempre maggior forza sulla campagna vaccinale. La somministrazione della terapia genica sperimentale su almeno l’80% della popolazione deve essere completata entro il 30 settembre, e per raggiungere questo scopo il governo ritiene necessario agire contemporaneamente su diversi fronti.
L’estensione dell’obbligo di Green Pass quindi viene confermata dal governo Draghi in conferenza stampa, ma resta da decidere “a chi e quanto svelti”.
Non è stato stabilito quindi quali saranno i nuovi ambiti della vita pubblica dai quali chi non ha ricevuto il vaccino dovrà essere tagliato fuori, ma “la direzione è quella” di una ulteriore estensione della discriminazione attraverso il pass verde per spingere alla vaccinazione.
“Con il ministro Speranza ne stiamo parlando e discutendo da un po’ di tempo” ha detto ancora Mario Draghi “l’orientamento è che ci sarà un’estensione. Per decidere esattamente quali sono i vari passi, quali sono i settori che dovranno averlo prima, faremo una cabina di regia, come peraltro è stato chiesto dal senatore Salvini, ma la direzione è quella”.
Stando a quanto emerso nei giorni scorsi l’obbligo del Green Pass potrebbe interessare ad esempio l’intero personale scolastico, dai docenti al personale ATA. Per gli studenti invece è già stato stabilito, come confermato in conferenza stampa sia dal ministro dell’Istruzione che dal ministro della Salute, che nelle classi in cui sono tutti vaccinati sarà possibile togliere la mascherina.
In questo modo un eventuale studente non vaccinato sarà additato dal resto della classe come il colpevole dell’obbligo di indossare la mascherina, e questo dovrebbe indurre gli studenti, che rischiano così di essere messi alla berlina e discriminati, ad uniformarsi alla massa e ad accettare di sottoporsi alla sperimentazione del farmaco.
Ma a quali attività e ambiti sarà esteso l’obbligo del Green Pass? Dopo bar e ristoranti al chiuso, palestre, piscine al chiuso, stadi, scuole e da ultimo anche mezzi di trasporto a lunga percorrenza, l’obbligo di esibire il certificato vaccinale riguarderà ben presto chi lavora nella Pubblica Amministrazione.
Il Green Pass potrebbe essere esteso anche ai lavoratori di aziende private, ma in questo caso il governo dovrà trovare un accordo con Confindustria e coi Sindacati. Non si esclude nemmeno la possibilità di rendere obbligatorio il Green Pass anche a tutti coloro che lavorano nella ristorazione e nel settore dei trasporti. E in questo ultimo caso in particolare l’obbligo attuale riguarda i passeggeri infatti, ma non i conducenti e gli altri dipendenti.
Infine si parla anche dell’obbligo di Green Pass nell’Istruzione, con la questione sollevata anche dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che domanda: “perché un ragazzo di 18 o 19 anni che fa il primo anno di università deve avere obbligo di Green Pass e un coetaneo dell’ultimo anno di liceo no?”.
Tuttavia alcune componenti della maggioranza affermano di voler difendere il diritto allo studio per tutti, e questo principio sancito dalla nostra Costituzione sarebbe palesemente in contraddizione con una discriminazione come quella tra cittadini vaccinati e non per l’accesso all’istruzione.
Conferenza stampa, Mario Draghi: obbligo vaccinale e terza dose vaccino
Nel corso della conferenza stampa una delle domande che sono state poste al presidente del Consiglio Mario Draghi partiva con una premessa riguardante l’attuale sperimentazione del farmaco e il modo in cui questo elemento incide sulla possibilità di imporre l’obbligo.
“Diversi virologi e membri della sua maggioranza chiedono l’obbligo vaccinale” dice il giornalista per introdurre la domanda “attualmente non si può fare perché è giudicato un farmaco emergenziale, ma una volta che l’Ema e l’Aifa avranno stabilito che è un farmaco tout-court pensa che questo obbligo vaccinale possa essere introdotto?”
Lo stesso giornalista ha anche domandato al premier se si andrà verso una terza dose di vaccino, e Mario Draghi si è limitato a rispondere “sì e sì a entrambe le domande” ribadendo poi la risposta come a voler enfatizzare il concetto che è proprio quella la strada che il governo seguirà senza dubbio.
Nessun commento invece circa la premessa del giornalista che però ha affermato senza giri di parole che ora è impossibile parlare di obbligo vaccinale per via della natura sperimentale del farmaco.
Il premier infatti non ha sollevato alcuna obiezione rispetto a questa affermazione, mentre dopo di lui ha preso la parola il ministro Roberto Speranza che ha tenuto ad evidenziare che per i sanitari l’obbligo è stato introdotto comunque, quasi a voler sottolineare che in fin dei conti se l’esecutivo decide per l’obbligo, obbligo sarà, che si tratti di un farmaco sperimentale, emergenziale o meno poco importa.
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