Non manca molto al tanto atteso, e in un certo qual modo temuto, rientro a scuola. La speranza sarebbe quella di lasciarsi definitivamente alle spalle la triste esperienza della didattica a distanza, la cosiddetta Dad, ma di certezze tanto per cambiare ce ne sono davvero troppo poche.
Il primo nodo che bisognerebbe sciogliere è quello dei trasporti pubblici locali, ma in realtà si tratta di un problema che andava risolto con urgenza anche prima del Covid, figuriamoci ora. Adesso però possiamo contare sul “governo dei migliori”, sarà pur legittimo avere aspettative un po’ più alte, e ritenere possibile la messa in campo di interventi seri, concreti ed efficaci.
Il piano del governo Draghi per la riapertura delle scuole
Il governo di Mario Draghi sta preparano il terreno per il rientro a scuola e per il conseguente puntuale sovraffollamento dei mezzi pubblici, e in che modo si pensa di intervenire? Stando a quanto riportato dai maggiori media l’esecutivo sarebbe pronto a potenziare i controlli Covid sui mezzi di trasporto al fine di assicurare il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale e l’uso della mascherina.
Che non si dica che l’esecutivo se ne sta con le mani in mano insomma, e tuttavia anche la non-soluzione di aumentare i controlli sui mezzi di trasporto pubblici non è che una delle ipotesi sul tavolo.
L’incontro tra i sindacati e il ministero dell’Istruzione si è tenuto in questi giorni con l’intenzione di stabilire una sorta di protocollo di sicurezza. Viene specificato però che si trattava solo di una riunione interlocutoria e che sui contenuti non vi sono state modifiche.
“L’intesa rimane quella che abbiamo sottoscritto il 14 agosto” dice Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola. Il ministro Bianchi quindi non ha dato l’ok all’introduzione dell’obbligo del green pass e ai tamponi gratis per chi non intende vaccinarsi. I test saranno gratuiti invece per i soggetti fragili che non possono fare il vaccino.
Alla Uil però l’idea non piace ed è loro la minaccia di ritirare la firma dall’accordo. “Domani nel Consiglio nazionale dei segretari regionali decideremo se ritirare o meno la nostra firma visto che questo protocllo è diventato altro rispetto all’obiettivo di una scuola in presenza e in sicurezza” ha fatto sapere Pino Turi, segretario generale della Uil.
Dalla Flc – Cgil invece fanno sapere che terranno “costantemente monitorata la corretta applicazione del Protocllo – senza atti e interpretazioni unilaterali – e la situazione delle scuole, al fine di garantire l’apertura in sicurezza e la tutela dei diritti di lavoratori e studenti”.
Ed è qui che entra in gioco la figura del controllore. Non un massiccio potenziamento della rete dei trasporti pubblici, un piano traffico serio, un intervento volto a rendere vivibili le nostre città virus o non virus, niente di tutto questo. Su Il Tempo leggiamo che “per salvaguardare gli studenti anche nel tragitto da casa a scuola dal primo settembre ci sarà uno strumento in più: il controllore”.
L’idea del controllore è stata confermata anche dal ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini che ha spiegato che il controllore, oltre a verificare che i passeggeri siano in possesso di regolare biglietto, si accerterà che vi sia da parte loro un corretto utilizzo della mascherina e delle altre disposizioni anti-Covid come il distanziamento sociale.
Tutto ciò naturalmente nell’interesse dei giovani che, come sappiamo, hanno ben poco da temere dal virus, mentre stanno subendo dei danni evidenti sotto il profilo psicologico proprio per via di limitazioni e restrizioni imposte loro da oltre un anno e mezzo.
“È chiaro che i controlli saranno a campione” ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che afferma di confidare nel “senso di responsabilità dei cittadini nel rispetto delle nuove regole che entreranno in vigore a settembre”.
Ad illustrare la novità è stato lo stesso ministro Giovannini che ha spiegato: “in queste linee guida si ripristina la figura del controllore che era stata sospesa per motivi sanitari nei mesi scorsi: questo controllo potrà avvenire sui mezzi o a terra in maniera tale da ridurre proprio l’affollamento”. Proprio quest’ultimo, cioè l’affollamento dei mezzi pubblici, sarebbe un problema da risolvere ma, almeno per ora, nessuna novità in merito.
Il ministro ha invece sottolineato l’importanza della comunicazione ai cittadini ricordando che “per treni, aerei e navi a lunga percorrenza sarà obbligatorio il green pass dal primo settembre” come previsto dal decreto Covid del 23 luglio con cui si estende questa forma di apartheid sanitario a partire dal 6 agosto.
A tal proposito il ministro Giovannini ha ricordato che “lunedì era prevista la scadenza per l’invio al ministero dei piani delle Regioni”, ma l’incontro coi presidenti delle Regioni è poi slittato alla giornata di giovedì.
“Il governo ha messo in campo risorse senza precedenti. Per il secondo semestre dell’anno ci sono oltre 600 milioni di euro per i servizi aggiuntivi che le Regioni devono mettere in campo sulla base dei tavoli prefettizi cioè i luoghi dove provincia per provincia viene fatta la pianificazione e 800 milioni per compensare le perdite e i maggiori costi per la sanificazione” ha aggiunto ancora il ministro.
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