È contenuta tutta in un post di una sessantine di righe, l’attuale idea del padre fondatore del Movimento 5 Stelle che, dopo aver porto a Giuseppe Conte l’offerta di portare fuori dal ‘pantano’ la sua creatura, ora sembra tutt’altro che intenzionato ad affidargli le sue sorti.

Il post di Beppe Grillo acuisce uno strappo che già appariva alquanto profondo, e non solo il garante del M5s mostra tutta la sua contrarietà all’idea di un Conte leader, ma indice anche la votazione attraverso la piattaforma Rousseau, che torna improvvisamente a ricoprire un ruolo centrale.

In poche righe Grillo smantella l’ipotesi Conte leader 5 Stelle. “Mi sento così: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo” scrive Grillo sul suo blog.

La base non si esprimerà sul nuovo statuto preparato da Conte

L’ex presidente del Consiglio aveva proposto a Grillo di presentare il nuovo statuto del Movimento 5 Stelle alla base degli iscritti, per dar loro la possibilità di esprimersi approvandolo o bocciandolo.

Il fondatore però non ne vuole sapere, non ha voluto che gli iscritti si esprimessero su Conte, e sull’argomento ci torna nel suo post attaccando senza troppi giri di parole l’ex premier. “Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il nostro consenso elettorale il nostro vero problema”.

“Il consenso è solo l’effetto delle vere cause” spiega ancora Beppe nel suo post “l’immagine che si proietta nello specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visioni) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato ma efficiente)”.

Problemi che vanno risolti sì, ma non attraverso una votazione della base su Rousseau come in molte altre occasioni si è invece deciso di fare, con il sorprendente risultato che gli esiti sono sempre stati per lo più in linea con i pareri espressi dai vertici.

Grillo ci prova però a spiegare come mai non ci sarà una votazione degli iscritti come richiesto dall’ex premier per votare sul nuovo statuto. “Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi”.

Grillo no ad un “partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco”

Sembra proprio che a Grillo non sia piaciuto lo statuto che Giuseppe Conte voleva proporre al voto della base degli iscritti del Movimento 5 Stelle, tanto da definirlo uno “statuto seicentesco”. E casomai il messaggio non fosse arrivato sufficientemente forte e chiaro, Grillo ha sottolineato che l’ex premier in definitiva non ha le doti per guidare il movimento.

Impossibile non notare qualche cambio di rotta improvviso qua e là da parte di Beppe Grillo, visto che solo una manciata di mesi fa aveva avanzato la proposta ufficiale di mettere Conte alla guida della sua creatura per rifondare poi il Movimento. Ora però qualcosa è cambiato, e Grillo ha detto chiaro e tondo che di Conte leader 5 Stelle non si fida.

“Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco” ha scritto infatti Beppe sul suo blog.

“Le organizzazioni orizzontali come la nostra per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione perché non sarebbero in grado di interiorizzarla quella soluzione e di applicarla, ma deve essere avviato un processo opposto: fare in modo che la soluzione decisa, in modo condiviso, venga interiorizzata con una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti e non di una sola persona. La trasformazione vera di una organizzazione come la nostra avviene solo così” conclude Grillo.

Conte a Grillo: “genitore generoso o padre padrone”

Dinanzi alla chiusura da parte di Grillo, Conte ha risposto con i suoi soliti toni pacati, ma una vera e propria decisione la prenderà solo nelle prossime ore. Nel frattempo si è rivolto al garante del Movimento 5 Stelle sottolineando il rispetto e la stima nei suoi confronti, ma presentandogli al contempo la scelta che a suo avviso si trova davanti.

Grillo una decisione evidentemente l’ha presa, e nelle parole di Conte ha deciso di “fare il padre padrone” del Movimento invece che il “genitore generoso”. Una forza politica che, stando a quanto lo stesso ex premier ha confidato agli esponenti a lui più vicini “mostra chiaramente di necessitare di passi avanti sul fronte della democrazia interna”.

Nel suo post sul blog delle Stelle Grillo ha provato ad esprimere il suo pensiero, che in estrema sintesi non ammette la figura di un leader a capo del Movimento. “La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento” scrive infatti il co-fondatore del Movimento.

E ancora “c’è un però. Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla. Insieme, con i tempi e le modalità giuste. Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla”.

Grillo indìce la votazione su Rousseau per eleggere il direttivo

La strada indicata da Beppe Grillo è quanto mai chiara e, ci sarebbe da aggiungere, finalmente coerente con quella che era la linea indicata dopo la lunga gestazione degli Stati generali del Movimento, che aveva portato alla scelta di affidare la guida del M5s non all’uomo solo al comando bensì ad un direttivo composto da cinque persone.

Poi tra la caduta del governo Conte bis e la nascita del governo Draghi questa traiettoria invero piuttosto chiara era sfumata ed aveva lasciato il posto all’idea, apparentemente dello stesso Beppe Grillo, di affidare la guida del Movimento 5 Stelle proprio a Giuseppe Conte.

Si chiude insomma questa parentesi lasciando qua e là la sensazione che la cosa alla fine non stava prendendo la piega che avrebbe voluto il caro Beppe, e che sia per questo che si sta tornando all’idea originale, quella del direttivo appunto, per votare il quale ci si affiderà inevitabilmente e come tradizione comanda, alla piattaforma Rousseau di proprietà di Davide Casaleggio.

Il ritorno da Casaleggio rappresenta peraltro un’ulteriore conferma che non vi è alcuna intenzione di mettere Giuseppe Conto a suo agio. “Indìco la consultazione in rete degli iscritti al Movimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau” ha scritto infatti Grillo nel suo post, e poi scende anche nei dettagli nel fornire un quadro di quali siano le ragioni che impongono una votazione su Rousseau.

“Il voto su qualsiasi altra piattaforma esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla piattaforma Rousseau (art.1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt 4 e 6)”.

La spiegazione come è facile notare fornisce anche tutti gli spunti per un rapido riscontro in consultazione con il testo del regolamento del M5s. Lo statuto redatto da Giuseppe Conte in sostanza non conta nulla, o quanto meno questo è quanto il messaggio di Beppe Grillo sembra mettere in evidenza, motivo per cui l’unico regolamento cui ci si deve attenere è quello vecchio, e in base a quanto vi si trova scritto è ben chiaro che l’unica piattaforma utilizzabile dal Movimento è proprio quella di Davide Casaleggio.

A tal proposito Grillo ha infatti fatto sapere: “ho pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato. Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050“.

La posizione degli esponenti 5 Stelle rispetto al post di Grillo

Non sono in molti a volersi esporre con opinioni o prese di posizione nette tra i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Il post di Beppe Grillo sul Blog delle Stelle forse non ha colto totalmente di sorpresa nessuno all’interno del Movimento, visto che la cosa era ormai nell’aria, e tuttavia prevedere i possibili sviluppi non è facile, ed evitare di esporsi almeno in questi casi male non fa.

Tra i pochi che hanno deciso di dire almeno qualcosa c’è l’ex ministro Vincenzo Spadafora che su Facebook ha scritto: “cercasi mediatori di comprovata esperienza, no perditempo. Confido in uno scatto di orgoglio della comunità 5 Stelle”.

Poi abbiamo la senatrice Alessandra Maiorino, che all’Adnkronos confida: “mi sento trattata come un pacco. Non è la prima volta che accade” e poi chiarisce subito da che parte sta. “Che Conte fosse la persona giusta lo pensavano milioni di Italiani e lo stesso Beppe fino a poco tempo fa” dice “questo suo repentino cambio di idea e di umore lascia attoniti non solo noi ma quella parte di Paese che ha creduto e crede ancora in Conte. In questo modo Grillo si assume una responsabilità enorme” conclude la parlamentare pentastellata.

Tra le poche opinioni che arrivano c’è quella di Roberta Lombardi, assessore alla Transizione ecologica di Nicola Zingaretti per la Regione Lazio. La sua opinione è decisamente a favore dell’ex premier, infatti dichiara: “non so se trovo più folle le valutazioni di Conte, che ha guidato due governi tra crisi economica e pandemica, o il fatto di rimetterci nella gabbia Rousseau. In ogni caso non condivido una virgola di quel post”.

Diametralmente opposta la posizione di Micola Morra, peraltro ex parlamentare 5 Stelle in quanto espulso per non aver votato a favore del governo Draghi. “Sono pronto per mettermi a disposizione di un MoVimento 5 Stelle visionario e leader-less. Il Movimento ha scelto di eleggere un Comitato direttivo eletto dagli iscritti, ho sempre condiviso questa direzione” dice il presidente della Commissione Antimafia.

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