Le elezioni amministrative di Milano non si terranno, come inizialmente previsto, nel mese di giugno bensì ad ottobre. Nel frattempo continuano ad arrivare sondaggi e aggiornamenti in merito ai candidati e alle rispettive probabilità di uscire vincitori dalla competizione che si deciderà molto probabilmente con il ballottaggio.
Quando si vota per il sindaco di Milano?
La prima domanda cui vorremmo dare una risposta è: quando si vota a Milano? Sappiamo che invece della tarda primavera, causa Covid le elezioni amministrative del capoluogo lombardo si terranno nel mese di ottobre 2021, ma non si sa ancora quale sia la data esatta.
La conferma dello slittamento della data a causa del persistere dell’emergenza Covid è stata data proprio nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri che ha comunicato la decisione ufficiale di rimandare il tutto al prossimo autunno.
Come accennato, non si sa ancora quale sarà la data esatta delle votazioni a Milano, ma sappiamo che sarà compresa tra il 15 settembre ed il 15 ottobre. Si ritiene che ci siano buone probabilità che alla fine le date scelte saranno quelle del 10 e 11 ottobre, mentre i ballottaggi si terranno come di consueto due settimane dopo.
Si dovrebbe trattare di una sorta di election day, con le amministrative di Milano ma anche le elezioni suppletive e le Regionali in Calabria. Non solo, si elegge il nuovo consiglio comunale anche in altre grandi città come Torino, Bologna, Roma e Napoli. In Lombardia si vota anche in un altro capoluogo, Varese.
Con quale legge elettorale si vota a Milano?
In Italia le elezioni amministrative si svolgono con un sistema di tipo maggioritario per quanto riguarda l’elezione del sindaco, mentre per la ripartizione dei consiglieri si utilizza il sistema proporzionale. Il discorso cambia invece per le Regioni a statuto speciale, che possono adottare dei sistemi diversi rispetto a quanto viene fatto in tutte le altre.
Per quanto riguarda Milano in modo specifico, trattandosi di un Comune con oltre 15.000 abitanti, se al primo turno nessun candidato dovesse riuscire ad ottenere la maggioranza assoluta, allora si dovrà andare al ballottaggio, ed in questo caso le probabilità che i milanesi debbano tornare alle urne due settimane dopo il voto sono piuttosto alte.
Al ballottaggio basterà ottenere un voto in più dell’avversario per vincere, e nel più unico che raro caso in cui dovesse concretizzarsi una perfetta parità, ad indossare la fascia tricolore sarà il candidato sindaco più anziano.
Per quanto riguarda la formazione del Consiglio comunale, per fare in modo che si possa comporre una maggioranza solida e quindi in grado di governare, alle liste collegate al candidato sindaco vincente verrà assegnato il 60% dei seggi. I seggi restanti verranno assegnati alle altre liste in modo proporzionale utilizzando il cosiddetto “metodo D’Hondt”.
I consiglieri eletti saranno in tutto 50, escluso il sindaco, e saranno ammesse tutte le liste e i gruppi di liste di candidati che saranno riusciti a superare la soglia di sbarramento attualmente fissata al 3% dei voti validi.
Nei Comuni con più di 15.000 abitanti, quindi anche nel caso di Milano, è permesso il voto disgiunto, il che significa che l’elettore può votare il candidato sindaco di un partito, ed il candidato consigliere di un partito diverso, che sostiene un altro candidato sindaco.
Infine ricordiamo che vige la norma sulla parità di genere, in base alla quale se si esprimono due preferenze uno dei due voti deve andare ad un candidato donna, pena l’annullamento della scheda.
Quali sono i candidati delle amministrative di Milano?
I giochi non sono ancora conclusi, per quel che riguarda le candidature alle amministrative di Milano, ma alcuni nodi sono già venuti al pettine e sappiamo ad esempio che il sindaco uscente, Beppe Sala, ha alla fine deciso di ricandidarsi. La decisione è stata comunicata già a inizio dicembre, e da lì in poi i sondaggi hanno dato Sala in un testa a testa con il candidato del centro destra.
Il centrosinistra, che comprende in questo caso sia il Pd che LeU e altre forze di sinistra, proporrà quindi come proprio candidato l’attuale sindaco Beppe Sala. La coalizione potrebbe essere allargata anche ai Verdi, ma si sa già che il Movimento 5 Stelle proporrà un proprio candidato.
A rompere le uova nel paniere al Movimento 5 Stelle non c’è solo la ricandidatura di Beppe Sala, che di fatto stronca ogni possibilità di formare un’alleanza con il Pd, ma anche la candidatura di uno dei nomi più noti tra gli ex del Movimento, Gianluigi Paragone, leader e fondatore della nuova forza politica Italexit.
Tra i candidati anche Simone Sollazzo, anche lui con una lista civica, Milano Concreta. Per il centrodestra non si sa ancora con certezza chi correrà. Inizialmente era stato fatto il nome di Gabriele Albertini, poi è arrivata la notizia della ricandidatura di Sala e il centrodestra ha iniziato a valutare anche altre possibilità, tra cui la candidatura di Oscar di Montigny, che in seguito però è andata in fumo.
Attualmente il centro destra sembra orientato sul nome di Maurizio Lupi, ma non si possono escludere ancora nemmeno altri nomi come il presidente di Federfarma Lombardia, Annalisa Racca, il professore alla Bocconi Maurizio Dallocchio, e l’ex deputato Simone Crolla.
Per la sinistra più intransigente troviamo come candidato sindaco di Milano l’architetto Gabriele Mariani, mentre i Socialisti proporranno l’ex assessore Giorgio Goggi. Qualche mese fa si è anche parlato della possibile candidatura anche di Morgan che si proporrebbe con la lista Rinascimento di Vittorio Sgarbi.
Cosa dicono i sondaggi sulle amministrative di Milano?
I sondaggi che vengono fatti per capire quali sono le intenzioni di voto dei milanesi per le prossime elezioni amministrative non ci possono ancora indicare un quadro adeguatamente attendibile in quanto i nomi di alcuni candidati, a cominciare da quello del centrodestra, non sono noti.
I vari sondaggi che sono stati effettuati nei mesi scorsi, già dall’inizio dell’anno, hanno proposto agli intervistati i nomi che venivano dati come candidati più probabili, nomi che tuttavia sono stati man mano scartati.
In linea generale è emerso un certo vantaggio del candidato sindaco uscente, Beppe Sala, che nelle intenzioni di voto per candidati risultava favorito con una forbice tra il 57,5% ed il 61,5% rispetto a Maurizio Lupi, che invece si piazzava tra il 38,5% ed il 42,5%.
Anche nel confronto con Gabriele Albertini Sala risultava favorito, con una percentuale di consensi che veniva stimata intorno al 54/58%, contro il 42/46% del candidato che avrebbe dovuto correre per il centrodestra.
Se si osserva il quadro complessivo e si tiene conto delle preferenze che i cittadini milanesi sembrano intenzionati ad esprimere rispetto alle varie forze politiche, il candidato del centrodestra risulta leggermente in vantaggio rispetto a quello del centrosinistra (45% contro 44%), mentre il M5s si attesterebbe intorno al 7% (Altri – 4%).
Il punto è che trattandosi di un Comune con oltre 15.000 abitanti, al candidato del centrodestra non basterà il 45% per vincere, ma si dovrà andare al ballottaggio e qui le cose si complicano. Il sindaco uscente infatti potrà contare con ogni probabilità sui voti di buona parte dell’elettorato grillino, che potrebbe garantirgli i numeri per vincere al secondo turno.
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