L’Alleanza Atlantica nei giorni scorsi ha indicato nella Russia e nella Cina due possibili minacce per la sicurezza e la stabilità internazionali. Alle due più grandi superpotenze mondiali subito dopo gli Stati Uniti si aggiunge, nell’elenco stilato durante l’ultimo meeting tenutosi appena un paio di giorni fa, anche l’Iran, in particolare per la questione del nucleare.
La NATO come sappiamo è un’organizzazione che nasce nell’ormai lontano 1949 con l’intenzione di proteggere, attraverso una solida e duratura alleanza, i Paesi membri che attualmente sono in tutto 30.
Si trattava del secondo dopoguerra, il periodo della ricostruzione e della svolta democratica per quelle potenze che negli anni che hanno preceduto il conflitto mondiale erano state amministrate da regimi di stampo autoritario o persino totalitario.
Oggi la NATO continua a ricoprire lo stesso ruolo per cui era stata creata ormai oltre 70 anni fa, e anche la lista dei Paesi visti quanto meno con sospetto è cambiata ben poco. Cambiano invece, almeno in parte, i temi caldi che finiscono nella scaletta di eventi come quello di lunedì 14 giugno, quando stando a quanto riportato nel documenbto finale si è discusso soprattutto di sicurezza informatica ed anche inevitabilmente di difesa militare.
Russia e Cina “minacciano sempre più la sicurezza”
Nel documento stilato a margine dell’incontro di lunedì si legge che le attività di Russia e Cina “minacciano sempre più la sicurezza”. A finire sotto la lente d’ingrandimento della NATO sono quindi proprio le due più grandi superpotenze dopo gli Stati Uniti, ed insieme al governo di Mosca e di Pechino troviamo anche quello di Teheran a preoccupare quelli dei Paesi membri.
Una nuova guerra fredda dunque? Il clima negli ultimi anni è stato tutt’altro che disteso, e per certi versi forse si può parlare di guerra fredda già da tempo, tuttavia il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg ha chiarito: “non stiamo entrando in una nuova Guerra Fredda e la Cina non è il nostro avversario, non è il nostro nemico”.
Tra i leader europei che hanno preso la parola nel corso del summit anche il premier italiano, Mario Draghi, il quale ha sottolineato la centralità dell’Alleanza più potente e vincente della storia.
I nostri media non offrono un quadro particolarmente dettagliato di quali siano le controversie alla base di questi rapporti diplomatici ultimamente complessi ed intricati, ma si limitano a sottolineare per lo più che l’incontro ha una funzione importante in quanto anzitutto permette di definire azioni unitarie contro la presunta aggressività militare e informatica russa.
In secondo luogo la NATO proietta, anche grazie alla compiacente comunicazione garantita dai mass media occidentali, l’immagine di un’alleanza protesa alla difesa dei diritti umani pronta ad opporsi invece alle violazioni in tal senso e in ambito commerciale da parte della Cina.
E ancora, troviamo la NATO come baluardo contro i continui, anch’essi presunti, tentativi di dotarsi di armi nucleari da parte dell’Iran. Difficile dimenticare a tal proposito che non molti anni addietro fu il turno dell’Iraq, in quel caso si arrivò all’invasione e quindi alla deposizione del governo con un intervento armato giustificato con la presenza di armi nucleari che però non sono mai state trovate.
Il ruolo della NATO però sarebbe anche quello di collante tra i diversi Paesi membri, a garanzia dei futuri rapporti resi sicuramente meno stabili anche per via degli squilibri economico-politici ingenerati con la pandemia.
La NATO e le minacce esterne
L’incontro di lunedì tra i Paesi membri della NATO ha permesso di stilare una lista di quelle attività dei Paesi fuori dall’alleanza da classificare come aggressive e/o minacciose.
Su Il Foglio leggiamo che per la prima volta il comportamento della Cina viene indicato come sfida sistematica per la sicurezza dei Paesi dell’Alleanza Atlantica. Non si tratterebbe solo di una minaccia militare, ma al contempo di uno dei partner commerciali più importanti per l’Europa in grado di scalzare da questo primato proprio gli USA in questi ultimi anni.
Della Cina si parla in maniera approfondita nel documento “Agenda 2030”, dove leggiamo: “sebbene la Cina non rappresenti una minaccia militare immediata per l’area euro-atlantica sulla scala della Russia, sta espandendo la sua portata militare nell’Atlantico, nel Mediterraneo e nell’Artico, approfondendo i legami di difesa con la Russia e sviluppando missili e aerei a lungo raggio, portaerei e sottomarini da attacco nucleare con portata globale, ampie capacità spaziali e un arsenale nucleare più ampio”.
La NATO e i rapporti con Russia e Iran
La Cina chiaramente non è l’unico Paese a impensierire i Paesi membri della NATO. Non poteva certo mancare all’appello la Russia di Vladimir Putin.
Stando all’analisi svolta da Lorenzo Vita su Inside Over, la Russia potrebbe essere un ottimo alleato contro le mire espansionistiche della Cina. Tuttavia l’attuale amministrazione del Cremlino non è esattamente nelle corde della Casa Bianca, e si continuano ad additare atteggiamenti aggressivi e violazioni dei diritti umani, che dovrebbero essere i temi centrali dell’ormai prossimo vertice tra Biden e Putin.
Il vertice, stando a quanto illustrato da Lorenzo Vita torna utile alla Russia per non essere considerata troppo vicina al governo cinese, e come un’appendice meno tecnologica, e al contempo meno ricca e potente.
Se la Russia rappresenta per la NATO una minaccia anche dal punto di vista informatico, per via dei presunti attacchi ai danni degli USA, l’Iran rappresenta invece una minaccia per via delle intenzioni di Teheran di dotarsi di armamenti nucleari.
Nel documento finale redatto al summit NATO si legge che l’alleanza si impegnerà a “garantire che l’Iran non svilupperà mai un’arma nucleare” e si conferma l’intenzione di favorire invece l’utilizzo del nucleare nell’ambito del piano energetico.
Quali sono i temi cardine dell’Agenda 2030
In apertura della riunione del Consiglio Nord Atlantico, il segretario Jens Stoltenberg ha elencato quali sono le minacce alla pace e all’equilibrio internazionale, tematiche cardine della “Agenda 2030”.
- Crescente competizione geopolitica
- instabilità regionale
- terrorismo
- attacchi informatici
- cambiamento climatico
I Paesi membri non dovranno mai affrontare questi problemi singolarmente, ma lo faranno nel contesto dell’Alleanza con il supporto e la collaborazione di tutti gli altri.
Nel corso del suo discorso infatti Stoltenberg ha dichiarato: “i Paesi attorno a questo tavolo sono 30 delle democrazie più forti del mondo. Rappresentando quasi un miliardo di persone. Metà della potenza economica mondiale. E più della metà della forza militare mondiale. Quando siamo uniti possiamo superare qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza”.
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